È il prefetto Giovanni Finazzo, capo del nuovo servizio denominato Ucis, preposto alla sicurezza personale, che sta studiando il nuovo assetto relativo alle scorte ai personaggi “a rischio”.
In linea di massima si dovranno avere cinque tipi di protezione, correlati al grado di pericolo (presunto) per le persone da tutelare.
Il primo tipo (pericolo basso ma esistente). Sarà la forma più leggera di controllo, disposto nei casi in cui il pericolo è considerato relativamente basso; un’automobile della Polizia passerà più volte al giorno nelle vicinanze del posto di lavoro o dell’abitazione della persona da proteggere.
Il secondo tipo (controlli su appuntamento e spostamenti protetti). Prevede una vigilanza ad orari convenuti: l’auto della Polizia arriva sul posto soltanto nel caso in cui sia stata chiamata preventivamente dalla persona che deve essere protetta. Il compito della vettura sarà quello di controllare, ed eventualmente seguire, la persona oggetto della scorta per un certo tratto dell’itinerario.
Il terzo tipo (verifiche su diversi obiettivi che insistono su una determinata area). Ipotizza una pluralità di luoghi da proteggere: un equipaggio della Polizia si dedica, quindi, al controllo di due, tre obiettivi che si trovano nella zona, spostandosi di volta in volta dall’uno all’altro e riferendo alla centrale su eventuali anomalie riscontrate.
Il quarto tipo (tutela vera e propria alla persona). Prevede una protezione ravvicinata disposta nei casi in cui il pericolo si ritiene sia abbastanza grave e reale: contempla un agente che viaggia sulla stessa auto della persona a rischio; in determinati casi si mette a disposizione anche altra vettura.
Il quinto tipo (equipaggio di scorta come massima protezione). Si tratta di un servizio di protezione disposto per pochi soggetti, nei casi di maggior pericolo e solo dopo accurati controlli. Un intero equipaggio di poliziotti viaggia a bordo di vettura che segue da vicino la persona a rischio. In casi particolarissimi la scorta può raddoppiare.
Queste, in linea di massima, le direttive sulle quali si sta studiando, alla luce di quanto è accaduto, in maniera drammatica, a Biagi e D’Antona.
Il caso Biagi, poi, ha evidenziato l’estrema delicatezza di certe situazioni in cui si trovano determinati personaggi a rischio che abitano in una città, lavorano in un’altra e magari insegnano in una terza. Nell’estate del 2001 Biagi era tutelato a Bologna e Modena ma non più a Roma dove svolgeva il lavoro di consulenza del governo. Ora, con il nuovo progetto, la scorta sarà assicurata su tutto il territorio nazionale.
Secondo le dichiarazioni del prefetto Finazzo se, ad esempio, un soggetto si sposta da una città del Nord Italia ad altra del Sud, deve tempestivamente avvisare il caposcorta che, a sua volta, informerà il suo ufficio; nel caso di viaggi, quindi, è tassativamente obbligatorio indicare il tipo di vettura utilizzata e l’orario di arrivo.
Per quanto riguarda l’addestramento degli uomini e delle donne preposti a questo delicato servizio, sarà intensificato il Centro addestramento scorte di Oristano-Abbasanta (vedi in proposito quanto ci dice, nell’intervista di queste pagine, Claudio Giardullo). Nella località sarda ogni anno vengono formati cinquecento agenti della Polizia di Stato che alla fine di un corso della durata di cinque settimane ricevono un regolare brevetto. Il corso prevede addestramento al tiro rapido sia con arma corta che lunga, di guida veloce anche su terreno superaccidentanto.
Ad Abbasanta, lo ricordiamo per inciso, si formano anche gli agenti israeliani ed inglesi.
A Livorno, invece, vengono addestrati i Carabinieri del Gis (Gruppo Interventi Speciali) mentre ad Orvieto i “baschi verdi” della Guardia di Finanza.
“Per tutelare una persona - ha dichiarato il prefetto Finazzo in una intervista - bisogna innanzitutto saper difendere se stessi”. Non si può che dargli ragione.
Ancora un cenno su come si muoverà il neonato Ucis. È prevista la creazione di due canali di comunicazione con i servizi di sicurezza ed un meccanismo che non consentirà più il cosiddetto “scaricabile” fra vari uffici e strutture.
Nell’Ucis sono state accentrate le competenze organizzative e decisionali che prima erano distrituite fra più uffici.
Il percorso sulle decisioni che prenderà l’Ucis, in materia di scorta, ora sarà più esteso ed articolato. Dal centro (Ucis-Viminale) alla periferia (Ufficio provinciale sicurezza personale) viaggeranno le informazioni tracciate da analisti; negli uffici periferici, invece, si effettuano le istruttorie sui casi segnalati come degni di scorta: il prefetto, competente per territorio, sulla base di queste indicazioni, propone la revoca, la modifica o la concessione della protezione.
La pratica, a questo punto, giunge al direttore dell’Ucis che chiede un parere alla Commissione centrale consultiva (Forze di polizia, Sismi e Sisde). Il parere non è vincolante ma, in ogni caso, facilita il compito del direttore Ucis che deve dire l’ultima parola.
E. G.
BOX
Le cifre di oggi
Servizi di scorta in funzione 600
Servizi previsti entro l’anno 1.000
Funzionari di Polizia impegnati 600
Uomini e donne impegnati 7.200
Ore al giorno 24
Personale necessario
per un turno di 24 ore 10
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