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marzo / aprile/2004 - Interviste
Mostro di Firenze
Trentamila i “satanisti” italiani
di Andrea Nemiz

Il vorticoso evolversi delle notizie apparse sulla stampa in questi ultimi mesi, relativamente ai nuovi sviluppi delle indagini sul cosiddetto “mostro di Firenze”, hanno fatto “venire alla luce” – ed è ben più di un eufemismo – quanto radicate siano nel territorio decine e decine di sette che si dedicano, o anche praticano, il culto genericamente detto di Satana. I satanismi in Italia sarebbero oltre trentamila – cifre precise sono ovviamente inesistenti – e, solo su Internet, compaiono decine di siti dedicati al demonio.
Alcuni anni fa il Viminale ne ha fatto un primo censimento secondo cui sul territorio italiano sarebbero attive oltre 350 sette ufficiali. Le cifre non ufficiali, però, sarebbero ben più inquietanti: circa 800 tra sette, circoli e culti vari, concentrati in prevalenza tra Torino, Roma e le città del Veneto. Enorme il giro d'affari: ogni anno, tra candelabri, incenso, teschi e ingredienti per intrugli e pozioni, gli italiani vi spenderebbero milioni di euro.
Secondo il Cesnur (Centro studi sulle nuove religioni), gli aderenti a vario titolo a sette e culti non tradizionali sono circa un milione. Nel 1994 una studiosa del fenomeno, l'antropologa Cecilia Gatto Trocchi, aveva censito ben 64 periodici interamente dedicati all'occulto o alle nuove religioni. A Roma sarebbero attive almeno una quarantina di cosiddette "anti parrocchie", centri di occultismo e magia nera.
Nelle indagini sul mondo delle sette bisogna però procedere con molta cautela, quasi a tentoni: moltissimi centri sono segreti, accessibili solo agli iniziati, e quindi un censimento effettivo è praticamente impossibile. Del resto, anche per i movimenti più noti e visibili, le cifre sugli adepti non sono mai sicure. Si va dai culti microscopici con 10-15 adepti ai grandi movimenti religiosi con decine di migliaia di sostenitori.
Secondo il Viminale, inoltre, in Italia sarebbero stati delineati quattro diversi raggruppamenti principali che si rifanno al culto di Satana: il satanismo razionalista, il satanismo occultista, quello acido e il quarto dedicato al luciferismo.
1) Satanismo razionalista: in esso Satana rappresenta “un simbolo di ribellione, anticonformismo ed edonismo” ed è semplicemente il simbolo del Male, di una visione del mondo anticristiana, edonista e immorale;
2) Satanismo occultista: accetta la visione del mondo descritta dalla Bibbia, la storia della Creazione, la cacciata dal Cielo degli Angeli ribelli poi divenuti demoni, però schierandosi "dall'altra parte", al servizio del diavolo;
3) Satanismo acido: il richiamo a Satana sarebbe un mero pretesto per dare sfogo a intime perversioni, attraverso esperienze di droga, orgiastiche o atti di violenza, e forse questo è il fenomeno più incontrollabile e pericoloso. I loro riti si baserebbero sull'uso di sostanze stupefacenti, orge e abusi psicologici e sessuali mentre il culto del diavolo sarebbe una semplice scusa per “indorare” eccessi e depravazioni;
4) Luciferismo: in questo rito Satana sarebbe uno dei principi vitali per l’uomo, dunque non è il male, ma semplicemente l'opposto di Dio con una derivazione manichea o gnostica: Lucifero e Satana sono oggetto di venerazione all'interno di cosmogonie che ne fanno un aspetto "buono", o comunque necessario, del sacro.
La maggior parte dei gruppi presenti in Italia, però, si rifanno principalmente al satanismo razionalista e a quello acido e, fra le loro molteplici definizioni, appaiono sette anche dai nomi accattivanti: Bambini di Satana, Iod astrum aurum, Luce degli inferi. In particolare a Roma gravitano due sette la prima è quella della Chiesa nera luciferina mentre segue la Setta del Laterano. Sull'argomento è intervenuta più volte anche la Conferenza episcopale italiana che, in un approfondito documento sottolinea il “rinascere e rinnovarsi di forme di divinazione, di sortilegio, di maleficio, di magia, spesso mescolate con un uso superstizioso della religione”, rilevando quanto fosse soprattutto preoccupante “il fiorire di un diffuso e malsano interesse per la sfera del demoniaco, al quale i mezzi di comunicazione sociale contribuiscono a dare risonanza e supporto”. La diffusione di questi fenomeni, spiegano i presuli, conduce “all'oscuramento del senso di Dio, all'abbandono della sua signoria sul mondo, alla caduta della fede nella sua provvidenza e guida nella storia, e alla strumentalizzazione di Dio a vantaggio dei desideri e interessi immediati dell'uomo”.
In questo nostro civile mondo si consumano, dunque, nel delirio dell'adorazione di Satana, delitti tremendi. Il professor Del Re, esprimendosi su una valutazione dei crimini satanici, tra l'altro, scrive: “se i crimini portati a conoscenza del pubblico, di natura satanista, sono all'incirca 1.500 ogni anno (riferiti solo al mondo occidentale, esclusa l'America latina), si può ritenere che il numero oscuro, quello che resta ignoto, sarebbe di 10 volte tanto. In questi 15mila crimini satanici, fra congreghe ed isolati, potrebbero esservi coinvolte almeno 150mila persone. Un numero certamente indicativo che si riferisce soltanto al mondo occidentale”. La densità maggiore di “satanisti” - per quanto appare sulla stampa – sarebbe comunque in Europa, nelle città vertici del triangolo del demonio: Torino, Praga e Lione, dove i satanisti credono che vi sarebbero punti di forza satanica affiorante, oppure sentieri sotterranei che conducono agli inferi, o templi sepolti e dimenticati di adorazione al Grande avversario.
Secondo il sociologo Massimo Introvigne, uno dei maggiori esperti italiani dei culti esoterici, nelle varie dipanazioni dei sottogruppi delle principali correnti di satanismo, la distinzione non è mai così netta e spesso riti e motivazioni si mescolano:
- Bambini di Satana: è quella più famosa, per le recenti vicende giudiziarie che hanno coinvolto il suo leader, una ex guardia giurata che si autodefinisce la “Bestia 666”. La setta sarebbe composta da una cinquantina di adepti e opera sulla città di Bologna. Come impostazione il gruppo si riallaccia alla Chiesa di Satana fondata a San Francisco da Anton La Vey nel 1966. Alcuni seguaci americani sarebbero stati più volte coinvolti in vicende di abuso di minori e violenze sessuali ma, nella maggior parte dei casi, l'adorazione del demonio segue rituali innocui, legati all'occultismo. Recentemente dei seguaci sono entrati in azione anche in Campania, celebrando una messa nera tra gli scavi di Pompei.
- Chiese di Satana a Torino: il capoluogo piemontese vanta la comunità di satanisti più attiva d'Italia, decine di migliaia di seguaci secondo il responsabile di una delle sette cittadine, molti di meno secondo le indagini del professor Introvigne, che parla di non più di 5-600 adepti, divisi in due Chiese. Le loro messe nere hanno un rituale meno macabro di quello di altri gruppi: niente orge o abusi sessuali, ma celebrazioni nel corso delle quali viene gridato l'odio a Dio, attraverso la profanazione del Crocifisso e l'uso di amuleti.
- Confraternita Luciferiana: a Roma, setta guidata da un famoso occultista che segue il culto di Lucifero, ritenuto il “principe perfetto” di gran lunga superiore a Satana. Nei riti, flagellazioni liberatorie e messe nere nelle quali si tagliuzzano mani e braccia per offrire sangue al loro signore. Gli adepti sarebbero un centinaio.
- Cerchio satanico: setta clandestina, ispirata al pensiero e alle azioni di Charles Manson, con sede a Bassano del Grappa.
- Figli di Satana: setta clandestina, attiva in Piemonte, e dedita soprattutto alla profanazione dei cimiteri di campagna.
- Ierudole di Ishtar: misterioso gruppo satanista tutto femminile, di cui si è scoperta traccia a Pescara.
- Tempio di Set: una emanazione italiana del più importante gruppo satanico americano, fondato nel 1975 da Michael Aquino. La sede italiana si trova a Napoli. La setta è stata accusata di aver organizzato una messa nera nei sotterranei dello Stadio San Paolo.
A. N.

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