Il Siulp di Roma ritiene doveroso ed imprescindibile sottoporre all’attenzione la gravissima e non più sostenibile situazione in cui versano gli uffici di Polizia della Capitale ed in particolar modo i commissariati.
Queste strutture fondamentali nell’organizzazione della sicurezza cittadina ormai sono in palese agonia. Quelli che dovrebbero essere anche l’orecchio, l’occhio delle pulsioni territoriali da trasmettere agli organi investigativi centrali, oramai non esistono che sulla carta.
Chiunque, in questi ultimi anni, abbia praticato tali uffici di Polizia, può confermare che la continua riduzione di uomini e la penuria costante di mezzi hanno ormai e definitivamente disarticolato questi organismi che non solo non svolgono quelle importanti funzioni di supporto investigativo, ma, cosa più grave, non riescono più ad adempiere a quelle finalità istituzionali che i cittadini reclamano.
Il compito del sindacato non è soltanto quello di vigilare sul rispetto degli accordi e delle contrattazioni, ma anche su quelli che sono i rapporti tra gli operatori di Polizia e l’utenza. In questo momento, ci sentiamo di far osservare che quest’ultimo non è tra i più brillanti.
I risultati dei continui e smisurati prelievi non fanno altro che produrre meno personale sui posti di lavoro e, conseguentemente, minore presenza sul territorio.
Oggi quindi, si naviga a vista in questi avamposti dello Stato, abbandonati a loro stessi e lasciati alla sola iniziativa ed abnegazione dei lavoratori di Polizia.
Vogliamo prendere una giornata tipo di un qualunque ufficio territoriale della Capitale già di per sé abbondantemente sotto organico?
Mediamente vengono prelevati: 2 ufficiali di Pg + 2 agenti per il corso Mpgi; 2 ufficiali di Pg + 2 agenti per aggiornamento professionale; 2 ufficiali di Pg per il corso operatore di Volanti, di ordine pubblico, ecc.; 2 ufficiali di Pg aggregati a turno presso Ponte Galeria, Viminale, ecc.; 2 o più ufficiali di Pg con funzioni di giudice di pace e di pm; un numero variabile di agenti che può andare da un minimo di due unità a 12 o più persone per i servizi giornalieri in ogni dove; 1 ufficiale di Pg e un numero imprecisato di agenti per ogni partita di calcio, peraltro richiesti sempre all’ultimo momento, stravolgendo di fatto la programmazione settimanale.
In quest’ultimo caso, forse, la colpa potrebbe imputarsi al fatto che la questura di Roma non sia in possesso del canonico calendario annuale delle partite di calcio, e quindi, sarebbe costretta ad improvvisare tutto all’ultimo secondo.
Lasciando perdere le aggregazioni giornaliere (sempre eufemisticamente parlando) che sottraggono le risorse umane per una sola giornata, per tutte le altre funzioni i periodi di “aggregazione” variano da un minimo di sette giorni a uno o più mesi.
Tutto ciò comporta un aggravio di lavoro per i restanti lavoratori e sicuro disagio per la cittadinanza che vede allungarsi a dismisura i tempi per la risoluzione delle singole istanze, per il solo fatto che, nel 99% dei casi, il personale sottratto è in organico agli uffici deputati a soddisfare la sopravvivenza dei commissariati (leggasi Uepi - Amministrativa - Stranieri - Polizia Giudiziaria - Sq. Volante ecc.). Pertanto, quando ogni settimana si inizia a lavorare con una media di 20 uomini in meno, lascio giudicare agli amanti della statistica quanto possa essere funzionale e funzionante un commissariato, o un qualunque altro settore operativo.
Questa ondata massiccia di prelievo di personale è da imputare, secondo noi, anche ad una mancanza di canali di comunicazione interni alla questura stessa. Ovvero: da una parte c’è l’ufficio servizi che effettua i prelievi giornalieri, e dall’altra c’è l’ufficio corsi che fa altrettanto, ed entrambi in base alle rispettive necessità, richieste ed esigenze. La mancata comunicazione tra questi due uffici fa sì che la sommatoria del prelievo di personale provochi, negli uffici territoriali, una desertificazione di risorse umane.
Signor Questore, i suoi commissariati, le sue Volanti, le sue Squadre, i nostri commissariati, le nostre Volanti, le nostre Squadre, in pratica la Polizia che la cittadinanza vorrebbe funzionale ed efficiente non c’è quasi più. Al loro posto esistono soltanto delle “casematte” con pochi volenterosi, ma ostinati, che mantengono la presenza dello Stato sul territorio, pur essendo coscienti che sono stati abbandonati a loro stessi, dovendo far fronte alle emergenze giornaliere con pochi uomini, mezzi, viveri e strumenti.
Ultimamente leggendo giornali o ascoltando telegiornali, si scopre che c’è una elevata percezione di una maggiore insicurezza da parte della cittadinanza e di conseguenza una richiesta più alta di sicurezza. Percezione peraltro supportata dalle più alte cariche del territorio, quali il Prefetto, il sindaco, ecc. che chiedono e contemporaneamente garantiscono maggiore sicurezza e iniziative sul territorio, mirate ad abbassare questa percezione.
Sicuramente saranno sfuggiti agli attenti uffici stampa degli enti a tal uopo deputati, gli allarmi che nel corso dell’ultimo quinquennio sono stati prodotti, con copiosa documentazione, dalle nostre realtà sindacali territoriali, quali: Tor Carbone, Centocelle, Casilino, Tuscolano, Monte Mario, Flaminio, Primavalle, Porta Maggiore, Colombo, Volanti, Mobile, Fiumicino, Ostia, Fregene, Polmare, Amministrativa, Stranieri e ci fermiamo qui, citando soltanto un decimo degli uffici che nel corso del tempo hanno denunciato la mancanza di uomini, mezzi e strumenti.
La sicurezza si produce e le percezioni di paura si sconfiggono con una reale presenza sul territorio e garantendo una più rapida soluzione alle problematiche che vengono esposte direttamente negli uffici territoriali. Senza questi elementi essenziali, i proclami, gli annunci e le dichiarazioni di intenti rimangono tali. Pertanto, in questo preciso e delicato momento, come addetti ai lavori, ci sentiamo di lanciare l’ennesimo appello. È necessario un ulteriore sforzo che superi le insormontabili ed endemiche carenze di uomini e mezzi, per operare interventi direttamente sulla funzionalità dei servizi in modo da risparmiare le esigue risorse disponibili, impiegandole secondo criteri di professionalità ed efficienza.
Prioritariamente, quindi, sarebbe opportuna la reale volontà di decentrare verso la periferia i pochi uomini, mezzi e tecnologie, a fronte di una constatata e reale impossibilità di ottenere dal Dipartimento della Ps le necessarie risorse. È altresì indispensabile ed urgente, signor Questore, un suo fattivo intervento presso i suoi diretti collaboratori affinché nella quotidianità siano rispettosi delle norme contrattuali ed attenti non solo alle singolari esigenze superiormente convenute, ma proprio per la funzione ricoperta, siano in grado di assumere, nell’impiego del personale, decisioni che denotino sicura professionalità e non già mera e personale assicurazione per eventuali e future contestazioni.
Per concludere possiamo tranquillamente definirla un Questore diverso. Infatti ha sostenuto iniziative che nessun altro si era assunto l’onere di promuovere, ha operato interventi mirati per la funzionalità di determinati settori, ha condiviso e condivide la quotidianità dei poliziotti romani, ed è per questo che ci sentiamo di chederle di più. È per questo che ci sentiamo di rivolgerci a lei, come mai fatto prima, perché non ci stiamo rivolgendo ad un dirigente superiore qualsiasi, ma ad un funzionario che è cresciuto a Roma, ad un manager che conosce Roma, che la ama e ne è divenuto il Questore.
Massimiliano Valdannini
Segr. Prov. Siulp - Roma
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