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ottobre/novenbre/2004 - SOLO ON LINE SU POLIZIA E DEMOCRAZIA
L'alcol è droga
di Carlo Rodorigo

E’ stata redatta dall’Unione Europea la “Carta sull’alcol” che vuole difendere i giovani dalle pressioni che vengono esercitate, nei loro confronti, per incitarli a bere. I principi sostenuti da questo documento tendono a proteggere gli adolescenti dagli effetti disastrosi che derivano dall’uso di bevande alcoliche, intervenendo contro la pubblicità.
La Dichiarazione che l’Unione Europea ha adottato a Stoccolma nel 2001 contro l’alcolismo, dimostra la necessità di avviare, specialmente nelle scuole, ma anche in tutta la comunità, azioni che possano proteggere i più deboli dalle “pressioni” che spingono a bere, onde restringere l’ampiezza e la gravità che l’alcol può causare.
In questo nostro tempo i giovani hanno disponibilità economiche che li portano a consumare sostanze nocive alla propria salute. L’Osservatorio europeo per le droghe ha reso note statistiche allarmanti sull’abuso di alcol da parte di giovanissimi.
Non dobbiamo sottovalutare queste ubriacature, classificandole come “bravate giovanili” perché non si tratta di innocue bravate, ma abitudini che portano a conseguenze gravissime. Tra i ragazzi dai 14 anni, ci sono percentuali molto alte di quelli che si ubriacano; con picchi molto alti in Portogallo e Danimarca.
Anche in Italia i ragazzi che fanno uso di alcol sono circa il 40%, come dichiarato dagli stessi interessati. Sono dati inquietanti, in veloce crescita specialmente tra i giovanissimi.
Questo fenomeno è nato da tempo anche se è stato evidenziato durante il programma di prevenzione contro le droghe, ed in effetti l’alcol è una droga. Nei paesi europei l’abitudine al bere è diventata una moda, sia tra le femmine che tra i maschi, anche in età giovanissima. Questo mercato è stato invaso da tipi di bevande preparate con contenitori e grafiche che attirano i giovani, ma che nascondono superalcolici facendole sembrare semplici bibite che in effetti non sono.
L’Istituto Superiore di Sanità rende noto che l’uso dell’alcol è aumentato in Italia del 100% tra i giovani, che bevono regolarmente, fino ad ubriacarsi, almeno ogni 10 giorni. Gli Stati interessati a questo fenomeno non sembrano affrontare il problema con una prevenzione adeguata. Accade che neanche le famiglie si preoccupino più di tanto per questa micidiale abitudine. Cerchiamo di capire perché i nostri giovani assumono alcol.
E’ lo specchio del disagio giovanile. Questi ragazzi non riescono a comunicare con i coetanei e con gli adulti e cercano quindi di risolvere questa incomunicabilità attraverso l’uso di alcol. Non dobbiamo considerare il ricorrere all’alcol come una cosa normale: ricordiamo che si può arrivare alla dipendenza, alla tossicità. Collaborano ad alimentare questo vizio anche i programmi televisivi dove, in continuazione, vediamo quanto sia generalizzato il veder portare alle labbra bevande alcoliche rendendo normale un’azione che normale non è.
Il giovane può trovare ovunque alcolici a basso prezzo presso bar, pub, ecc. La famiglia dovrebbe riassumere il ruolo che sta dimenticando di avere, deve seguire, ascoltare i figli per capire subito se ci sono problemi da risolvere. Risolvendo i problemi insieme, il giovane non sentirà più il desiderio di alienarsi. L’alcol può anche non essere demonizzato, ma c’è un limite, che oltrepassato deve preoccupare. Dobbiamo responsabilizzare i nostri figli affinché non superino i limiti soltanto per la necessità di seguire il “branco”. Quando crescerà e continuerà a bere, il giovane sarà un irresponsabile civile con intossicazione alcolica, che causerà incidenti d’auto, di moto, uccidendo inconsapevolmente. L’alcol è causa di morte tra i giovani europei, di invalidità gravi e malattie nervose.
Per aiutare quanti sono caduti in questo vizio dannoso a sé stessi e agli altri, ci sono dei centri di recupero per i giovani alcolisti. I più noti sono: “Alcolisti anonimi”, “Alcolisti in cura”, centri di ascolto anche nelle parrocchie. Su tutto questo, e prima di condannare i nostri giovani all’invalidità, potenziamo campagne di prevenzione, sollecitiamo più puliti stili di vita per preservare la salute. La dipendenza dall’alcol rischia di promuovere altre tossicodipendenze perché l’euforia procurata dall’alcol aiuta a sentirsi al di sopra di ogni limite e parte a considerare le proprie azioni distorte e senza rischi.
Gli adulti che hanno usato l’alcol sottovalutano il nuovo problema, anzi giustificano l’ubriacatura dei giovani, nel contesto di una festa, come una iniziazione degli adolescenti. La famiglia si preoccupa per la droga ma non vuole credere che l’alcol “è una droga” che aiuterà, in seguito, l’uso di altre droghe.
Il fenomeno che abbiamo trattato è in continua crescita perché rientra nella cultura giovanile che spinge i ragazzi ad adeguarsi. Per rientrare nella normalità bisogna seguire i riti della collettività e le famiglie, per sentirsi al passo con i tempi, permettono ai propri figli di uscire la sera, trasformando il vietato in moda.
La società vieta le droghe illegali, ma da queste vendite entrano guadagni enormi.
Il problema è grande, se le famiglie si allertassero e facessero quanto necessario all’inizio, senza accettare passivamente l’alcol, potremmo avere grandi risultati.

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