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maggio/2004 - Laboratorio
Laboratorio
“Scusate lo sfogo”
di

L’altro giorno le mie bambine mi hanno posto una serie di domande alle quali non ho saputo rispondere: “Papà perché devi andare a lavorare così distante da noi? Quando torni a casa con noi?”.
Domande che hanno fatto scattare in me una serie di riflessioni che portano esclusivamente ad una unica risposta: io, la mia famiglia, le mie bambine, i miei anni di servizio, la mia vita è diversa da altri colleghi! Sì, proprio così, è tutto diverso. Tutto di serie B, di seconda serie.
Spiego come sono giunto a questa conclusione.
Dopo oltre dieci anni di servizio, spinto dall’ambizione di una crescita personale e professionale (credo necessaria per chi crede nel lavoro che fa), partecipo al concorso per l’accesso alla qualifica di vice sovrintendente della Polizia di Stato riservato ad agenti, assistenti ed assistenti capo, questi ultimi con una graduatoria a parte. Riesco a superare il concorso, ma purtroppo la mia ignoranza sulla cultura è grande e, visto che non sono riuscito ad indovinare una delle domande di cultura generale presente nel quiz e di fondamentale importanza per il lavoro che faccio, sono stato punito! Sì, proprio punito! Infatti i punti che ho perso sbagliando questa risposta mi hanno fatto scivolare nella graduatoria provinciale al decimo posto e quindi, su 8 posti disponibili, ho perso la sede di servizio.
L’importante domanda era: “Che cos’è Alcantara?”, e le risposte: “Un lago della Campania, un monte della Calabria o un fiume della Sicilia”. Incredibile la mancanza vero!? (Ve lo dico, non vi lascio col fiato sospeso o non vi mando a cercare nell’enciclopedia: è un piccolo fiume della Sicilia).
Lo so, punito è un po’ troppo, del resto è stata una scelta mia quella di accettare comunque di perdere la sede di servizio. Così, con molta sofferenza e sostenuto da mia moglie, il 27 novembre 2000 inizio a frequentare il 17° Corso tecnico-professionale per l’accesso alla qualifica di vice sovrintendente della Polizia di Stato. Dopo più di 5 mesi di corso arriva il momento della scelta da fare in meno di 24 ore: la nuova sede è a 530 km da casa. Sì, proprio a 530 km dalla famiglia, dagli affetti più cari e dalla propria vita. Che fare? (Possibile che tra queste due sedi non ce n’era una più vicina per un padre di famiglia con due figlie e oltre dieci anni di servizio sulle spalle?)
Spinto da una forte determinazione di mia moglie (le donne hanno un coraggio incredibile), dalla storia dei corsi precedenti (i colleghi che hanno perso la sede sono stati fuori solo alcuni mesi, ad esempio i colleghi del 16° Corso sono rientrati in sede dopo 7 mesi), ma soprattutto con la consapevolezza di non gettare al vento i mesi di corso e l’opportunità che mi si era presentata, decido allora di accettare.
Naturalmente i sindacalisti che rappresentano il mio sindacato (sono iscritto al Siulp da circa venti anni, di cui molti passati anche a rappresentare altri colleghi) non intervengono a sostenere quei pochi colleghi che vanno a lavorare fuori sede solo perché hanno deciso di “fare carriera” (ne erano consapevoli), anche perché, in quel momento storico del corso, tutti i frequentatori lottavano per il riconoscimento che era stato dato ad altri colleghi (un decreto legislativo ha deciso infatti che i frequentatori dei corsi di vice sovrintendenti dal 1° al 14° siano inquadrati nel ruolo degli ispettori, quelli dal 15° al 17° nel ruolo dei sovrintendenti insieme agli assistenti capo con la qualifica di ufficiali di Pg), i quali colleghi avevano fatto le mie identiche scelte e seguito il mio stesso iter: concorso e corso. Certo una posizione netta del sindacato avrebbe sicuramente scatenato una serie di malcontenti che avrebbero condizionato le scelte del sindacato stesso.
Premetto di non aver nulla contro gli assistenti capo, ma sicuramente la loro storia è diversa dalla mia e di molti altri colleghi che come me hanno frequentato i corsi 15, 16 e 17. Quindi inizio questa nuova avventura professionale con molta amarezza per tutto quello che mi è capitato (a 530 km da casa per poi ritrovarmi nella qualifica di fatto degli ex assistenti capo ufficiali di Pg), ma anche con molta determinazione e voglia di fare.
La legge però non è uguale per tutti. Sì, proprio così.
Durante il corso infatti veniva promulgato un altro decreto legislativo che dava la possibilità agli assistenti capo di accedere alla qualifica dei sovrintendenti senza effettuare il concorso, o meglio un concorso per soli titoli (ma come? E la cultura generale? E Alcantara?). Non solo, ma la decorrenza giuridica dei nuovi vice sovrintendenti è quella del 1° gennaio dell’anno successivo alla pubblicazione della vacanza dei posti da ricoprire.
Alla fine dell’anno 2000 viene pubblicata la vacanza dei posti per la qualifica dei sovrintendenti e nella mia sede di servizio risulta addirittura che ne mancano 15 di posti. Allora perché devo andare a 530 km di distanza quando nella mia provincia mancano 15 posti (addirittura sembra che non ci sono tanti assistenti capo per coprire tutti i posti vacanti)? Incredibile ma vero.
Ma c’è di più. Sul finire del marzo scorso, finalmente partono per frequentare il corso alcuni degli assistenti capo (finalmente dico, visto che ci hanno promesso che appena finiscono il corso io posso ritornare in sede. Beh, che dire dopo tre anni. Già, sono tre anni più il corso. Speriamo sia vero di poter tornare), ma in realtà loro sono già vice sovrintendenti, dal 1° gennaio 2001, quindi prima di me. Infatti io ho la decorrenza nell’attuale qualifica dall’8 maggio 2001 e loro (secondo legge) quando finiranno il corso saranno davanti a me in graduatoria. Incredibile.
Non solo. I sindacalisti di tutti gli schieramenti ora si sono mobilitati per alleviare i disagi agli assistenti capo, chiedendo di salvaguardare la sede di servizio e di abbreviare la durata del corso di formazione. Infatti dei 4 mesi di corso previsti, ne effettueranno solo la metà presso le Scuole (forse anche meno) ed il resto presso gli uffici di appartenenza. Sembra addirittura che le sedi saranno sicuramente salvaguardate a tutti, anche a quelli che come me sono fuori graduatoria.
Un’altra notizia che circola è che forse sarà varato un decreto che farà decorrere la qualifica di questi nuovi vice sovrintendenti dal 9 maggio 2001, cioè un giorno dopo di noi. Quindi per me diventare sovrintendente significa che devono passare 7 anni dalla fine del corso, mentre per questi nuovi colleghi solo la metà e sicuramente per qualcuno anche meno.
Allora, questo, come lo chiamate se non discriminazione, figli e figliastri o quant’altro? E poi i miei tre anni a 530 km dalla famiglia, dalle figlie che sono cresciute senza la presenza del padre? Cosa racconterò loro quando scopriranno tutto questo? E a mia moglie cosa dirò? Dopo tutto quello che ha dovuto sopportare in questi anni? Dirò che è tutta colpa della mia cultura?
Vi prego di suggerirmi qualche scusa plausibile (quelle spontanee già me le sono date da solo). Le potrete anche mandare al mio indirizzo e-mail claudio.tarulli@virgilio.it. Grazie per la pazienza (per chi è arrivato a legger fino a qui) e scusate lo sfogo.
Claudio Tarulli
vice sovr. Polizia di Stato

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