Caccia alla laurea, tra gioielli ed orrori degli Atenei italiani, fra i quali svetta quello di Trento dove insegnano nella facoltà di Giurisprudenza docenti di grande esperienza
Un viaggio nel panorama universitario italiano, potrebbe assumere i contorni di un giro in una “casa degli orrori”, tra fughe di cervelli, strutture fatiscenti, feudalesimo delle cattedre, elevata mortalità universitaria, pornoesami, e chi più ne ha più ne metta.
In questo panorama deprimente, emergono, come oasi nella desolazione, alcune Università a misura di studente, caratterizzate da un rapporto di collaborazione e disponibilità reciproca tra professori e studenti, uno sguardo ai settori lavorativi in via di sviluppo ed ai possibili risvolti occupazionali.
Il fatto stesso che queste caratteristiche, che di per sé dovrebbero essere presenti in ogni Facoltà universitaria, siano invece riservate a pochi eletti, la dice lunga sul livello globale dei nostri atenei.
I migliori - Un approfondito studio sulle facoltà italiane, pubblicato dal quotidiano “la Repubblica” nel luglio di quest'anno, ha proceduto alla redazione di speciali classifiche, che prendono in considerazione ogni corso di laurea presso le Università pubbliche del nostro Paese, assegnando un punteggio ad ogni facoltà tra un minimo di 66 ed un massimo di 110.
In questo articolo abbiamo preso a campione le facoltà di Architettura, Giurisprudenza, Ingegneria e Medicina, e da un esame superficiale, quello che salta subito all’occhio, è che ai primi posti troviamo sempre Università del nord, magari di provincia dove, indubbiamente, è più agevole organizzare un sistema didattico efficiente, anche in considerazione del numero più limitato di studenti che vi affluiscono, se paragonate con i grandi Atenei di Milano o Roma.
In vetta alla classifica relativa al corso di laurea in Giurisprudenza, troviamo l’Università di Trento. Questa è una Facoltà con caratteristiche precise, che la distinguono da tutte le altre sparse per il Paese. Qui si studia Diritto comparato, non limitandosi ad uno sguardo agli ordinamenti degli altri Paesi. Si studia in una dimensione che è quella della transnazionalità. L’Ateneo trentino è stato capace, in questi anni, di trasformare una sua apparente debolezza geografica, essere periferia del sistema universitario, in un punto di forza, diventando l’Università che più guarda all’Europa ed alle sue problematiche. Numerosissimi i docenti provenienti dagli Stati Uniti, dalla Germania, dalla Francia, dall’Est europeo. E numerosi gli studenti che arrivano fino a qui per studiare dal Portogallo, dalla Spagna, dalla Grecia, dalla Finlandia, dalla Palestina. L’Università trentina organizza ogni sorta di servizio per i suoi studenti, ai quali presta le biciclette per soli 30 euro di cauzione, mette a disposizione uno psicologo per chi è in crisi con lo studio, offre le attività sportive più svariate per il tempo libero: sci, tennis, canottaggio sul vicino lago di Caldonazzo. La biblioteca giuridica è aperta anche la sera, fino a mezzanotte, ed anche il sabato e la domenica. La Facoltà è piccola e ci si conosce tutti, favorendo l’intessersi di più stretti rapporti interpersonali. Questo quadro idilliaco farà probabilmnte sorridere chi studia nei gironi infernali dell’Università La Sapienza di Roma, ad esempio, dove i professori spesso sono inavvicinabili, le bocciature valutabili secondo percentuali tanto regolari da far pensare che taluni esami (come Diritto privato), costituiscano una sorta di test a numero chiuso di promossi, la cui unica regola diventa troppo spesso il giudizio insindacabile di professori ed assistenti nel dare una valutazione della preparazione dei ragazzi.
Anche la facoltà di Giurisprudenza presso l’Università di Tor Vergata (Roma II), nonostante nella speciale graduatoria pubblicata da la Repubblica sia nelle prime posizioni in Italia, rischia di prendere dalla sorella maggiore i lati peggiori: spesso ci sono esami spauracchio e professori che a volte scoraggiano gli studenti peggiorando un quadro d’insieme che potrebbe essere molto più roseo, soprattutto per il valore di alcuni docenti, e la possibilità di gestire un numero di iscritti di molto inferiore rispetto a La Sapienza.
Perchè andare a farsi trattar male all’Università pubblica, si chiedono in molti, e magari laurearsi con una votazione avvilente, quando alla privata si può studiare in edifici splendidi e funzionali, stabilendo un rapporto diretto con docenti comprensivi (che spesso sono gli stessi che all’Università pubblica terrorizzano gli studenti), ottenere una votazione appagante e magari essere inseriti rapidamente nel mondo del lavoro?
Forse è questione di quattrini, ma, purtroppo, solo per quelli che possono permetterselo, vale davvero la pena di spenderli.
Bisogna salire fino a Trento, anche se si vuol frequentare la facoltà di Ingegneria modello, immersa nel verde, in un ridente paesaggio collinare. Silenzio, quiete, un grande parco con panchine per chi vuole studiare all’aperto. Proprio qui, tra le molte novità di questa Facoltà gioiello, si sta sperimentando con successo un corso di laurea destinato a superare, finalmente, una storica dicotomia: il corso quinquennale in Ingegneria Edile-Architettura permetterà agli iscritti di diventare ingegneri e architetti contemporaneamente.
Il segreto del successo di questa Facoltà, risiede nei suoi preziosi laboratori, noti in tutta Europa.
Qui è stato brevettato il cosiddetto vetro intelligente, un vetro capace di bloccare le crepe che lo distruggono e di segnalare la sua imminente rottura perdendo la trasparenza.
Nel laboratorio multidisciplinare di ricerche biomediche, lavorano gli ingegneri dei tessuti. In squadra con biologi, fisici e medici, studiano nuove proteine con capacità bioattive, capaci di rigenerare pezzi di osso o di muscolo mancanti, partendo dalle caratteristiche biologiche dei bachi da seta.
Tra i nuovi corsi di laurea che maggiormente attirano gli studenti, un posto di rilievo spetta a quello in Ingegneria delle Telecomunicazioni, dedicato alla progettazione, all’esercizio ed alla manutenzione di tutti i sistemi di telecomunicazione. Tra le nuove lauree specialistiche, suscita particolare interesse quella in Ingegneria Meccatronica, che unisce in sé meccanica ed elettronica per ottenere oggetti intelligenti. In definitiva, ciò che rende speciale questa Facoltà è la varietà dell’offerta, collegata all’internazionalizzazione della didattica, all’eccellenza della ricerca e ai rapporti con le imprese, che consentono un costante aggancio con la realtà produttiva.
Dobbiamo spostarci più ad est, se vogliamo studiare nella facoltà di Medicina e Chirurgia di Udine, una delle più piccole d’Italia. Sono solo 80 quest’anno le matricole a Medicina e Chirurgia, che godono di un rapporto quotidiano, quasi familiare, coi docenti, i quali conoscono a memoria il nome dei ragazzi. Ci si può inoltre iscrivere a corsi triennali particolarmente prestigiosi, come quello per fisioterapisti, infermieri, biotecnologi, tecnici radiologi, manager sportivi.
Gli scambi con le Università straniere sono particolarmente intensi, e la ricerca scientifica è di alto livello. Il tutto in un ambiente gradevole, a due passi dal mare e dalla montagna, nella quiete e nella pace della periferia friulana.
Fiore all’occhiello della Facoltà rimane la sua sede di Gemona: un campus universitario all’americana, ove si tiene il corso di laurea triennale in Scienze Motorie, che forma allenatori, manager sportivi e istruttori di atletica.
Docenti incriminati - Lo scandalo degli esami comprati alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università La Sapienza di Roma, ha reso ancor più torrido il luglio romano, ma la sorpresa per l’indicibile evento non è stata eguale per entrambe le categorie di persone coinvolte. Se molti docenti affermano di non aver sentito mai parlare di esami truccati, manifestando incredulità e rammarico, nonché sostegno (a priori) ai colleghi coinvolti, gli studenti hanno invece candidamente ammesso di essere a conoscenza delle “irregolarità costanti” che si verificano in sede d’esame, definendole “anomalie ed atti non legali, all’interno di una Facoltà che la legge dovrebbe insegnarla”.
Questo increscioso sistema, per quanto vergognoso, passa addirittura in secondo piano di fronte ad una scabrosa vicenda emersa presso l’Università di Bari, ove il coordinatore dell’Ufficio relazioni con il pubblico adescava le giovani matricole e offriva loro le risposte alle prove di ammissione per Scienze della Comunicazione e Scienze e Tecniche Psicologiche. Lo zelante funzionario è stato arrestato in flagrante dai Carabinieri e dopo un lungo interrogatorio ha confessato tutto, ma gli inquirenti sospettano che il business dei test di ammissione in cambio di favori sessuali sia molto più ampio.
Lo scandalo è emerso nel mese di settembre, allorchè una studentessa ha pensato di chiedere aiuto al quotidiano “la Repubblica”, ed è stata predisposta una trappola, con uomini delle Forze dell’ordine che si sono finti studenti per seguire un’esca ed incastrare il segretario che vendeva i test. L’operazione è riuscita, ed apre nuovi, inquietanti scenari sul mondo universitario.
Quale conclusione trarre da tutto questo? Accanto ad alcune Facoltà modello, autentici miraggi agognati da ogni studente, abbiamo tanti ragazzi che ogni giorno sgomitano e sperano di emergere tra mille difficoltà. E tutto questo ha un comune denominatore: chi detiene il potere, dal professorone all’usciere, all’assistente frustrato che smania per sfogare sullo studente la sua insoddisfazione, lo esercita, spesso, senza alcun controllo.
Da qui la massima: prendi il pezzo di carta e scappa.
BOX – 1
Una classifica mondiale
(“La Sapienza” al 70° posto)
C’è una hit parade mondiale anche per le Università: negli Stati Uniti è stata compilata una classifica di cinquecento Atenei, dopo che ne erano stati presi in esame ben duemila, sparsi in tutto il mondo.
L’Italia, con la romana “La Sapienza”, conquista il settantesimo posto; mentre le prime venti sono appannaggio di Stati Uniti, Gran Bretagna e Giappone, eccole nell’ordine: Harvard, Stanford, Caltech, Berkeley, Cambridge (Gran Bretagna), Mit, Princeton, Yale, Oxford (Gran Bretagna), Columbia, Chicago, Cornell, San Francisco, San Diego, Los Angeles, Seattle, Imperial Collage Sci Tec Med (Gran Bretagna), Pennsylvania, Tokio (Giappone), University College Londra (Gran Bretagna).
Oltre a “La Sapienza”, che come abbiamo accennato è al settantesimo posto, le altre Università italiane esaminate si classificano così: la Statale di Milano (tra il 102° e il 152° posto); Padova e Firenze (tra il 152° e il 200°); Bologna, Milano Politecnico, Napoli Federico II e Pisa (tra il 201° e il 250°); Torino, Genova e Pavia (tra il 251° e il 300°); Perugia e Ferrara (tra il 301° e il 350°); Roma Tor Vergata, Palermo e Trieste (tra il 351° e il 400°); Parma, Normale di Pisa e Catania (tra il 401° e il 450°); Cagliari, Bari e Siena (tra il 451° e il 500°).
BOX – 2
Quanto costa l’Università
Mandare un figlio all’università rappresenta un costo non indifferente per le famiglie. Secondo fonti ministeriali, infatti, il mantenimento di uno studente universitario costa, in media, settemila euro ogni anno (seicento al mese). Di conseguenza per far diventare un figlio architetto, ingegnere, medico o avvocato (tempo medio sei anni) una famiglia deve investire minimo 50 mila euro.
Si tratta di stime prudenziali, dal momento che non sempre la sede universitaria si trova nella stessa città ove abita lo studente: in questo caso la spesa annua lievita fino ad 8mila e trecento euro a causa del costo di vitto ed alloggio.
Ma poi, una volta laureati, cosa accade? Diciamo subito che non sempre il posto di lavoro è nella propria città ed ecco, quindi, che il giovane neolaureato, a fronte di una busta paga che possiamo stimare in 900 euro mensili, dovrà affrontare le spese di un alloggio e dei pasti, più le altre accessorie. Ragion per cui, almeno per un certo periodo di tempo, sarà sempre la famiglia a dover “aiutare” il rampollo: una sorta di “salario integrativo” e tale “salario” dovrà essere corrisposto almeno per cinque anni.
Sarà forse per questi motivi che alcuni giovani laureati decidono di andarsene all’estero? E’ possibile.
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