Il Congresso Nazionale del Siulp, riunitosi a Chianciano nei giorni 10-13 dicembre 2001, approvando la relazione introduttiva del Segretario Generale Oronzo Cosi ritiene che l’esperienza che da sempre contraddistingue il Siulp, unitario, pluralista e di ispirazione confederale, sia l’unica in grado di coniugare la reale rappresentanza degli interessi dei lavoratori della Polizia di Stato con le aspettative dei cittadini in tema di sicurezza, oggi più che mai percepita come irrinunciabile valore e condizione per una civile e democratica convivenza,
AUSPICA
che il fallimento dei tentativi tendenti a superare questo modello sindacale, risultato vincente, possa promuovere riflessione e ripensamento per una convergenza nel Siulp di tutte le sigle confederali e di quanti, pur provenendo da percorsi diversi, riconoscendo già oggi la capacità di questa organizzazione di essere punto di riferimento per l’intero panorama sindacale delle Forze di polizia, vorranno condividerne il progetto che, forte dei vent’anni di esperienza, è più che mai attuale ed originale.
RITIENE
che la proliferazione delle organizzazioni sindacali della Polizia di Stato, lungi dal costituire un momento di promozione della rappresentanza democratica, abbia di fatto costituito un fattore di frammentazione del consenso e di riduzione del potere contrattuale, e pone come esigenza indifferibile una riforma delle regole di rappresentanza.
INDIVIDUA
nell’integrazione dei servizi territoriali e di specialità della Polizia di Stato, nonché nel coordinamento tra Forze di polizia, lo strumento indispensabile per un’efficace azione di prevenzione e per un capillare controllo del territorio, e nella figura del questore l’autorità tecnica preposta a tale funzione, che dovrà essere munita di un rafforzato ed effettivo potere d’ordinanza e maggiore autonomia nella gesione organizzativa delle risorse.
VALUTA
ancora attuale l’impostazione voluta dal legislatore del 1981, che prevede una autorità nazionale civile di pubblica sicurezza ed a livello territoriale una autorità politica ed una autorità tecnica in grado di raccogliere le sollecitazioni ed i contributi dei rappresentanti delle comunità locali, traducendoli e sintetizzandoli in una fattiva collaborazione istituzionale finalizzata alla migliore soddisfazione delle richieste dei cittadini ed al raggiungimento di ottimali condizioni di sicurezza.
RAVVISA
in un nuovo rapporto tra Polizia giudiziaria e magistratura, più rispettoso del ruolo prettamente investigativo della prima e di controllo di legalità della seconda, la via per evitare una perniciosa confusione o sovrapposizione di ruoli, e per assicurare la collaborazione più proficua al perseguimento dei fini istituzionali di applicazione della legge penale.
CONFERMA
l’impegno del Siulp affinché, nell’attuazione dei servizi di ordine pubblico, si continui a valorizzare l’impegno civile delle Forze di polizia anche a presidio delle libertà di manifestare e si promuova la maggiore sinergia tra professionalità e responsabilità del livello centrale e di quello locale, incentivando modalità d’addestramento ed istruzione specifica, che nelle Forze dell’ordine formino un vero e proprio professionista dell’ordine pubblico, evitando derive militariste e la presenza non adeguatamente coordinata di ingenti Forze di polizia, tra i fattori negativi che l’esperienza del G8 di Genova ha evidenziato.
GIUDICA
insufficiente che i fenomeni cosnnessi all’immigrazione, che interessano tutto il mondo occidentale e che hanno nei fatti dato vita ad una società multietnica, vengono affrontati nel nostro Paese come un esclusivo problema di repressione e di ordine pubblico, così scaricando sulle Forze di polizia l’insostenibile peso di un fenomeno che va piuttosto affrontato con politiche di integrazione e con un approccio che deve vedere coinvolto tutto il contesto sociale.
CONDIVIDE
l’impostazione indicata dalla relazione del Segretario Generale sulla parte economica delle politiche contrattuali, riconoscendo la necessità di ripartire la gran parte delle risorse diponibili in modo omogeneo sulle principali voci tabellari dello stipendio di tutti lavoratori della Polizia di Stato, favorendo altresì, nella prossima fase negoziale, la determinazione di nuovi spazi riservati alla contrattazione decentrata meglio in grado di rispondere alle esigenze delle realtà territoriali sia sotto il profilo operativo che della tutela dei diritti dei colleghi.
IMPEGNA
l’organizzazione nella ricerca di nuovi strumenti che possano meglio attivare e garantire la tutela del posto di lavoro di tutti i lavoratori, nonché la tutela della famiglia per i lavoratori della Polizia di Stato, attraverso la revisione delle logiche della mobilità e della politica della casa che possa garantire soddisfacenti condizioni abitative.
RITIENE
necessario contrattualizzare il “Diritto al lavoro non esterno” quale obiettivo irrinunciabile da perseguire sia per una ragione di giustizia sostanziale, garantendo agli operatori di Polizia una adeguata qualità del lavoro in età avanzata, sia per valorizzare negli uffici della Polizia di Stato il prezioso contributo professionale di pluriennali esperienze.
RILANCIA
la centralità della formazione e dell’aggiornamento - ad ogni livello della carriera ed in ogni settore specialistico - all’altezza dei mutamenti tecnologici, culturali e sociali che la moderna società della globalizzazione presenta con rapidità evolutiva mai conosciuta in passato, ritenendo altresì indispensabile una revisione dei percorsi formativi che oggi paiono rispondenti più a logiche di obbedienza militare che alla istituzione di professionisti della sicurezza, per promuovere la centralità della personale indivuando percorsi motivazionali che valorizzino la risorsa umana.
DENUNCIA
quale inaccettabile retaggio di vetusti e antidemocratici metodi di controllo del personale, anche nella dimensione della vita privata, gli attuali regolamenti di disciplina e di servizio, che vanno improrogabilmente riformati, impedendo che continuino ad essere strumento di vessazione dell’Amministrazione nei confronti delle donne e degli uomini della Polizia di Stato.
RITIENE
indispensabile riproporre con forza all’Amministrazione della P. S., l’esigenza di ricomprendere la dirigenza della Polizia di Stato tra i lavoratori che beneficiano della contrattazione, eliminando così una storica discriminazione che realizza nei fatti una ingiustificabile penalizzazione tra lavoratori artificialmente indotta da una logica manichea finalizzata a controllo delle istanze di democrazia e di trasparenza.
Chianciano, 13 dicembre 2001
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