Le mirabolanti promesse elargite in piena campagna elettorale dai vari autorevoli esponenti politici, com’era ovvio, si sono rivelate squisitamente strumentali alla competizione politica in atto.
Quanti tra i vari sindacati di Polizia cosiddetti “autonomi”, si erano affrettati a tradurre quegli impegni in precise garanzie, hanno sicuramente contribuito ad alimentare false aspettative nella categoria.
Coloro che hanno creduto alle “favole” diffuse dai vari bollettini sindacali - secondo cui si prospettavano aumenti retributivi “pari ad un terzo dello stipendio in godimento”, che accreditavano maggiorazioni stipendiali oscillanti tra le cinquecento ed il milione di lire o che davano per scontata l’istituzione della 14ª mensilità oltre agli incrementi previsti - saranno sicuramente tra i delusi del contratto che verrà.
Chi come il Siulp, accusato nella circostanza di giocare al ribasso, è rimasto con i piedi per terra rivendicando la salvaguardia del potere d’acquisto e il recupero del differenziale dell’inflazione reale rispetto a quella programmata registrata nel precedente biennio, può oggi, a giusta ragione, affermare che l’offerta economica contenuta nella finanziaria a copertura del nostro contratto è sostanzialmente in equilibrio con la richiesta avanzata dalla nostra organizzazione.
Se le varie organizzazioni sindacali dovessero coerentemente misurare l’ampiezza della forbice che passa tra la propria richiesta e l’offerta, paradossalmente il Siulp si troverebbe in assoluta solitudine a firmare il contratto. Naturalmente non sarà così: la coerenza sarà messa da parte e questo contratto, infatti, c’è da scommetterci, lo firmeranno tutti.
Che che se ne dica le risorse economiche destinate a tutti i contratti del pubblico impiego, sono state individuate secondo le procedure previste dall’accordo del luglio del 1993 e cioè, come si è detto, salvaguardando il potere d’acquisto mediante la programmazione dell’inflazione programmata e recuperando quella reale rispetto a quella programmata del precedente biennio.
Grazie alle imponenti manifestazioni delle tre confederazioni alle quali hanno aderito anche molti sindacati autonomi, lo stanziamento contenuto in finanziaria per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego è stato di 4,60 punti. Per quel che ci riguarda più da vicino, in ragione della nostra specificità, che è il caso di sottolinearlo ci contraddistingue da sempre dal restante pubblico impiego pur facendone parte, le risorse riservate alle Forze di polizie sono state incrementate di un punto e portate quindi a 5,60. In altre parole si tratta esattamente di 3.797 miliardi di lire che, scendendo più nel dettaglio, equivalgono a circa 175 euro medie lorde procapite.
Si tratta ora di stabilire come ripartire queste risorse. Il Siulp, che come si ricorderà nel precedente contratto fu tra i sostenitori dell’esigenza di destinare più adeguate risorse alle voci accessorie che rendono più usurante la nostra attività, con questa tornata contrattuale ritiene che non meno del 90% debba andare sul tabellare, cioè su quella parte dello stipendio che si differenzia esclusivamente attraverso i livelli retributivi.
Su quest’obiettivo al momento si registrano posizioni divergenti con la controparte, invece attestata su di uno strano concetto di produttività, che a nostro avviso divaricherebbe eccessivamente - quasi creando due distinte categorie di lavoratori di Polizia - il trattamento economico tra quanti svolgono le cosiddette attività operative rispetto a tutte le altre.
Naturalmente il contratto è costituito anche dalla parte normativa che, com’è noto, comporta implicazioni anche di carattere economico ma soprattutto incide sui diritti dei lavoratori, sulla qualità della loro vita e sul bene superiore che ne deriva per la collettività. Per questo non mancheremo, com’è nostro costume, di illustrare e aprire la piattaforma al confronto e al contributo della categoria mediante le assemblee che saranno programmate in tutti i posti di lavoro.
Giovanni Sammito
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