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novembre / dicembre/2002 - Interviste
Polizia/Professionalità
E la fuga continua...
di Gerardo Dettori

Le richieste da parte di funzionari di Polizia di transitare in altre Amministrazioni dello Stato aumentano e rischiano di lasciare scoperti importanti e delicati incarichi nell’ambito della lotta al crimine. Non si intravedono soluzioni a breve scadenza

Un anno addietro, più precisamente nel fascicolo di gennaio 2002, la nostra copertina così annunciava: “2002, fuga dalla Polizia?”. Infatti un articolo di Giuseppe De Matteis, Segretario nazionale del Siulp, sottolineava come molti funzionari della Polizia di Stato, demotivati e frustrati e (in molti casi) sottratti al loro ruolo istituzionale, avevano preferito abbandonare la Polizia chiedendo il trasferimento ad altre Amministrazioni dello Stato.
Il problema era ed è abbastanza preoccupante. Un fenomeno quello della “fuga” sul quale è tornato il settimanale “L”Espresso” del 31 ottobre scorso con un documentato pezzo a firma di Marco De Lillo.
Scrive il giornalista che “grazie ad una legge entrata in vigore nel 2001, i dipendenti della Polizia di Stato possono chiedere di essere trasferiti, a parità di stipendio, ad altra Amministrazione”. Ed è la verità. Dalla Polizia di Stato se ne stanno andando i migliori, anche per quanto riguarda i ruoli dei direttivi, quelli che insieme a tanti colleghi lottano in prima fila contro la criminalità, sia essa predatoria che organizzata.
La stessa Associazione Nazionale Funzionari di Polizia ha fornito le cifre in proposito: su duemilacinquecento funzionari direttivi (commissari capo e vicequestori aggiunti), circa mille hanno fatto domanda di transito ad altra Amministrazione statale. Il ministero dell’Interno, da parte sua, sostiene che in realtà i... transfughi sarebbero solo 337. Di questi solo 147 sono stati trasferiti, mentre per 106 le relative domande sarebbero state rigettate. Per gli altri si stanno esaminando i casi.
Il Viminale è a conoscenza del fatto giacché il Capo della Polizia Direttore generale Gianni De Gennaro al Ministro aveva indirizzato una lettera esprimendo le sue preoccupazioni.
Preoccupazioni più che giustificate dal momento che, tanto per fare un esempio, alla Criminalpol di Roma hanno chiesto ed ottenuto il trasferimento ben 25 funzionari; altri 11 sono già transitati ad altre Amministrazioni, per un totale di 37 unità e solo 13 sono stati rimpiazzati. Mancano all’appello 24 dirigenti.
Vediamo alcuni di questi funzionari che hanno lasciato l’Amministrazione: Anna Maria Mistretta, si è vista distruggere la casa ad Alcamo su mandato del boss Matteo Messina Denaro: la colpa di Anna Maria era stata quella di aver chiesto la confisca dei beni degli uomini della mafia.
Lo Stato non l’ha risarcita neanche dei 50mila euro di danni subiti. Non solo. L’hanno trasferita a Roma dietro una scrivania senza neanche poter usufruire dell’alloggio di servizio. Lo scorso anno però Anna Maria Mistretta ha lasciato i ruoli della Polizia di Stato. Ha preferito andare a lavorare al ministero dei Beni Culturali e Ambientali.
Raffaele Miele, invece, è uno dei massimi esperti di flussi migratori clandestini. Quando fu costituito l’apposito servizio gli furono preferiti altri funzionari. Oggi è dirigente della Camera di Commercio di Viterbo.
All’Ucigos sono mancati funzionari di valore quali Silvia Giannelli e Massimo Tedeschi che hanno lasciato i ruoli. Altro grido d’allarme dall’antidroga. Il Direttore di questo importantissimo settore ha fatto presente al sottosegretario all’Interno Mantovano che mancano otto funzionari su un organico di dodici.
Se ne sono andati personaggi chiave come Alessandro Bracci, responsabile della lotta alle molteplici manifestazioni della pedofilia; e un altro funzionario del settore, Alessandro Distinto, dirige la neonata “Polizia provinciale” di Roma e si deve occupare anche di... bracconaggio!
Ha lasciato la Polizia anche il commissario Montalbano (non quello di Camilleri), già capo del commissariato di San Lorenzo a Palermo; ora dirige i Vigili Urbani di Termini Imerese.
Francesco Di Maio, uno dei più valenti funzionari della Squadra Mobile della Capitale, anche lui ha lasciato ed oggi comanda la Polizia Municipale di Fondi. Ed ancora, Enrico Savio, braccio destro del Capo della Polizia ha lasciato il suo incarico per andare a dirigere un ente privato.
Daniela Pellegrini e Maurizio Barca hanno preferito, anche loro, andare ai Beni Culturali a tenere buona compagnia al collega Giuseppe Spina, responsabile nazionale per i minori alla Criminalpol.
Marco Puzoni, esperto nella lotta alle cosche calabresi, ha appeso al chiodo la sciarpa tricolore ed è passato - anche lui - al dicastero retto dal ministro Urbani.
Quali i motivi che stanno all’origine di questa diaspora di funzionari della Polizia di Stato?
Sostiene Giovanni Aliquò (Segretario dell’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia): “Sin dalla scorsa legislatura avevamo segnalato ai parlamentari di tutti gli schieramenti politici i pericoli di una pessima riforma che ha sottratto dignità e ruolo ai funzionari di Polizia. È necessario, perciò, correre ai ripari, equiparando subito le carriere dei funzionari ai prefettizi”.
Infatti, una norma di legge di due anni addietro ha migliorato il trattamento dei prefettizi, lasciando immutato quello dei funzionari di Polizia, quelli che stanno in prima linea e non certo dietro una scrivania. Di conseguenza un funzionario della Polizia impegnato, ad esempio, nella lotta contro la criminalità organizzata o contro i terroristi, finisce per guadagnare poco più di 1.500 euro il mese, mentre il suo pari livello nella carriera prefettizia, lo sopravanza nello stipendio e nella gerarchia.
Ora che la fuga dei funzionari sembra inarrestabile, si corre ai ripari. Una proposta di legge presentata in Parlamento da circa cinquanta deputati di tutti i partiti cercherà di mutare la situazione.
Intanto il Capo della Polizia (sempre secondo quanto scrive “L’Espresso”) ha dato ordine alla sua segreteria di contattare i transfughi per convincerli a tornare.
Forse a questa carenza di funzionari di Polizia poteva ovviare una proposta di legge presentata dal sen. Eufemi che suggeriva la possibilità di una sorta di “corsia preferenziale” per quei dipendenti di Polizia in possesso del diploma di laurea (vedi in queste pagine l’articolo di Antonio Barbiero).
Lo stesso sen. Eufemi, alla luce dei preoccupanti dati sull’abbandono di tanti funzionari, aveva rivolto al ministero dell’Interno una interrogazione su questo fenomeno, sollecitando una iniziativa legislativa volta a prevedere procedure semplificate di inquadramento nel ruolo dei Commissari di appartenenti ai ruoli della Polizia di Stato in possesso di laurea.
Il Ministro, per bocca del sottosegretario Mantovano, aveva però ricordato nella sua risposta che solo in limitatissimi casi sono stati affidati incarichi temporanei di direzione di uffici (di norma diretti da un Commissario) ad Ispettori superiori cosiddetti Sups (sostituti ufficiali di pubblica sicurezza), e che quindi, una eventuale iniziativa legislativa, volta a prevedere procedure “semplificate” di inquadramento nel ruolo dei Commissari, risulterebbe in palese contrasto con le linee strategiche perseguite in sede di riordino dei ruoli del personale dirigente e direttivo della Polizia di Stato.
Lo stesso sen. Eufemi nella seduta del 23 ottobre scorso, ringraziava il sottosegretario Mantovano, ma teneva a ribadire che “in una fase come questa non vi debbono essere vuoti nell’organico e che quindi l’adozione di una procedura semplificata per il passaggio di ruolo non sia in contrasto con il principio generale, se tiene conto dei titoli e della professionalità acquisita sul campo”.

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