home | noi | pubblicita | abbonamenti | rubriche | mailing list | archivio | link utili | lavora con noi | contatti

Giovedí, 22/10/2020 - 14:47

 
Menu
home
noi
video
pubblicita
abbonamenti
rubriche
mailing list
archivio
link utili
lavora con noi
contatti
Accesso Utente
Login Password
LOGIN>>

REGISTRATI!

Visualizza tutti i commenti   Scrivi il tuo commento   Invia articolo ad un amico   Stampa questo articolo
<<precedente indice successivo>>
ottobre/novenbre/2004 - Contributi
Contributi
Il caso Cocchi
di Col Vincenzo Cerceo - Dir edit de "Il Movimento"

Vi è, a Trieste, un autiere ancora moralmente in servizio, Renato Cocchi, classe 1918, che ha servito il Paese in ben quattro campagne di guerra, dal 1939 in poi: fronte francese, fronte jugoslavo, fronte russo ed infine, fronte partigiano nelle formazioni garibaldine di Toscana.
Ha meritato alcune decorazioni, due promozioni, una coscienza tranquilla e, dal fronte russo, una malattia ai bronchi che tuttora, durante la stagione fredda, rovina le sue giornate.
In Russia, al freddo eccezionale, i camion si bloccavano, ed allora, per riattivarli, era necessario togliersi la pelliccia di dosso e, con la sola camicia, infilarsi tra le ruote, nella neve, per ripararli. Fu così che si ammalò e fu ricoverato per parecchie settimane all’ospedale da campo di Stalino, sputando sangue mentre tossiva.
Rimessosi, riuscì a sfuggire alla sacca sovietica ed a rientrare, ma, quando fece domanda di pensione, per quella malattia, si sentì chiedere: “dov’è la documentazione di quel ricovero?” “Ma c’è stata la rotta del fronte russo - rispose - l’ospedale fu travolto ma molti possono testimoniare dei colleghi sopravvissuti!”
Non ci fu nulla da fare: se non si trova il certificato di ricovero a Stalino, quella malattia, per la burocrazia militare italiana, non esisteva.
Nel 1992, dopo 24 anni di istruttoria, la Corte dei Conti, per questi motivi, respingeva la domanda di pensione e a vuoto andavano anche gli altri tentativi esperiti.
Si potrebbe dire: ma è colpa degli ammalati se le Forze armate italiane non furono in grado di salvare nemmeno le carte di quell’ospedale?
Non servirebbe però a niente, manca il documento e perciò la realtà, per la burocrazia, non è mai esistita. Che la malattia ci sia, non ha alcuna importanza.
Ad occuparsi di queste cose viene, in effetti, una gran malinconia, per non dire di peggio.

<<precedente indice successivo>>
 
<< indietro

Ricerca articoli
search..>>
VAI>>
 
COLLABORATORI
 
 
SIULP
 
SILP
 
SILP
 
SILP
 
SILP
 
 
Cittadino Lex
 
Scrivi il tuo libro: Noi ti pubblichiamo!
 
 
 
 
 

 

 

 

Sito ottimizzato per browser Internet Explorer 4.0 o superiore

chi siamo | contatti | copyright | credits | privacy policy

PoliziaeDemocrazia.it é una pubblicazione di DDE Editrice P.IVA 01989701006 - dati societari