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giugno/2002 - Interviste
Forze Armate
Parola d’ordine: “dimettersi”
di

Il governo fa proprio il punto di vista del Comando generale della Guardia di Finanza e ribadisce che Ficiesse "è un'associazione a carattere sindacale". Lo ha spiegato, nell'aula di Montecitorio, Maria Teresa Armosino, sottosegretario alle Finanze, rispondendo, il 10 maggio, a un'interpellanza urgente di Altiero Grandi e altri 54 deputati delle opposizioni di centrosinistra. "Una risposta che considero francamente grave - ha replicato il deputato dei Ds -. È del tutto inaccettabile, fuori da ogni possibilità persino di considerazione, l'idea che le notizie che abbiamo dato non siano completamente fondate - ha aggiunto Grandi -, in quanto l'associazione, lo ripeto, non ha carattere sindacale, bensì carattere politico e culturale".
Lo scorso 4 aprile, con una circolare, il vertice delle Fiamme Gialle intima a tutti i finanzieri iscritti a Ficiesse di dimettersi entro 15 giorni, altrimenti scatteranno provvedimenti disciplinari. Motivo? Finanzieri, cittadini e solidarietà - Ficiesse sarebbe un'associazione "a carattere sindacale", dunque vietata dalla legge; lo sostiene il Consiglio di Stato, in un parere (non vincolante) del 12 giugno del 2001.
Quel parere, richiesto il 26 febbraio 2001, è basato su uno statuto vecchio, che l'associazione ha già modificato durante il primo congresso nazionale, il mese precedente. Ed è stato mutato proprio nei punti che, successivamente, indurranno il Consiglio di Stato a sostenere che Ficiesse "tende a proiettarsi in un ambito di azione che non può non essere definito sindacale". Ma il Comando generale - ha spiegato il sottosegretario Armosino - ha ritenuto che, quelle variazioni sarebbero "di scarsa incidenza sull'impianto generale dell'articolato", e, dunque, "non possano sovvertirsi le conclusioni contenute nel parere del Consiglio di Stato".
Fin dalla sua costituzione, nel 1999, l'attività dei finanzieri aderenti all'associazione (di cui fanno parte anche molti civili e 21 parlamentari) è stata sottoposta a "monitoraggio" e non è emersa alcuna attività di tipo sindacale, tanto che nessuno ha mai subìto contestazioni o provvedimenti disciplinari. Nei tre anni successivi nulla è cambiato, eccetto lo statuto e il numero degli aderenti (da poche decine a oltre duemila; tre quarti sono finanzieri). Il boom delle iscrizioni si è avuto quest'anno, dopo la pubblicazione di “Finanzieri e cittadini”, un bimestrale di 64 pagine inviato ai soci, ai vari comandi delle Fiamme Gialle e ai parlamentari delle commissioni Difesa e Finanze. Nel mese di febbraio esce il primo numero della rivista di Ficiesse, subito dopo il Comando generale riesuma quel parere di dieci mesi prima e decide di passare alle maniere forti. Oltre 1.500 finanzieri sono costretti a dimettersi, per timore di ritorsioni, a partire dal segretario generale, il colonnello Carlo Germi, uno dei fondatori. La solidarietà, però, è contagiosa: aderiscono le mamme, le mogli, gli amici, come si evince dalle lettere pubblicate nel sito internet dell'associazione (www.ficiesse.org).
"Si potrebbe affermare che l'affiliazione ad essa ha ricevuto impulso proprio da questo intervento improprio del comando - ha detto Grandi -, che si sta rivelando un modo per rilanciarla e per procurarle nuove adesioni". Ficiesse, dal canto suo, si è affidata a un legale, Vittorio Angiolini, docente di diritto costituzionale all'Università di Milano. Angiolini ha scritto al ministro Tremonti e ai vertici della Finanza chiedendo la revoca dell'atto contestato e li "diffida in vista di ogni opportuna iniziativa in sede giurisdizionale". Grandi, dal canto suo, nell'aula di Montecitorio ha promesso: "Continueremo per vie legali, arriveremo alla Corte costituzionale, compiremo tutti gli atti politici di difesa e credo che il Governo si dovrà pentire di non aver colto quest'occasione per riportare la vicenda sul terreno della legalità". (s.g.)

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