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ottobre/novenbre/2004 - SOLO ON LINE SU POLIZIA E DEMOCRAZIA
Giochi d'azzardo
Gli aspetti del gioco
di Ugo Rodorigo

Quando i giochi creano dipendenza distruggono l’individuo. Donne e uomini apparentemente normali, impiegati, pensionati, professionisti ed operai si trascinano verso una rovina che li avvince sempre più.
Chiusi a tutti, sopportano la loro indipendenza vivendo in un incubo fin quando, perduto tutto, arrivano a tentare il suicidio.
Quando cadono nelle mani di individui senza scrupoli, pensando di poter risolvere almeno temporaneamente i loro disagi, per loro è finita. Restano impigliati in una rete troppo stretta per loro. Il gioco di competizione come nello sport, il gioco di fortuna legalo alla sorte per il quale il giocatore è passivo e non può aiutarsi con le sue capacità personali come avviene per il Bingo, Lotto e giochi nei Casinò.
All’inizio l’uomo è attratto dal “facile guadagno” e quindi tende al rischio, è così che l’80% degli italiani si avvicina al gioco d’azzardo.
Giochi legali e illegali che hanno raggiunto proporzioni immense. Negli ultimi anni il denaro speso per il gioco è aumentato in modo sproporzionato in quasi tutti i paesi europei.
Spesso alle prime avvisaglie di crisi economica si ricorre al gioco d’azzardo legale o illegale, come è accaduto dagli anni Novanta ed ancora tende ad aumentare. Si spera in una fortuna improvvisa e la cifra dei giocatori è arrivata al 50% degli adulti. Più si ha necessità di denaro, più si ricorre al gioco come se con il gioco si potesse uscire dalle necessità economiche.
La dipendenza da gioco d’azzardo ha la stessa intensità di quella per alcol e droga ed è caratterizzata da disturbi di personalità, mancanza di autostima, ansia e depressione. Tutto causato dalla necessità di disporre di cifre per continuare a giocare che, spesso, porta alla frode o ad atti inconsulti. Senza ignorare il comportamento dei giocatori nell’ambito familiare. Viene a mancare la capacità di comunicazione, manifestazioni affettive e avviene così che si arriva alla separazione fra coniugi con percentuali più alte rispetto ai non giocatori.
Ormai i giochi popolari come Lotto, Superenalotto, Bingo, Gratta e vinci, sono divenuti d’obbligo e tutti, anche coloro che prima ignoravano queste lotterie, ora non tralasciano di giocare per tentare la sorte. Per i più sofisticati si sono aggiunte le tentazioni come Internet: avendo a disposizione un computer si riesce a restare sul lastrico per le somme considerevoli perse senza neanche uscire di casa. Soltanto digitando si entra nei Casinò e questo diventa sempre più facile ed alla portata di tutti.
Lo Stato promuove il gioco d’azzardo perché incassa cifre considerevoli senza considerare il danno che provoca. Tra alcuni anni ci troveremo di fronte al problema del gioco d’azzardo con conseguenze sociali non più frenabili. Saranno necessarie campagne di prevenzione ed informazione per consigliare chi cadrà in un danno irreparabile e prevenire, non incoraggiare, aprendo nuovi Casinò, e promuovendo giochi che innocui non sono e creano, anzi, dipendenza.
Un numero elevato di teleutenti italiani sempre in aumento, attende le 20,30 per sintonizzarsi su Rai Uno. Comincia “Affari tuoi”, si gioca in prima persona e ti fa sentire protagonista. I giocatori davanti ai pacchi sognano già di realizzare tutti i sogni di una vita, arrivare insomma alla svolta agognata! Non c’è bisogno di ragionare, tutto dipende dalla fortune, e i sognatori italiani partecipano al riso o al pianto dei concorrenti. Il programma televisivo eccita il concorrente, eccita gli spettatori, tanto più che non si rischia in proprio. Se tutto restasse in questi limiti non ci sarebbe alcun problema, il guaio è che stimola all’azzardo come un lavoro urgente da compiere. Il tempo che trascorriamo eccitati davanti al video lo togliamo alla famiglia, agli amici, che dedichiamo ai concorrenti e al conduttore. Certo che è eccitante avere la possibilità di vincere fino a un milione di euro, soltanto individuando il pacco giusto e tanti, tanti soldi. Questo esercito di persone che si esercita a scoprire il tesoro è un esercito che desidera l’evasione, ma anche un fenomeno da studiare psicologicamente per lo sconcerto che procura a chi lo considera dal di fuori.
Si spera che il fenomeno si mantenga nell’ambito della società, ma c’è il problema che arrivi ad essere patologia e scendere verso l’azzardo spingendoci verso la necessità irrefrenabile, un alto imperativo al quale non si riesce più a resistere. Se questa emozione non è passiva saremo spinti a cercarne altre fuori di casa non reggendo più il fascino del rischio nei limiti giusti. Cerchiamo quindi di restare semplici sognatori anche se il programma ha un minimo di componente d’azzardo per l’interesse che suscita nelle persone. Lasciamo che l’emozione che proviamo resti soltanto virtuale, senza implicazioni morali coerenti al rapporto con il denaro. Quando arriviamo a giocarlo, questo denaro, tutta la vita perde senso.

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