La sesta edizione del Premio letterario dedicato al fondatore di questo giornale, organizzata dal Siulp di Bologna, ha visto premiati ex aequo due autori di successo
Il Premio letterario Franco Fedeli, è giunto alla sua sesta edizione. Come è ormai consuetudine il Siulp provinciale di Bologna ha premiato il miglior romanzo poliziesco italiano, edito nel corso dell’anno trascorso, che aveva come protagonista un poliziotto o, comunque, un rappresentante delle Forze dell’ordine.
Organizzata dal Siulp petroniano, la cerimonia si è svolta a Bologna nella sala del chiostro di San Salvatore (che ospita anche il gabinetto regionale della Polizia scientifica) alla presenza di numeroso pubblico, fra cui funzionari della questura bolognesi e Walter Giovannini sostituto procuratore a Bologna.
La giuria del Premio era composta, come tradizione, da lavoratori di Polizia amanti del genere poliziesco e studiosi di letteratura.
Quest’anno hanno partecipato, come giurati, anche alcuni studenti della facoltà di lettere, Dipartimento Arte, Musica e Spettacolo dell’Università di Bologna.
La terna finale degli scrittori in concorso era rappresentata da:
- Marcello Fois (“Dura madre” - ed. Einaudi;
- Roberto Mistretta (“Non crescere troppo” - ed Terzo Millennio);
- Valerio Varesi (“Il cineclub del mistero” - ed. Passigli).
La giuria ha ritenuto di premiare, ex aequo, i libri di Marcello Fois e Valerio Varesi.
I premi, costituiti da artistici piatti di ceramica faentina sono stati consegnati da Carlo Lucarelli; le targhe in cristallo e argento offerte da “Polizia e Democrazia” sono state consegnate dal nostro vicedirettore Maria Angela Boggioni Fedeli.
In precedenza Lucarelli, Varesi, Mistretta e Fois avevano letto ciascuno un brano tratto da libri di Simenon, Fenoglio e Boccassini; infatti, il Premio Franco Fedeli si è collocato quest’anno nell’ambito di “Bologna ad alta voce”, organizzato da “Ausilio per la cultura” e promosso dalla “Coop Adriatica”.
L’iniziativa prevedeva (come è accaduto nel corso della cerimonia per il Premio Franco Fedeli) che poeti, scrittori ed attori leggessero in pubblico, in vari luoghi della città, brani di autori famosi.
Ed ecco quindi che sull’autobus bolognese della linea 32, il comico Bepo Storti ha recitato testi del suo spettacolo dal titolo “Mai morti”; lo scrittore Pino Cacucci ha scelto di leggere nelle Poste centrali di piazza Minghetti, un brano di Carcas; Freak Antoni e il professor Faeti hanno intrattenuto i ragazzi di un liceo cittadino con brani di Oscar Wilde e di Perrault.
Giova ricordare - come ha sottolineato Carlo Lucarelli - che “il Premio Fedeli è uno dei più ambiti dagli scrittori di romanzi polizieschi, perché si tratta non soltanto di un riconoscimento culturale, ma di un premio tecnico: se entri in finale vuol dire che hai scritto cose vere. Fa proprio piacere essere selezionati per questo premio perché esso può vantare vincitori illustri, senza contare che i libri in concorso propongono una immagine diversa dallo stereotipo del poliziotto”.
Non dimentichiamo che questo premio letterario, intitolato al fondatore del nostro periodico, è un piccolo premio autofinanziato, quindi a dir poco austero, ma per ricevere il riconoscimento si sono già “scomodati” Camilleri, Lucarelli, Guccini, Macchiavelli, Angelino e Perissinotto.
Anche questa sesta edizione del premio è stata curata da Simona Mammano, della Polizia di Stato, (con la collaborazione del collega Maurizio Matrone) che ha profuso al di là di ogni immaginazione, impegno ed energie.
Un grazie particolare a Simona da tutti noi.
I tre libri finalisti
• Marcello Fois “Dura madre”
ed. Einaudi
Tre fratelli. Il primo morto suicida, il secondo assassinato, e il tezo sopravvissuto a tutto. Dietro una dura madre e il cuore sofferente di Barbagia. Un thriller spaventoso e autentico, dove a raccontare la verità imprevedibile dei fatti sono le voci degli uomini e del vento.
• Roberto Mistretta “Non crescere troppo”
ed. Terzo Millennio
Chi si cela dietro i malvagi occhi pelosi? Cosa nasconde quel cadavere nella monnezza? Il maresciallo Saverio Bonanno alle prese con un delitto dai troppi punti oscuri. Un romanzo palpitante di sentimenti ed emozioni che descrive una Sicilia fatta di personaggi realistici e paesaggi da sogno. “Non crescere troppo” è ambientato in Sicilia.
• Valerio Varesi “Il cineclub del mistero”
ed. Passigli
Un morto in un piccolo cineclub, deceduto di morte naturale, forse d’infarto, con uno strano filamento di cotone attaccato a un herpes sul labbro, accende il dubbio del commissario Soneri a cui non piace che le cose non quadrino.
Soneri è diventato uno di quegli appuntamenti con la serialità del giallo a fianco di figure come il commissario De Vincenzi, il sergente Sarti e il Duca Lamberti.
Menzione speciale ad un poliziotto
Una menzione speciale è stata riservata dalla giuria del premio Fedeli al libro fuori concorso “L’isola nera” (ed. e/o) di Piergiorgio Di Chiara, Commissario della Polizia di Stato a Palermo.
Il protagonista di questo libro è Salvo, un poliziotto ferito nel corso di un’operazione e momentaneamente sospeso dal servizio per convalescenza su un’isola siciliana. Qui si trova coinvolto, del tutto casualmente, forse per destino o per vocazione, in un caso di apparente semplicità iniziale, che via via si complica e si tinge di mistero e di ambiguità.
La sua forza è forse nella leggerezza che gli consente di muoversi in modo estemporaneo, istintivo e con una serena e disinvolta deroga dalle regole. Eppure alla fine piomba con un guizzo sul colpevole, come si conviene in ogni giallo che si rispetti.
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