Sono stati assegnati, dopo la valutazione della apposita Commissione, i premi di 500 euro, previsti per le borse di studio messe in palio dal nostro giornale e destinate, come consuetudine, ai figli di appartenenti alle Forze di polizia che frequentano le scuole medie inferiori e superiori.
Fra gli sponsor di questa edizione 2002-2003, hanno contribuito: il Circolo ricreativo lavoratori “Porta Romana” di Firenze e il Centro attività musicali “Andrea del Sarto” sempre di Firenze.
Ai vincitori delle borse di studio è stata inviata specifica comunicazione.
Silvia Luchetti
Quarto Ginnasio dell’Istituto “Plinio il Giovane” di Città di Castello (Perugia).
Il papà, maresciallo ord. dei Carabinieri presta servizio presso la Stazione di Sansepolcro (Pg).
Sono una ragazza sicura di sé, una ragazza che sa quello che vuole, eppure quando mi chiedono: “Silvia, che intendi fare da grande?” tendo ad incupirmi e ribatto con un insicuro: “Non lo so!”
Penso che devo ancora percorrere un lungo cammino, affrontare numerosi enigmi - gli ostacoli che si trova ad affrontare una vulcanica ragazzina di quattordici anni - e così evito di pensarci troppo.
Crescere, un po’ mi spaventa, vorrei che la vita fosse sempre così entusiasmante, ma prima o poi mi troverò davanti a quel bivio, e allora dovrò scegliere che panni vestire... Forse quelli del poliziotto o, perché no, di un carabiniere?!
Ho pensato varie volte di entrare a far parte di una delle due Istituzioni e l’idea mi intriga molto; è una professione che riserva sempre qualche incognita. Dev’essere molto impegnativo, ma altrettanto bello, “lottare” contro questo mondo in ginocchio innanzi a quella che è diventata la mania del nostro secolo, della nostra stupida generazione. Un labirinto in cui è facile entrare, ma difficile uscire, un percorso di fuga dalla realtà: quello della droga; “lottare” contro un mondo che sembra rincorrere il benessere tralasciando quelli che sono i valori reali, un mondo divenuto sinonimo di trasgressione.
Dev’essere molto bello operare per trasformare il caotico mondo attuale in un mondo più equo e rispettoso delle leggi democratiche... trattasi di utopia? Probabilmente sì, ma le Forze dell’ordine non perderanno mai la speranza e continueranno a lavorare con determinazione.
È vero che la salute è la cosa più importante nella vita di ognuno, ma anche il denaro vuole la sua parte, c’è perciò anche un discorso economico che mi porta ad essere interessata a questa professione, che garantisce un discreto salario. Devo comunque valutare gli aspetti negativi ed il mio cupo pessimismo adolescenziale mi porta ad avere numerosi dubbi in merito a questa professione.
La mia volitività mi ha portato ad affermare che i Corpi di Polizia “lottano” con un caotico mondo, ma mi devo contraddire in quanto operano anche per cose, a mio giudizio, di minore interesse, come vigilanza su strada, smarrimento di oggetti; temo perciò che sia un’effettiva monotonia rispetto a come l’avevo dipinta io... Poi pensandoci bene ci sono anche altre professioni che offrono possibilità per essere di aiuto agli altri.
Lo sapevo... il dubbio iniziale è rimasto tale!
Carlo Di Santo
Quarta classe Istituto Tecnico Commerciale “Jacopo Del Duca” di Cefalù (Palermo).
Il papà, Gianfranco, è appuntato dell’Arma dei Carabinieri in servizio presso la Stazione Cc di Caltavuturo (Pa).
“D a grande voglio fare il carabiniere”: è una frase che la maggior parte dei bambini ama ripetere ai genitori, perché il padre svolge questa professione ovvero perché ci si sente sempre un po’ affascinati dalla divisa.
Anch’io, da bambino, ho pensato spesso di poter diventare un giorno carabiniere come mio padre, ma se da piccolo era solo voglia d’emulazione, oggi mi ritrovo, a quasi diciotto anni, ad affrontare il mondo con occhi più maturi, un mondo che non può fare a meno dei tanto bistrattati Corpi di Polizia: spesso si vede nella figura del carabiniere o del poliziotto solo una persona che, per far rispettare la legge, approfitta della sua divisa e non è magnanimo con chi commette un errore, ma io non sono d’accordo, poiché se non ci fosse nessuno a vigilare sul comportamento della gente, tutti si arrogherebbero il diritto di fare ciò che vogliono e non ci sarebbe alcun ordine.
Il lavoro del carabiniere mi piacerebbe perché avrei la possibilità di aiutare la gente a vivere meglio, infatti, il mio sogno è di andare in missione all’estero, dove realmente si soffre, a portare un po’ di quell’umanità che oggi ci si dimentica di offrire al prossimo.
Spesso i mass media ci propinano scene di desolazione e di morte, e soltanto in rari casi ci mostrano il lavoro di pochi, purtroppo, “angeli” che cercano in tutti i modi di dare a gente che non vede per sé un futuro, una parvenza di normalità, con gesti semplici come può esserlo un sorriso.
È importante anche il lavoro che si svolge nel proprio Paese, per combattere la criminalità e per sconfiggerla quotidianamente, sebbene vi sia ancora molto da fare. Grazie a tutti i Corpi di Polizia, infatti, è stato possibile ridimensionare il potere della malavita organizzata, che rappresenta tuttora il male più grande della nostra società, cosicché oggi non c’è quasi più quella paura di denunciare i soprusi che c’era un tempo.
Certo, il lavoro del carabiniere o del poliziotto richiede anche passione e predisposizione, non bisognerebbe farlo soltanto per avere uno stipendio assicurato, poiché non ci si sentirebbe appagati e non lo si svolgerebbe con la massima dedizione. Qualora decidessi di arruolarmi nei Carabinieri, lo farei anche perché avrei la possibilità di servire la mia Patria e dare il mio aiuto per costruire un mondo migliore, ma ho ancora un po’ di tempo per crescere e decidere cosa voglio per il mio futuro.
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