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agosto/settembre/2004 - Articoli e Inchieste
Minori scomparsi
Un fenomeno preoccupante
di Carlo Volpi

Con la collaborazione fra una multinazionale americana e la Polizia di Stato è stato perfezionato il sito web destinato a segnalare i fanciulli spariti. Frequenti i casi di un genitore separato o divorziato che “sottrae” il figlio al coniuge


Circa dieci anni addietro, la multinazionale Computer Associates, con sede principale a New York, decise di mettere le sue capacità tecniche e manageriali al servizio del Centro nazionale per la scomparsa e lo sfruttamento dei minori, organizzazione senza scopo di lucro che opera negli Stati Uniti sotto l’egida del Congresso e del Dipartimento della Giustizia.
Proprio grazie alla collaborazione fra il Centro e il Dipartimento della Pubblica sicurezza - Direzione centrale della Polizia criminale - Sezione minori, è stato rinnovato il sito italiano dedicato esclusivamente alla ricerca dei bambini scomparsi nel nostro Paese.
Questa collaborazione nasce nell’ambito di un progetto internazionale denominato “Missing children” (Bambini scomparsi).
All’iniziativa “Missing children” hanno aderito numerosi paesi; nel database per le ricerche sono attualmente inseriti circa tremila casi di minori scomparsi.
Per quanto riguarda l’Italia, ogni anno le Forze dell’ordine ricevono circa tremila denunce e segnalazioni per altrettanti minori scomparsi. Sebbene per l’80% dei casi tutto si risolve entro un anno, si tratta comunque di un fenomeno sociale piuttosto preoccupante. Proprio per questo la tecnologia si dimostra utile nel trovare soluzioni veloci.
Il sito “www.bambiniscomparsi.it” ha un approccio immediato e indirizza subito chi naviga verso due sezioni: “Cosa sapere” e “Cosa fare”. Contiene, inoltre, precise e dettagliate informazioni sul tema degli abusi sui minori, dalla violenza allo sfruttamento. La parte di sicuro impatto è rappresentata da una nuova sezione dedicata ai “Consigli utili”, sia per i genitori che per i bambini, scritti attraverso l’uso di linguaggi adatti alle differenti sensibilità. A tale scopo, ci si è avvalsi della collaborazione di psicologi e sociologi della Polizia di Stato.
Due sono i messaggi importanti da trasmettere ai bambini: è sempre possibile rifiutare un approccio ambiguo o violento, senza timore di esser puniti per questo, ed è sempre utile parlarne con più persone per essere aiutati.
Vi è un ulteriore spazio dedicato ai più piccoli. Attraverso le parole e le immagini di una favola (“Cuore generoso”) frutto della fantasia degli autori della Polizia di Stato, si offrono importanti spunti di riflessione in tema di sfruttamento e abuso di minori.
Il sito rappresenta un valido strumento di supporto anche grazie alla sua capacità di visualizzare e diffondere sia una foto del minore, come era al momento della scomparsa, sia un’immagine, ritoccata al computer, di come apparirebbe oggi. Questa funzionalità risulta quanto mai utile nel caso di bambini, soggetti ad una rapida crescita e quindi a mutevoli cambiamenti.
Nel contesto delle iniziative volte a migliorare e potenziare le prestazioni del sito e il suo utilizzo, si colloca la partecipazione, da parte di personale appartenente alla Sezione minori della Direzione centrale della Polizia Criminale, ad un corso per l’acquisizione delle tecniche di “Age progression”, organizzato ad Alexandria (Virginia) dal National center of missing and exploited children, riservato alle Forze di polizia internazionali che aderiscono all’iniziativa.
L’acquisizione delle tecniche di applicazione “Age progression” da parte della Polizia di Stato consente di aggiornare, in tempi pressoché reali, le immagini dei bambini scomparsi, all’evidente scopo di rendere più agevole un eventuale riconoscimento e facilitarne il ritrovamento. Va specificato che tutte le foto dei minori scomparsi inserite nel sito potranno essere stampate direttamente e trasformate velocemente in volantini utili ai fini della ricerca.
Attualmente nel database del sito italiano figurano i casi di 26 bambini scomparsi. Ad evidenziare la particolare importanza dell’opera svolta, va rilevato che il numero di accessi effettuati dagli utenti dal 1° gennaio 2004 alla fine dello scorso aprile è stato di 62.010, con una media di circa seicento contatti giornalieri.
Un caso, tanto per citare un esempio, è quello di Veronica Neugebauer, scomparsa un anno fa a Lignano Sabbiadoro. Il suo papà, di nazionalità austriaca, l’ha sottratta alla mamma in un caldo pomeriggio estivo. Della bambina non resta che una foto sul sito dei bambini scomparsi.
Con la sua ci sono altre 26 immagini: 26 storie di bimbi di cui non si sa più nulla. Molti rapiti dal genitore di nazionalità straniera, altri spariti nel nulla dalla sera alla mattina. Come Angela Celentano, che oggi avrebbe dieci anni: scomparve nell’agosto ’96 da Vico Equense, nel napoletano, durante una gita sul monte Faito. O i fratellini Jacopo e Sara (otto e sei anni) sottratti alla custodia del papà (al quale li aveva affidati il Tribunale di Rieti) nell’agosto 2003 dalla madre, una somala con passaporto Usa.
Dicevamo che ogni anno sono tremila le denunce di scomparse relative a minorenni. Poco più di 600 le segnalazioni di ricerca sul territorio nazionale, relative a minori attivate nel corso del 2004: 185 italiani e 420 stranieri. Di questi: 305 al Nord (il 50,33% del totale), 144 al Centro (23,76%) e 157 a Sud e nelle isole (25,91%). Nel 2003 la cifra era di gran lunga superiore: 1.446 segnalazioni in totale, di cui 1.259 stranieri e 187 italiani.
Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di ragazzi e adolescenti che si sono allontanati da casa volontariamente. Oppure di sottrazione del minore da parte del coniuge separato, soprattutto di quelli di nazionalità non italiana. Cinquecento, secondo le cifre ufficiali, le vicende ancora aperte di bambini contesi. Quasi il doppio, secondo Bruno Poli, il consulente legale di Modena che ha aiutato Iris Moneta a riportare in Italia la piccola Iman e che a sua volta è stato protagonista di un caso drammatico: dopo 15 anni di processi, ancora non riesce a vedere regolarmente la figlia Marlene, rapita dalla sua ex compagna, una cittadina danese.
Solo una piccola parte delle scomparse segnalate, dunque, si rivela essere un rapimento vero e proprio di minori. Minori che spesso vengono indirizzati verso gli orrori della pedofilia, dello sfruttamento sessuale, o restano vittime di clan specializzati nell’espianto e nel traffico clandestino di organi. O anche avviati all’accattonaggio. Lombardia (102 denunce), Campania (72) e Lazio (58) le regioni italiane dove il fenomeno è più diffuso.




Il caso di Elisa Claps

Dodici settembre 1993. Elisa Claps, sedici anni, era attesa per il pranzo nella sua casa a Potenza. “Di lei non abbiamo saputo più nulla - dicono i fratelli della ragazza - e ancora oggi nessuno sa dirci cosa le è accaduto, in quegli ottocento metri che separano casa nostra dalla chiesa di Santa Trinità, dove si era recata”.
Tante e nessuna le speranze di rivederla che i fratelli Claps dicono di avere. In undici anni hanno smosso mari e monti per ritrovare Elisa ma invano. Undici anni passati ad attaccare volantini in tante città, aggrappandosi anche alla più piccola segnalazione, al minimo dettaglio, alla pista più improbabile.
Aiutare quanti stanno vivendo il medesimo loro dramma, è la molla che ha spinto la famiglia Claps a fondare “Penelope”, una associazione che raccoglie cinquanta famiglie di ragazzi e ragazze scomparsi. Ne fanno parte, fra gli altri, Marisa Gallinucci, madre di Cristina sparita nel 1993 e Gilda Bianchi, mamma di Milena, la giovane scomparsa in Tunisia.



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