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gennaio/2002 - Interviste
1981-2001
Remare controcorrente
di Ugo Vandelli

Nel 1975 mi recai a Nettuno per la frequenza del 25º corso sottufficiali del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza (un anno per ottenere la nomina a Vice Brigadiere!). Quell’anno, così come quelli a venire, tracciarono un solco indelebile nel lungo cammino di democratizzazione dell’Amministrazione della pubblica sicurezza e di crescita della cultura sindacale per chi scrive.
Ricordo, per quanto mi riguarda, una delle prime contestazioni silenzione, all’interno di una scuola di Polizia, sfociata con il rifiuto di consumare il primo pasto ordinario. Tale iniziativa, contro il ferreo regolamento militare, costò il licenziamento di alcuni colleghi da parte dei vertici ministeriali, molto attenti a soffocare qualsiasi azione dimostrativa, senza riuscire comunque a fermare il cammino che ha portato alla Riforma della Polizia, della quale festeggiamo il ventesimo compleanno.
Nella Capitale ebbi il piacere, oltre che l’onore, di conoscere persone come il compianto capitano Giacobelli e il futuro segretario del Siulp Francesco Forleo oltre ad alcuni compagni di corso provenienti da Genova (zona a quel tempo molto calda), attivisti instancabili e punti di riferimento importanti per il sottoscritto e per tutti quegli uomini di diversa estrazione politica, fortemente convinti che l’azione di Polizia dovesse essere adeguata alle mutate condizioni storiche e sociali del nostro Paese.
Evito, per ragioni di spazio, di sottolineare l’opera costante di tanti colleghi che si sono battuti in quegli anni ed hanno pagato di persona, a caro prezzo, per dare vita alla nascita del “Movimento dei poliziotti Democratici”, prima di raggiungere l’obiettivo di costituirsi in organizzazioni sindacali.
Un ricordo affettuoso ed un riconoscimento particolare per il caro amico, sempre presente nei nostri ricordi, Franco Fedeli che, unitamente ad altri giornalisti d’assalto estromessi dalla rivista “Ordine Pubblico”, diede vita a “Nuova Polizia e Riforma dello Stato” e successivamente a “Polizia e Democrazia” impiegando oltre trenta anni di vita professionale a remare sempre controcorrente.
Le redazioni, di volta in volta, hanno sviluppato non solo dibattiti e inchieste sulle condizioni di vita degli operatori addetti alla sicurezza, ma analisi approfondite sui fenomeni criminali in Italia a difesa dei cittadini.
Inoltre in questi anni così difficili “Polizia e Democrazia” - amplificatore dei disagi e delle giuste rivendicazioni delle Forze di polizia - ha portato avanti con immutato impegno e vigore tante battaglie civili per un reale cambiamento in senso democratico delle agenzie di controllo sociale.
Ugo Vandelli -Cesena

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