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febbraio/2002 - Interviste
Business & Fiabe
Piacciono anche ai grandi
di Maria Luisa Bagni

Letteratura e film “per ragazzi” ottengono successo anche fra gli adulti che appaiono ancora legati al mondo dell’immaginario e del fantastico

Harry Potter, Il Signore degli anelli sono due soli esempi del vero e proprio boom che la letteratura per ragazzi sta registrando, nei cinema e nelle librerie.
Le tirature e le presenze nelle sale di proiezione sono enormi. L’affare, in termini commerciali, è cosa ormai conclamata. A parte le ragioni di cassetta, quali sono le motivazioni alla base di tanto successo che riguarda (non bisogna dimenticarlo) anche gli adulti i quali, certo, non disdegnano di bearsi di immagini e letture solo apparentemente infantili?
Il mito fu il primo prodotto delle fantasie dell’uomo. Quando l’uomo cominciò a fantasticare, cercando di interpretare la realtà, gli venne spontaneo associare le immagini e i fatti della natura con le figure di sé e dei propri simili, immaginando come persone vere, con sembianze di uomo e di donna, i fenomeni naturali e i sentimenti, come il sole e la pioggia, l’amore e la morte, la gioia e il dolore.
Da allora molte storie e leggende sono state inventate per giustificare fenomeni a cui non si sapeva dare una spiegazione. Uomini, donne e bambini si riunivano la sera, magari intorno a un fuoco e raccontavano e ascoltavano le storie che ancora oggi vengono ricordate in molti paesi del mondo. Così nacquero le favole sull’origine del giorno e della notte, delle tempeste, della luna e del sole, dei terremoti e della fosforescenza notturna del mare...
Ci furono uomini che del raccontare fiabe in piazza o alle corti dei re, fecero un vero e proprio mestiere. Viaggiando, adattavano i particolari, ne aggiungevano di nuovi, trasformando e integrando, con fantasia, le trame e i personaggi.
La creatività non muore mai, tutt’al più cambiano i contenuti. Per fantasticare, per fare uso dell’immaginazione spesso si parte dalla realtà; gli stimoli che da essa vengono mutano, con i tempi, ma poco importa che le storie siano popolate da fate, streghe, orchi, folletti e gnomi, o che siano ambientate nello spazio infinito percorso da razzi, satelliti, astronavi.
La fantasia non ha tempo e non ha età. Da sempre i genitori raccontano storie e favole ai figli, ma in realtà le favole piacciono anche ai grandi.
Lo hanno dimostrato in questi ultimi anni, film per bambini con sale cinematografiche piene anche di adulti, e libri per bambini che vengono letti anche dai grandi. Le fiabe sono davvero per tutti, sono il prodotto per una società che non conosce distinzioni di età.
Dalle classiche storie, come Biancaneve, Cenerentola, La Bella e la Bestia, alle più recenti, come Harry Potter, Momo, Atlantis, Aida degli alberi, il magico mondo della fantasia ci affascina e ci coinvolge e i bambini, che adorano il “meraviglioso”, sono il pubblico che più ama le favole. In un mondo popolato di esseri straordinari, quasi tutti dotati di poteri magici, ci si perde volentieri a qualsiasi età.
La lotta senza tregua fra il bene e il male, fra buoni e cattivi, ha ancora molto da insegnare. E dentro ogni storia troviamo, sia per i grandi che per i piccoli, consigli e rimproveri.
Queste avventure magiche sono dei piccoli universi nei quali si può viaggiare, sui binari della fantasia e della realtà, in tante direzioni, per questo interessano un pubblico così vario. A grandi e bambini, piace rispecchiarsi nell’eroe delle favole, forse per esprimere un bisogno di libertà dalle ingiustizie e dalle prepotenze che tutti conosciamo.
I protagonisti delle favole sembrano essere lì, a ricordare che non bisogna mai arrendersi, che le nostre opportunità sono infinite e la vita merita sempre di essere vissuta intensamente. E la conferma è il lieto fine, la vittoria del bene sul male.
Non c’è angolo della terra, né lingua, né dialetto che non abbia le sue storie, nell’intento di insegnare qualcosa, di ricordare una verità, di condannare il male ed esaltare il bene.
Dopo i grandi successi, in questi ultimi mesi, di libri e film “per bambini”, la Disney annuncia che, già dai prossimi mesi, potremo vedere il seguito di alcuni classici cartoni animati. Così si saprà cosa succede a Cenerentola dopo aver sposato il Principe Azzurro e potremo seguire le nuove avventure di Peter Pan e dell’elefantino Dumbo.
Che sia semplicemente un buon affare per editori e produttori cinematografici o la riscoperta di certi valori, non si sà, ma una cosa è certa: fantasticare e perdersi nell’immaginario piace a tutti, è sempre piaciuto.
In questa epoca che diverte i bambini permettendo loro di ammazzare milioni di vittime virtuali sulla Play Station, proprio il personaggio di Harry Potter piange per i suoi genitori uccisi e conferma che uccidere provoca dolore. Inoltre è un ragazzino disciplinato, che rispetta le severe regole della sua scuola di magia, supera le prove a cui è sottoposto e ostacola il male con tutte le sue forze.
Insomma è un vero eroe delle fiabe, come lo sono il giovane Frodo del “Signore degli Anelli” che combatte il perfido Sauran per difendere la sua Terra di Mezzo, e Momo, la bambina che lotta per difendere la sua città dagli uomini grigi che rubano il tempo.
In un’epoca segnata da grandi conflitti, paure, angosce, perché non rifugiarsi nel mondo della fantasia?




BOX

I numeri del “Signore”

Le sale - 700 copie in Italia.

Gli incassi - 228 milioni di dollari negli Usa in 4 settimane di programmazione. 787 milioni di dollari negli altri paesi.

I costi - 300 milioni di dollari necessari per realizzare i tre capitoli cinematografici girati in Nuova Zelanda.

Il libro - Il romanzo di Tolkien è diviso in tre parti ed è stato pubblicato tra il 1954 e il 1955. 14 gli anni impiegati per scriverlo. Tradotto in 25 lingue è stato letto da 100 milioni di persone.

Il set - 2.000 persone impiegate per le riprese durate un anno e mezzo, 274 le giornate di lavoro, 230 le stazioni grafiche (computer) utilizzate. 1.200.000 i metri di pellicola utilizzati per i tre film.

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