L’iniziativa, che si deve anche al prefetto della Capitale Emilio Del Mese, ha dato già risultati positivi nel campo della prevenzione dei reati cosiddetti minori. Presenti in campo anche i cani poliziotti.
“Poliziotto di quartiere”. Una espressione, questa, di cui sentiamo parlare da almeno venti anni, da quando, cioè, si stava varando la riforma della Polizia.
Il Movimento democratico dei poliziotti, fra le tante idee-proposte, aveva ribadito la fondamentale importanza della prevenzione, soprattutto nelle grandi città, dove la delinquenza predatoria assume a volte dimensioni preoccupanti. Ma sin da allora la proposta del poliziotto di quartiere (o di zona) trovò dei critici. In particolare, taluni esponenti dei vertici del Viminale di allora, suggestionati evidentemente da film e telefilm americani, andavano predicando che un poliziotto fisso in una determinata zona della città, poteva indurre lo stesso tutore dell’ordine a subire le “sollecitazioni” di esercenti o comunque cittadini interessati a che chiudesse un occhio o magari tutti e due.
Non spenderemo eccessive parole per una così offensiva previsione che giungeva da menti ottenebrate (allora) dallo spauracchio della riforma della Polizia che secondo loro doveva rappresentare lo sfacello della Istituzione.
Insomma ci sono voluti venti anni perché, invece, l’idea del poliziotto fisso prendesse corpo e si realizzasse.
Lo si deve al prefetto di Roma Emilio Del Mese, che sul finire dello scorso anno, ha varato l’iniziativa in questione, specialmente per zone del centro della Capitale, quelle più esposte al rischio della criminalità predatoria. Ma ha fatto di più, il responsabile della prefettura capitolina: ha fatto scendere in campo anche i cani poliziotti che, anche loro, pattugliano le zone più calde del centro, grazie ad un preciso piano messo a punto dal questore di Roma Giovanni Finazzo.
Una figura, quella del poliziotto appiedato ed itinerante, del tutto diversa da quella che siamo abituati a vedere cioè il tutore della legge a bordo delle “volanti” (che rimangono strumento indispensabile alla mobilità e all’intervento delle Forze di polizia).
Insomma, come hanno sottolineato, i giornali della Capitale che hanno salutato con compiacimento l’iniziativa, la figura del poliziotto assume tutta un’altra dimensione: facendosi vedere in giro (insistiamo sul concetto di “vedere”) raggiunge un duplice obiettivo: rassicurare le persone, eventualmente raccogliendo segnalazioni e informazioni e, contemporaneamente, scoraggiare ladri, scippatori, rapinatori.
Dunque poliziotto di zona, in compagnia di cani. Ebbene, guardate il caso, uno di quelli impegnati nel servizio di pattuglia a Roma, indovinate come si chiama? Rex, proprio così; lo stesso del famigerato suo omonimo immortalato dai telefilm tedeschi. I cittadini dell’Urbe, in particolare delle zone circostanti piazza di Spagna, via Condotti, via Cola di Rienzo, via Appia Nuova, viale Marconi, alcuni tratti della via Tuscolana in prossimità dei grossi centri commerciali, stanno facendo conoscenza con le pattuglie e con i rispettivi cani. La Polizia di Stato ovviamente non è la sola a svolgere questo lavoro di sorveglianza: anche Carabinieri, Guardie di Finanza e Vigili urbani concorrono con propri uomini all’iniziativa voluta dal prefetto di Roma.
Una novità interessante è rappresentata dal fatto che ben centoventi uomini, dei cinquecento impegnati nel servizio, provengono da scorte abolite o ridotte.
Gli uomini e le donne delle pattuglie sono sempre gli stessi in una determinata zona. Per fare un esempio: in piazza di Spagna, Emanuele e Fabrizio agenti del commissariato Trevi, sono divenuti ormai figure familiari. “Abbiamo potenziato questo servizio - ha detto il dirigente del commissariato Trevi-Campo Marzio Giorgio Manari - per creare un contatto più diretto con la popolazione ed ovviamente con i commercianti”. Ed infatti la pattuglia (ma anche tutte le altre in servizio) entra nei negozi ogni giorno, i volti dei poliziotti sono conosciuti, si crea una familiarità ed una confidenza guadagnando in tal modo la fiducia delle persone spinte a confidarsi: e questo è fonte di notizie preziose ai fini della prevenzione.
E in effetti, proprio nelle zone calde della città, alcuni tipi di reati sono diminuiti in maniera netta (scippi, furti, eccetera). Addirittura, grazie al fiuto di un cane dal nome Asco, sono stati intercettati ed arrestati alcuni spacciatori di stupefacenti che avevano creato la loro centrale sulla scalinata di Trinità de’ Monti.
Certo non si ferma qui il complesso piano di prevenzione messo in campo per la Capitale: sono stati intensificati i controlli con pattuglie a cavallo a villa Borghese, a villa Pamphilli e a villa Ada.
Un servizio più attento da parte delle Forze di polizia è quello attuato nella zona circostante la basilica di San Pietro in Vaticano, dove le pattuglie appiedate sono particolarmente numerose.
Insomma una sorta di rivoluzione copernicana è stata attuata (e si spera che continui nel tempo e non solo nelle giornate di feste) per combattere la criminalità predatoria a carattere urbano. E i risultati, come già accennato, non sono mancati.
Un particolare impegno è stato profuso nelle giornate di fine anno 2001 per combattere in maniera drastica il commercio e la vendita di “botti” illegali (che poi sono la maggior parte di quelli venduti) e ancora un volta il prefetto di Roma Del Mese ha fatto sentire la sua voce ed ha diramato particolari direttive in questo specifico campo: “Tolleranza zero sui botti”, naturalmente per quelli di particolare potenza che possono considerarsi dei veri e propri ordigni esplosivi, il più delle volte confezionati in maniera empirica e che ogni anno causano morti e feriti in numero spaventoso.
Non a caso lo stesso prefetto di Roma ha lanciato un accorato invito ai romani: “Mi appello - ha detto - al buon senso dei cittadini affinché acquistino soltanto fuochi di artificio autorizzati, evitando così di trasformare un momento di festa in una tragedia”.
E l’appello ci sembra sia stato accolto. La “guerra di mezzanotte” a Roma non c’è stata; i “botti” sono risultati di gran lunga inferiori agli anni passati e le vittime sono state molte di meno del 2000: venti feriti. Il che non è poca cosa.
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