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gennaio/2004 - Interviste
Padrini e Padroni
Ci sarà un futuro anche per loro?
di Serafino Del Bove

L’intero settore della vigilanza privata attende da troppi anni norme di legge chiare che diano anche un assetto dignitoso agli operatori interessati. Due proposte di legge (se opportunamente integrate) potrebbero mettere ordine nel caotico panorama delle Guardie Particolari Giurate. In queste pagine parlano i diretti interessati

Una legge, che definisca una volta per sempre la figura della Guardia Particolare Giurata, le competenze e i limiti di questo lavoratore in uniforme: sarebbe la più grande riforma che si possa espletare per il Comparto della vigilanza privata.
Ho letto delle proposte di legge che prevedono (finalmente!) come il servizio di vigilanza, prevenzione e custodia dei beni mobili e immobili ed altri servizi di vigilanza, sia delegato solo agli Istituti di vigilanza privata, non più a enti o privati che si fanno Guardie Particolari Giurate per conto loro.
La proposta prevede anche che, quei colleghi dipendenti da questi enti o privati siano assunti dall’Istituto che vincerà l’appalto: sarebbe un ottimo viatico se fosse applicata.
Tra le proposte di legge, sia da destra che da sinistra e dal centro, si vuole riconoscere la figura della Guardia Particolare Giurata come incaricato di pubblico servizio (art. 358 C.p.). Continuo con la solita litania: noi Guardie Particolari Giurate siamo sottoposte a leggi obsolete ed anacronistiche ed in più gli Istituti di vigilanza devono ancora sottostare a quelle inique licenze a livelli provinciali. La proposta di legge dell’on. Marcella Lucidi dei Ds vorrebbe ampliare la licenza alle Regioni, e, se le aziende hanno strutture solide e garanzie economiche, anche a livello nazionale.
Contratti part-time e a termine: che senso hanno nella vigilanza privata, se non creare malessere e insicurezze tra le Guardie Particolari Giurate? Si può capire i contratti di formazione professionale, ma, a che cosa servono assunzioni con contratti a termine per quattro mesi o per un anno se non per competere nel mercato a prezzi inferiori al fine di aggiudicarsi gli appalti?
Sperando (e in questo sono pessimista) che alcuni imprenditori della vigilanza privata non inseriscano in questo settore, come hanno fatto con le agenzie di mediazione, le agenzie interinali, lo staff leasing e lo job sharing come prevede la legge 30/03 detta “legge Biagi”.
Con la concorrenza “sleale” che c’è nel Comparto, come sarà possibile inserire altri tipi d’assunzione, dove i controlli sono minimi e quelle poche regole che ci sono non sono rispettate? E poi: è possibile migliorare deontologicamente la Guardia Particolare Giurata con questo futuro mercato del lavoro?
Di proposte di legge per la riforma della vigilanza privata ce ne sono a iosa e alcuni punti di intersezione ci sono. E allora, sarebbe utile che i presentatori delle proposte si riunissero e tirassero fuori (come il coniglio dal cilindro del mago) quella legge che serva non solo alle Guardie Particolari Giurate, ma anche di riflesso all’intera società.
Basta con gli appellativi come “vigilantes”, “sceriffi” e altro, non ne possiamo più. Non vogliamo essere cittadini in divisa di serie B: molti colleghi sono morti in servizio, uccisi da banditi senza scrupoli; altri sono stati feriti, alcuni sono rimasti infermi per tutta la vita.
Psicologicamente, non é piacevole per una persona che indossa una uniforme per lavoro (un operaio con la pistola) poter pensare di uscire di casa ed essere soggetto ad attacchi ed aggressioni sul posto di lavoro dal trasporto valori, alle antirapine alle banche, alle poste, quando si prelevano i denari dalle casseforti dei supermercati da criminali feroci ed agguerriti più che mai.
La cronaca nera é piena di fatti di sangue dove sono state coinvolte Guardie Particolari Giurate. E in più, all’altissimo rischio della propria vita, noi lavoratori Guardie Particolari Giurate ci troviamo sulla nostra strada lo spettro dei licenziamenti e della cassa integrazione. Grazie... ad alcuni imprenditori o datori di lavoro che operano nel mercato della vigilanza con sistemi leciti e no, per aggiudicarsi gli appalti anche a costi inferiori di quelli che prevedono il mercato e le direttive del Prefetto. Il tutto si ripercuote all’interno degli Istituti di Vigilanza con il non rispetto del contratto nazionale, come a Roma dove da più di dieci anni non si rinnova il contratto provinciale; di riflesso c’é bassa tecnologia e poca professionalità da parte degli Istituti e delle Guardie Particolari Giurate. Non c’è ricerca scientifica e di mercato nel settore (se c’è non si vede).
Bisognerebbe ampliare con nuovi mezzi e tecniche (es. fare trasporti valori, secondo le distanze, con un elicottero, per evitare facili attacchi ai furgoni da rapinatori durante il percorso).
Guardare avanti: nuovi orizzonti si stanno aprendo in questo Comparto. Il futuro della vigilanza privata deve essere formato da Istituti tecnologicamente specializzati e da Guardie Particolari Giurate professionalmente ben preparate.
Per le Guardie Particolari Giurate che fanno servizio nelle città con alta densità turistica, si potrebbero finanziare corsi e viaggi di lavoro per imparare una lingua straniera (per es. l’inglese); finanziare corsi per insegnare ad usare il computer: più si spende per migliorare la professionalità, più si riceve fiducia da parte della collettività, e quindi più credibilità.
Ci sono Istituti di vigilanza privata che hanno iniziato un percorso di rinnovamento molto attendibile.
Si cominci a fare sul serio:
a) salvaguardando gli interessi materiali (come il posto di lavoro) e l’interesse generale e etico di tutta la categoria;
b) sperando che i Prefetti della Repubblica italiana ritirino le licenze di Polizia a quei titolari di Istituti di vigilanza che non ne sono degni e non rispettano i precetti e le regole dell’ordinamento democratico dello Stato.

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