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luglio / agosto/2002 - Interviste
IL CORSIVO
Siamo tutti dottori!
di Ettore Gerardi

Gli italiani amano i titoli accademici e le onorificenze. Persino nelle sepolture appaiono i prof., i cav., i comm., eccetera. Insomma, fra i popoli di questa vecchia Europa, l’italiano è quello che si ostina ancora a dare un valore ai “titoli”. Se è vero (come qualcuno sentenziò tanti anni addietro) che una croce di cavaliere non si nega a nessuno, è altrettanto vero che un titolo accademico fa piacere a tanti.
Ne volete una prova? Eccola.
Su un grande quotidiano italiano è apparso un avviso mediante il quale una certa Università americana (sarà vero?) offre - a pagamento, ben inteso - una laurea honoris causa in “scienze finanziarie, industriali, aziendali, organizzative, commerciali, gestionali, economiche, sociali, comportamentali”.
A dire il vero, fino ad oggi (colpa certamente della nostra ignoranza in merito) non sapevamo della esistenza di un corso di laurea in “scienze comportamentali”.
Lo stesso avviso ci fa sapere che per ottenere il dottorato honoris causa non occorrono esami, né spostamenti all’estero e che tali lauree hanno valore legale, anche se ci si affretta a chiarire che il titolo non è equipollente a quello accademico. Meno male! Ve la immaginate una laurea h. c. in medicina con il “dottore” che vuole visitarci?
L’annuncio ci fa sapere che il dottorato h. c. può essere rilasciato anche da Università italiane. Sarà vero? Mistero.
Abbiamo telefonato al numero verde che figura sull’inserzione ed abbiamo saputo qualche cosa di più. Specialmente per il costo di questa “operazione laurea h. c.”. Due sono le possibilità offerte: la prima opzione costa circa sette milioni di vecchie lire, pari ad euro 3.500; la seconda soltanto otto milioni di vecchie lire, pari ad euro 4.130.
La esaltante “Università americana” informa, che la laurea h. c. rappresenta comunque un ambitissimo titolo onorifico che dà prestigio personale (sic), professionale e sociale a chi lo riceve. Tutti i documenti della facoltà universitaria americana sono tradotti ed asseverati da un Tribunale italiano.
Asseverati: non sapete il significato del verbo “asseverare”? Vergogna! E pretendete di essere dottori...
E. G.

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