Testo unico per le relazioni
I sindacati che rifiutano di firmare i contratti non sono ammessi alla contrattazione integrativa. Ma se raggiungono almeno il 5% della rappresentatività hanno diritto, comunque, ai distacchi e ai permessi sindacali. È una delle precisazioni contenute in una nota dell’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubbliche amministrazioni, emanata il 27 maggio.
Il dispositivo è un vero e proprio Testo Unico delle norme che regolano le relazioni sindacali. Fermo restando, però che non ha valore vincolante. La contrattualizzazione del rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici, infatti, ha determinato la decadenza del potere autoritativo dell’amministrazione in materia di rapporto di lavoro.
Si tratta, dunque, di un atto unilaterale, che va considerato alla stregua di un parere. Resta il fatto, però, che l’Aran rappresenta il governo. E dunque, la fonte è molto autorevole. L’Agenzia ha chiarito, inoltre, che i singoli componenti delle Rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) non possono indire assemblee, essendo questo diritto una prerogativa della Rsu e non dei singoli membri. L’Aran ha precisato, inoltre, che i dirigenti dei sindacati non firmatari dei contratti non possono partecipare alla contrattazione integrativa, nemmeno nel ruolo di consulenti. Fermo restando, però, che la controparte non ha titolo ad interverire sulla composizione della delegazione dell’altra parte. Sia che si tratti della delegazione di parte pubblica, sia che si faccia riferimento alla delegazione sindacale.
L’Aran ha confermato anche il diritto delle organizzazioni sindacali firmatarie di partecipare anche alle sessioni negoziali di competenza delle singole istituzioni scolastiche.
Sullo straordinario emergente
La questura di Venezia ha inviato alle strutture sindacali locali questa lettera:
“Per opportuna conoscenza, si trascrive di seguito il testo della circolare ministeriale n. 557/RS/01/159/1422, del 7/8/2004, relativa all’argomento in oggetto.
Si è avuto modo di constatare che, in sede di confronto sullo straordinario programmato, le organizzazioni sindacali abbiano di frequente avanzato istanza, ai sensi della legge 241/1990, di poter accedere anche alla documentazione relativa al cosiddetto straordinario ‘emergente’.
Sulla questione, in esito a specifico quesito posto da questo Ufficio, si è espressa la Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri con parere del 19 luglio c.a., confermando la legittimità dell’orientamento finora adottato, in base al quale, in esito alle istanze sindacali volte ad acquisire elementi conoscitivi in ordine a tali prestazioni, si è ritenuto di consentire una parziale conoscibilità, fornendo esclusivamente il dato numerico complessivo delle ore effettuate a titolo di straordinario emergente, escludendo il riferimento ai nominativi del personale.
A sostegno di tale orientamento la Commissione ha inoltre precisato che le organizzazioni sindacali allorquando presentano tali istanze di accesso, si collocano in un procedimento di cui fanno parte, ma con riferimento a documenti inerenti un altro procedimento nel quale non sono coinvolte, proprio per controllare l’operto dell’Amministrazione. Si tratta pertanto di un interesse di mero fatto non riconosciuto dall’ordinamento. Firmato: il Questore”.
Siulp
La Segreteria Provinciale di Venezia ha inviato al questore della città questa lettera: “In relazione alle note direttive ministeriali in materia di rappresentanze sindacali, questa organizzazione sindacale fa rilevare alla S. V. che ad esclusione del Siulp e Sap, possono partecipare e sottoscrivere i relativi verbali di Commissione i soli rappresentanti delle singole Federazioni sindacali, riconosciute a livello nazionale.
Nell’incontro del 2 aprile 2004, si rileva che ha partecipato alla riunione il segretario provinciale del Silp per la Cgil e non il rappresentante della Federazione di riferimento. Non a caso, le note a verbale sono state tutte registrate a nome del rappresentante della Cgil e non della Federazione di riferimento che, ad oggi, non risulta costituita in sede locale. Infatti non è mai stata notificata a questa ed a altre organizzazioni sindacali della Polizia di Stato la costituzione della Segreteria Federale di riferimento e la nomina del proprio rappresentante sindacale, unico titolato a rappresentare la Federazione di riferimento, così come previsto dalla normativa vigente.
Per quanto sopra esposto, si ritiene di dover considerare nullo l’incontro tenutosi il 2 aprile 2004 presso la sede della questura di Venezia, per la verifica e la formazione di proposte alla formazione ed aggiornamento professionale, ex art. 26 D.p.r. 395/95. Quanto sopra si notifica per i provvedimenti di competenza. Firmato: il segretario generale provinciale Diego Brentani”.
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La Segrerteria provinciale di Roma comunica: “Si è tenuta una partecipata e costruttiva assemblea sindacale presso la Direzione centrale della Polizia Criminale, alla presenza del segretario generale provinciale Michele Alessi e dei rappresentanti di base, Simonetta Natalucci, Domenico Azzara, Antonio Costa, Antonio Pignataro e Michele Grillo. Durante la riunione è stata affrontata una serie di problemi di particolare rilievo per la categoria, tra cui:
1 - il trasferimento della Direzione centrale Polizia criminale (Dcpc);
2 - il contratto di lavoro della categoria per il biennio economico 2004/2005;
3 - problematiche interne alla Dcpc.
Per quanto concerne il ventilato trasferimento dei colleghi dalla Dcpc all’Ispettorato generale di Ps “Viminale”, il Siulp ha ottenuto garanzie dall’Amministrazione che non vi saranno trasferimenti presso il citato Ispettorato Viminale.
Per quanto attiene il rinnovo del nuovo Contratto nazionale di lavoro, il Segretario generale provinciale ha illustrato a grandi linee i positivi miglioramenti economici relativi al biennio economico 2004/2005, proposti alle organizzazioni sindacali del Comparto Sicurezza aventi titolo, dalla Delegazione di parte pubblica e che dovrebbe prevedere un soddisfacente incremento economico, nonostante il momento di grave deflazione congiunturale che attualmente attraversa il Paese.
Per quanto riguarda altre problematiche a carattere tecnico-logistico, tuttora aperte, legate al trasferimento di sede della Dcpc, si conviene di rinviare la discussione in previsione del confronto con l’Amministrazione che si terrà nel più breve tempo possibile.
Il Siulp ha rimarcato con forza l’esigenza di far rientrare presso il Servizio di Polizia scientifica i 34 operatori di Polizia già specializzati con l’ultimo Corso per videofotosegnalatori impiegati in altre mansioni presso la questura di Roma. Inoltre, sono emerse problematiche di carattere interno inerenti la necessità di potenziare l’organico di tutta la Dcpc per l’aumentata mole di lavoro e l’esigenza di razionalizzare le risorse umane. I colleghi presenti hanno segnalato carenze di risorse (monte ore straordinario) in tutta la Dcpc.
Al Siulp stanno particolarmente a cuore tutti i problemi della menzionata Direzione centrale e pertanto riteniamo che dovranno essere trovate soluzioni concrete ed esaustive, volte a salvaguardare la qualità della vita e del lavoro dei poliziotti. Per tali motivi si terrà alta la vigilanza, affinché non vi siano sperequazioni nei confronti dei colleghi in servizio presso la stessa Dcpc.
Il Siulp si adopererà con tutti i mezzi e gli strumenti in suo possesso, per limitare al massimo i disagi che potranno essere causati con il futuro trasferimento di sede della segnalata Direzione centrale”.
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La Segreteria provinciale di Trieste comunica: “Proprio nel ricco Nordest, sazio e opulento, ci si dimentica di chi serve lo Stato, di chi ogni giorno, con sacrificio e modestia, contribuisce a far funzionare un ingranaggio che, evidentemente, ogni tanto dimentica le esigenze basilari delle persone.
Dopo tanto parlare di difesa sociale, di difesa percepita, di tutela dei cittadini, tutte cose per le quali ci avevano promesso investimenti e potenziamento, beh! Scopriamo che nella ricca Treviso esiste una mensa della Polizia di Stato dove, si dice, si servono cose che hanno poco a che spartire con un degno pasto (alla faccia delle tabelle ministeriali...) in una struttura, per quanto riferito, alquanto precaria nelle condizioni igieniche.
Dopo la pioggia di monete sonanti che avevano promesso per chi tutela lo Stato, speriamo adesso di non dover scoprire che mancano addirittura i soldi per fornire i pasti alle mense della Polizia... e sì che non stiamo parlando di infrastrutture dal costo impegnativo, di tecnologie all’avanguardia, di sperimentazioni avveniristiche... stiamo parlando delle ‘briciole raccolte dalla mensa del padrone!’
E in tutto questo però, alla fine, troviamo ancora una volta la buona volontà di qualcuno che porta un piccolo miglioramento in un mare magno di problemi; sembra infatti che qualche funzionario volenteroso stia cercando di ovviare a questa situazione e di provvedere a una cena dignitosa per i poliziotti impegnati in un servizio, come si sa, ben ampiamente programmato e programmabile nei suoi aspetti logistici.
Faremo il possibile affinché il problema venga risolto, utilizzando tutti gli strumenti di lotta a nostra disposizione”.
Silp-Cgil
La Segreteria di Savona comunica: “Il giorno 7 luglio in Savona, presso la caserma dei Vigili Urbani, si è tenuto in occasione della presentazione del I° Corso specifico di difesa personale per operatori delle Forze dell’ordine, un saggio dimostrativo da parte di personale specializzato nel settore agonistico e una conferenza sul tema: ‘La legislazione vigente in materia di intervento coattivo dell’autorità’.
Sono intervenuti al dibattito Alberto Landolfi (sostituto procuratore della Repubblica), Giovanni Trimarchi (questore di Savona), Daniele Tissone, segretario provinciale Silp-Cgil di Savona, Igor Aloi (comandante Polizia Municipale) e Tullio Bandini, professore di criminologia e psichiatria forense dell’Università di Genova.
La norma di fondo del convegno è stata la legittima difesa, tanto di un diritto proprio quanto di un diritto del cittadino. Questo bene va tutelato sacrificandone un altro di minor valore possibile.
La coazione fisica da parte di un operatore, adeguatamente preparato, può evitare il ricorso, pur legittimo, all’uso delle armi. Per questo un poliziotto poco attrezzato può far uso di un mezzo di coazione più forte solo per non venire sopraffatto.
Scopo dell’iniziativa del Silp per la Cgil savonese è stato quello di far sì che si dedichino, per il futuro, più risorse ed attenzioni alla particolare formazione fisico-psichica dei poliziotti finalizzata allo scopo di cui sopra.
Ci domandiamo perché, durante i corsi per le diverse qualifiche della Polizia di Stato, vengano previste dette preparazioni mentre per tutta la successiva vita professionale degli operatori un tale aspetto viene poi trascurato.
Per questo riteniamo che il Dipartimento della Ps debba assumersi maggiore responsabilità sotto questo punto di vista, proseguendo nella formazione del personale perché di investimento si tratta.
La presentazione di un corso di difesa personale organizzato dalla nostra organizzazione sindacale assume, quindi, forma propositiva sebbene di denuncia. Con questo non vogliamo, attraverso il corso, formare dei super poliziotti, ma solo personale adeguatamente preparato che sappia rispondere in modo adeguato e corretto nei casi in cui gli si opponga una resistenza, ovvero quando deve agire per ristabilire l’ordine. Ciò costituisce quindi una garanzia per tutti i cittadini, comprese le Forze dell’ordine.
Auspichiamo che venga colta la nostra proposta volta a fornire una seria preparazione fisica e psicologica agli addetti alla sicurezza dei cittadini”.
Siap
“In questi giorni una delegazione del Siap nazionale è intervenuta presso il ministero dell’Interno per porre ancora una volta all’attenzione delle autorità competenti il problema mai risolto della mancata corresponsione agli operatori della Polizia di Stato che effettuano servizio nella Polizia Postale, del cosiddetto premio di produzione in denaro espressamente previsto, come del resto già in passato, nell’ultima ‘convenzione’ stipulata tra l’Amministrazione e Poste Italiane S.p.a. nel maggio del 2001 e proprio da allora non più erogato, unitamente alla più recente faccenda della ingiustificata cessazione del servizio mensa concesso dalle Poste alla Polizia Postale, che quell’ente è tenuto a garantire proprio in ragione degli espliciti accordi assunti e contenuti nell’atto in questione.
Da parte sua il Viminale, con toni rassicuranti, ha reso noto al Siap che un nuovo protocollo di intesa tra le parti sta per essere firmato, essendo trascorso il triennio di validità del precedente, e che tale intesa rappresenterà un complessivo miglior trattamento per il personale rispetto al passato.
Se queste dichiarazioni lasciano ben sperare per il futuro, a tutt’oggi, purtroppo, resta ancora in ballo l’importante questione tra l’altro, dell’ottenimento, per gli aventi diritto, a tre anni di arretrati di quei benefici patrimoniali non più goduti...”
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