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gennaio/2002 - Interviste
Contributi
Fermiamo le belve umane
di Alberto Simonetti

Ad ogni rigurgito proveniente dalla foresta delle belve umane che, giorno dopo giorno, infittiscono le greggi della malavita, risponde uno Stato, ormai quasi latitante, con un pigolìo sempre più flebile che con barbare decisioni spopola dai guardiani questa terra e questo popolo inviando oltre mare quel Reparto “Prevenzione Crimine Sardegna” della Polizia di Stato. Un reparto tanto voluto e conquistato da noi con grandi difficoltà, innumerevoli appelli e manifestazioni proprio per fa sì che quei ruggiti diventassero belati. Un Reparto istituito per difendere questa terra e queste genti impaurite e sempre più intimamente convinte che l’omertà e la vendetta barbaricina siano l’unico strumento per una vita migliore.
Quelle iene hanno avuto la grande capacità di mutare le loro origini abbracciando la metodologia della ferocia propria della criminalità metropolitana. Sono responsabili della diseconomia di una intera provincia e in parte di questa regione, dove nessuno ha mai avuto il coraggio di levare gli scudi per impedire i danni socio-economici provocati a questo popolo. Molte colpe le hanno coloro che di fronte a questi fenomeni malavitosi, in passato, sono stati tolleranti e compiacenti perché troppa “intellighenzia” proveniva da quel substrato culturare.
Piemontese di origine, trapiantato in questa meravigliosa terra, fra queste genti, mi sono sempre battuto contro ogni forma di delinquenza senza mai nascondermi e assumendomi sempre le mie responsabilità. Anche in questo caso intendo farlo dando il mio contributo di riflessione e di impegno concreto.
Quando queste belve umane ruggiscono riescono ad annichilire questo popolo fiero delle proprie origini. Un popolo che dovrebbe reagire ma che purtroppo, troppo spesso, si è sentito tradito da coloro a cui aveva dato fiducia.
Nei mesi scorsi sono stati diffusi ampiamente comunicati, dichiarazioni di politici e rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni, amplificando gli appelli ed i risultati finali che venivano dai vari convegni svoltisi nelle varie sedi per l’escalation della malavita nella provincia nuorese.
Mi hanno colpito in modo particolare le interviste rilasciate dall’attuale presidente regionale della Confindustria, Riccardo Devoto, che sembrava voler sottintendere il poco impegno dello Stato nella lotta alla criminalità. Voglio ricordargli che già diversi anni fa, in cosiddetti periodi non sospetti, nella sede della Confcommercio di Nuoro il Siap, ha inaugurato l’istituzione del “Numero verde contro la criminalità”. A questa manifestazione era presente anche l’attuale presidente regionale della Confindustria, Riccardo Devoto, il quale, era stato consultato e coinvolto nell’iniziativa dando la propria disponibilità ed adesione. Purtroppo, lui insieme a tanti altri, non hanno poi concretizzato il proprio impegno, lasciando il Siap da solo a gestire tale iniziativa. In quei momenti, nel corso degli incontri preliminari, avevo più volte sottolineato l’esigenza che gli operatori della Polizia di Stato della Sardegna non venissero impiegati nella penisola come purtroppo avveniva per il Reparto Prevenzione Crimine Sardegna e il Reparto Mobile di Cagliari. Era necessario che la prevenzione, più importante della repressione, venisse garantita con una presenza costante e continua nelle zone calde. Purtroppo i due Reparti oggi, come allora, vengono sistematicamente inviati fuori dalla Sardegna a combattere la delinquenza oltre mare lasciando il nostro territorio alla mercé di queste belve che stanno mettendo a ferro e fuoco l’intera regione.
Quanti sindaci, politici, commercianti, industriali, associazioni e cittadini oggi vorrebbero serenità, tranquillità e sicurezza nei nostri paesi e nelle nostre città? Solo le sinergie, quelle dei fatti e non di sole parole, possono darci quella forza per una crescita che tutti noi vorremmo. Bisogna mettere da parte gli antagonismi e le superiorità di caste perché queste belve umane non guardano in faccia a nessuno, come ben sa anche il dott. Devoto.
Occorre anche che le Forze di polizia contribuiscano mettendo da parte conflitti e competizioni; bisognerebbe pensare seriamente all’unificazione delle Forze di polizia al fine di evitare dualismi, sperpero di energie, intelligenze e risorse economiche e umane.
È chiaro che si ha bisogno anche di una giustizia giusta e certa che non spinga il cittadino a ricorrere a quelle forme di vendetta che, in questa terra, sono state dettate dal “codice barbaricino” o a subire rabbiosamente abusi e ingiustizie. Per invertire questa tendenza è necessaria la presenza dello Stato sul territorio in modo massiccio evitando che i Reparti specializzati presenti in questa regione siano costretti ad operare fuori dalla regione.
Alberto Simonetti
Segr. Prov.le Siap - Oristano

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