Il Siulp, sindacato di Polizia maggiormente rappresentativo, ritiene di doversi soffermare e sottolineare come le Forze dell’ordine sono sempre più strumento per sanare le turbative sociali, ed anche come sempre più sono chiamate a svolgere compiti che mettono seriamente in pericolo la loro e l’altrui incolumità (Avellino docet...).
Ogni domenica - ma oramai anche in altri giorni - scattano i 90 minuti dedicati allo sport nazionale più seguito durante i quali la penisola viene assediata da 10.500 operatori addetti alla sicurezza, rispetto ai 5.500 del 1994 - malgrado gli spettatori siano diminuiti sensibilmente - e questo già la dice lunga, con un costo, a carico di tutta la società, che si aggira attorno a 1 milione e 33mila euro (2 miliardi di lire), superando abbondantemente i 51 milioni e 645mila euro (100 miliardi di lire) annui.
E anche quando non avvengono episodi tragici come quello ricordato, le città interessate da tali eventi si trasformano spesso in terreno di guerriglia urbana che normalmente lascia sulla propria scia danneggiamenti (treni, abitazioni, veicoli, ecc.), sacchetti (autogrill, bar, ecc.), senza che si riesca, il più delle volte, ad individuare gli autori materiali dei reati, in una giornata di festa purtroppo considerata di “ordinaria follia”.
La regione Emilia-Romagna, con le sue 9 provincie, per quanto concerne i soli impegni calcistici, conta 3 squadre di serie A (Bologna, Parma, Modena); 1 in serie B (Piacenza); 4 in serie C/1 (Cesena, Reggiana, Rimini, Spal) e 2 in serie C/2 (Ravenna, Forlì). Cesena è inoltre in una posizione strategica per gli spostamenti sia su rotaia che su gomma di frange ultras, molte delle quali considerate tifoserie violente.
Gli ultimi gravi disordini al “Manuzzi” si sono verificati tre anni orsono in occasione dello spareggio contro la Pistoiese che condannò il Cesena alla serie C/1. Questo trend positivo, è sicuramente merito dell’apparato di sicurezza “non esasperato” ma coordinato con professionalità ed intelligenza dal Dirigente del servizio d’ordine pubblico. Tra l’altro le varie Forze di polizia e i servizi di emergenza, sono state ottimamente supportate da un’Amministrazione comunale estremamente sensibile. Le sinergie create, anche con la società sportiva, propongono in effetti la città di Cesena quale esempio da imitare, e risultano un deterrente anche per le tifoserie più a rischio e di conseguenza più violente.
Il Siulp, da sempre contrario alla militarizzazione del territorio, è comunque in forte dissenso anche con chi vuole ricondurre, a forza, ogni allarme sociale ad un problema di ordine pubblico. Crediamo invece che le Forze di polizia che svolgono questa delicata funzione abbiano ottenuto già dei buoni risultati attraverso le “squadre tifoserie” attivate presso tutte le questure d’Italia, che supportate da impianti tv a circuito chiuso, stanno fornendo un contributo indispensabile nell’individuazione dei responsabili di reati all’interno ed all’esterno dello stadio. Affiancando a tutto questo in tempi brevi anche un servizio di vigilanza dello stadio, il cosiddetto “steward”, istituito ed addestrato dalle società sportive sicuramente si riuscirà a garantire un controllo maggiore con minore dispendio di energie.
Così come non deve essere solo ed esclusivamente il questore ad impedire l’accesso allo stadio ai violenti, ma gli stessi club hanno il dovere morale oltre che la responsabilità civile di rinunciare pubblicamente ed attivamente ai loro sostenitori più agguerriti, contribuendo in parte anche al pagamento delle spese sostenute dallo Stato, e cioè da tutti i cittadini, per ogni manifestazione sportiva.
Tutto questo è fattibile, in attesa che avvenga quel cambiamento culturale tanto atteso, per il quale comunque il Siulp si sta impegnando in prima persona, ma che naturalmente richiede tempi più lunghi, per contrastare definitivamente il disagio sociale e la violenza negli stadi.
Ugo Vandelli
Segr. Reg. Siulp - Emilia Romagna
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