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ottobre/novenbre/2004 - SOLO ON LINE SU POLIZIA E DEMOCRAZIA
Tecnologie
Lo squillo che ci perseguita
di Carlo Rodorigo

Nella nostra epoca abbiamo perso il gusto del silenzio cioè entrare in noi stessi senza sentire nessuno, che per l’uomo è necessità fisiologica. Occorre quindi trovare l’equilibrio. Purtroppo, anche la diffusione del cellulare ha rubato a tutti il tempo, ha moltiplicato le comunicazioni, il lavoro e l’ansia.
Crediamo di combattere le incertezze che però, dopo concitati colloqui, ci attanagliano ancora di più. Dobbiamo ritrovare un nostro equilibrio per raggiungere la quiete del sistema nervoso, dosando l’uso del telefonino che pure in realtà ha una sua utilità. Siamo ormai giunti alla “dipendenza” da questo strumento. Sostituisce orologio, calcolatori e biglietti d’auguri. Ormai l’orologio è soltanto moda, ma non più indispensabile. Non cerchiamo più di ricordare i numeri di telefono poiché sono inseriti nella rubrica elettronica, annullando le capacità mnemoniche.
Il telefonino: è dunque un nostro inseparabile amico. Riduce le barriere spazio-tempo facendoci sentire più sicuri in situazioni di difficoltà. Consente ai genitori di avere più tranquillità quando i figli sono fuori. Ha funzioni di diversi strumenti: video, foto, sveglia, calcolatrice e collegamenti Internet. Ma contro l’uso del cellulare c’è l’impoverimento dei rapporti interpersonali: gli sms vengono usati anche in sostituzione di scambi di parole d’amore, di abbandono, di tradimenti, inaridendo i sentimenti che poco a poco sompariranno.
Oggi, poi, si comunica anche per immagini, abbandonando le parole e la scrittura: con i videotelefonini inviamo la nostra vita in diretta. La nuova generazione è per l’autorappresentazione, sono cresciuti con i filmini, sono stati attori fin dalla nascita, tutta l’esistenza è fissata in immagini. Anche la vita quotidiana si trasforma in un set. In discoteca, ad esempio, c’è un gioco dove i ragazzi vengono ripresi per poi scoprire il più fotogenico, il più simpatico, ma anche chi riesce a non consumare alcol promosso dalle società italiane di alcologia.
Gli adolescenti hanno sempre voluto autorappresentarsi, ora con i nuovi mezzi sono appagati. Ma l’autorappresentazione non è un punto di arrivo, ma di partenza e questo preoccupa, poiché viene favorito il narcisismo e c’è il rischio di sentirsi apprezzato ed appagato soltanto se si è ammirati, magari solamente per gli abiti griffati che si indossano.
Siamo arrivati all’eccesso con la possibilità di acquistare microspie e telecamere talmente piccole da poter essere celate dietro ad un bottone. Purtroppo questi oggetti non sono acquistati soltanto da investigatori, ma anche dalla gente comune. Vengono usati per spiare i concorrenti, i dipendenti, il coniuge, i figli, contro il diritto alla riservatezza che prevede dai sei mesi ai quattro anni di carcere per chi contravvenga alla specifica legge.
Ormai è una corsa irrefrenabile a microtelecamere, che nell’aspetto normale nascondono potenti microspie. Nascono in giro sempre più numerosi negozi, veri supermarket di oggetti dai poteri impensabili. Occhiali che permettono di vedere quello che avviene dietro di noi, che permettono di oltrepassare i tessuti degli abiti che ricoprono, apparati in grado di bloccare qualsiasi cellulare.
Lo squillo dei cellulari ci perseguita ovunque, al ristorante, sul treno, persino in chiesa e negli ospedali, a scuola. Si vedono in giro cartelli che consigliano di disattivare i telefonini, ma tutti li ignorano, anzi sembrano godere degli squilli e delle musiche che disturbano.
E’ nata così l’idea, forse attuabile, di installare dei dispositivi per impedire il funzionamento dei cellulari in luoghi dove possano disturbare. In Francia si stanno attuando, con il consenso delle telecomunicazioni, per le sale cinematografiche. Non si sa ancora se il problema sarà risolto anche in Italia, dove si contano 41 milioni di utenti di cellulari che ritroviamo ormai ovunque.
La campagna anticellulare sta coinvolgendo molti Stati europei per trovare una soluzione comune. Si parla di isolanti con fibre metalliche con i quali schermare i muri degli edifici più a rischio, come scuole, ospedali, teatri, cinema, ecc. Questi isolanti, ancora in via sperimentale, filtrano e lasciano passare solo le frequenze radio dei servizi di emergenza. Se l’Europa riuscirà ad accettare questi isolanti avrà zone decellularizzate con sollievo di molti.
C’è per ora uno strumento “disturbatore” che agisce in un raggio di 5 metri (vietato in Italia) che con una modica spesa permette di bloccare i cellulari che ci disturbano. La vittima crede che sia una questione di campo e non si accorge di nulla. Sembra che soltanto così si potrà sopravvivere, limitando l’utilizzo del cellulare.
Viaggeremo, ceneremo, leggeremo, penseremo in pace perché attorno a noi nessuno può più parlare al telefonino. Forse la vendita di questo strumento, dalle dimensioni di un pacchetto di sigarette, si sta già trasformando in un vero affare. Ma per arrivare ad attuare la decellularizzazione legale dovremo aspettare ancora.


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