Che fine hanno fatto i criminali? Che fine hanno fatto gli scippi, le rapine, i furti con destrezza, le violenze sessuali, per non parlare delle grandi operazioni della criminalità più organizzata? Il reato semplice, quello di tutti i giorni non fa più paura a nessuno perché è stato superato definitivamente? Il dubbio ci è venuto leggendo i quotidiani, i periodici e seguendo qua e là i programmi televisivi più importanti. I reati li vediamo oggi molto più spesso nelle fiction televisive che nella realtà. Non ci sentiamo più assediati - almeno dal punto di vista mediatico - angosciati, impauriti. Siamo, insomma, tutti più tranquilli.
Se è vera questa impressione che noi abbiamo maturato negli ultimi mesi facendo anche i paragoni con gli anni passati, dobbiamo arrivare alla conclusione che qualcuno ha lavorato bene. Se il crimine comune, quello che terrorizza il popolo, la gente semplice che abita nei quartieri periferici delle grandi metropoli e le persone anziane che vivono in campagna, è stato sconfitto, vuole dire che le Forze di polizia hanno lavorato bene. La grande guerra interna, quella contro la cosiddetta microcriminalità, alla fine, dopo tanti proclami, tante campagne elettorali di destra e di sinistra, è stata vinta dalle istituzioni e in particolare dagli uomini e dalle donne che le rappresentano negli uffici e nelle strade ogni giorno. Abbiamo vinto la guerra, anche per merito dei politici che si sono impegnati sulla materia e per la forza e l’autorevolezza di un governo che appare più stabile di tutti quelli che lo hanno preceduto (a parte le ultime più recenti crisi dovute al disastro dell’economia). I problemi della legalità e della giustizia si sono alla fine ridotti nelle manifestazioni di piazza di gruppi di intransigenti che pretendono di opporsi alle riforme che proprio questo stesso governo sta operando sul piano del processo e della giustizia. È veramente questa la realtà dei fatti? L’allarme criminalità che aveva caratterizzato le campagne politiche (per cui si sono spesi tanti soldi) della Lega di Bossi, di Forza Italia, di An, ovvero dei partiti principali di governo e dei loro alleati è superato una volta per sempre? Se fosse così saremmo davvero di fronte a un miracolo. Il governo guidato da Silvio Berlusconi aveva scommesso su sé stesso già al momento del suo insediamento a palazzo Chigi. Era stato detto: vedrete che per il solo fatto che noi stiamo al comando, alla guida del Paese, tutte le cose andranno meglio, i conti pubblici saranno risanati, l’economia che è stata umiliata e castrata dal moralismo fiscale dei governi precedenti, con noi metterà il turbo per raggiungere obbiettivi di crescita mai visti prima. La criminalità sarà sconfitta e la giustizia - a cominciare dai giudici - sarà rimessa al posto suo, al posto che si merita, ovvero dietro la politica, dietro la forza di un esecutivo che può vantare una maggioranza parlamentare davvero inedita per il bel Paese dei governi effimeri e volatiliti, quasi come le Borse di New York, Francoforte e Londra. Il miracolo è avvenuto, un miracolo nuovo che non ha nulla a che vedere con quello di San Gennaro, ma pretende di avere la stessa forza persuasiva e mediatica.
La criminalità non si vede più, quindi non c’è. Per la prima regola della comunicazione post Internet (e post Biagi), quello che non si vede in televisione e di cui non si parla sui giornali non esiste. Una volta si diceva: questa cosa è vera, te lo posso assicurare perché l’ho letta sul giornale. Poi si è cominciato a dire: questa cosa è vera perché l’ha detta la televisione. È sempre più raro che qualcuno ti dica: questa cosa è vera perché me l’ha detta un amico di cui mi fido. Se così stanno le cose, dobbiamo arrivare a due conclusioni, forse entrambe paradossali. La prima: siccome di criminalità comune e organizzata nessuno parla più, allora è finita. Il problema non esiste, quindi bisogna dire di stare zitti a tutti quei poveri vecchietti che continuano ad avere paura di passare le vacanze da soli a casa col timore di essere derubati. Corollario: forse le Forze di polizia, poliziotti, carabinieri, finanzieri, poliziotti penitenziari sono addirittura in eccesso, ci sono degli esuberi che magari secondo la logica di qualche politico (Bossi per esempio) dovrebbero essere utilizzati per andare a sparare ai clandestini che continuano a schiantarsi sulle nostre spiagge senza chiedere il permesso a nessuno. A confortare la tesi degli esuberi di Polizia c’è anche il taglio delle scorte. Anche lì, a quanto pare, i poliziotti non servono più.
L’altra conclusione a cui giungiamo, sempre per seguire questa nostra vena paradossale, è che la criminalità non è stata sconfitta proprio per niente. Gli scippi continuano, le droghe continuano a fare le loro stragi, le truffe sono diventate più sofisticate e viaggiano in Internet, come le attività criminali di chi sfrutta il sesso, i bambini, la prostituzione. Non la vediamo ma la criminalità esiste, il reato cambia faccia, si nasconde, minaccia gente che non ha voce e microfoni come una certa classe di piccola e media borghesia che ha saputo organizzare belle campagne che hanno commosso tutto il Paese. Campagne che hanno prodotto voti, che hanno convinto anche anziani poveri, lavoratori con stipendi da fame, mamme di famiglia, ragazzi che vivono nelle zone più infami delle nostre città dimenticate perfino dalle liste ben scritte e computerizzate del nuovo Mercato del lavoro telematico. Ci siamo tutti preoccupati e commossi per le aggressioni alle ville del Nord, che pure era un problema importante. Ma la criminalità, ce lo insegnano gli studiosi, non è un fatto padano. La criminalità incide nella società e nell’economia anche a certi livelli insospettabili. Ma noi non la vediamo più, non leggiamo più nulla del genere sui giornali, fatta eccezione per i ripetuti fatti di cronaca nera familiare. La criminalità, oggi, è Cogne. Sono le madri che inspiegabilmente si sono messe a uccidere i loro figli. D’altra parte anche il ministro che è stato dimesso, Claudio Scajola, nel suo ultimo discorso alla Festa della Polizia, si era dimenticato di parlare della criminalità. Aveva parlato solo di un nemico da battere: il terrorismo. Che discorso farà il nuovo ministro Giuseppe Pisanu alla prossima Festa della Polizia?
Paolo Andruccioli
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