Voglio, prima di tutto, manifestare il mio ricordo al fondatore di questa rivista “Polizia e Democrazia” Franco Fedeli. Nonostante questo nostro caro ed amatissimo amico non sia più presente dobbiamo ricordarlo per il grande coraggio con cui ci ha portato alla Riforma della Polizia.
È doveroso ricordare anche tutti coloro che parteciparono agli incontri dei “carbonari” in luoghi segreti, quando ci battevamo per la Riforma.
Erano, quelli, momenti difficili che costarono denuncie al Tribunale militare, trasferimenti, punizioni, eccetera. Ma poi, finalmente, si giunse a quall’anno fatidico: il 1981. Caddero dalle nostre divise le “stellette” e tornammo civili come eravamo sempre stati. Ed avemmo il “Nuovo Ordinamento della Pubblica Sicurezza” che prevedeva tra l’altro, anche il sindacato, che malgrado la sua giovane età, ebbe un successo enorme ed ebbe il riconoscimento dalle organizzazioni sindacali.
Strada facendo le cose incominciarono a cambiare, le lamentele del personale di Polizia si facevano sentire ma il Ministero non ascoltava ed il sindacato più rappresentativo, il Siulp, non prendeva nessuna iniziativa per le categorie interessate, gli iscritti persero la fiducia e molti di essi diedero vita al Sap.
Dopo qualche esperienza ci si accorse che anche questo sindacato era peggio del primo e così nacquero tanti sindacati nella Polizia, facendo disperdere le forze e incoraggiando quelli che erano e sono contrati ai nostri diritti (basti vedere l’ultimo contratto che è stato approvato).
A tutti i colleghi della Polizia di Stato voglio rivolgere un consiglio: siate vigili, non fate il gioco della controparte, non disperdete le forze, non dimenticate mai il vostro servizio in favore della collettività: la vostra presenza significa la presenza dello Stato. Ma lo Stato non vi deve abbandonare. Sappiate che i padri della Riforma hanno pagato anche con la prigione militare ma hanno vinto la battaglia; basta leggere alcuni libri come “Da parte dei poliziotti”, “I forzati dell’ordine”, “Criminalità e Polizia in Italia” e tanti altri.
Chi scrive è uno di quelli che ha vissuto quei tristi momenti subendo un processo davanti al Tribunale militare di La Spezia. Nonostante questo non mi sono arreso, ho continuato sulla via della Riforma, facendo conoscere i guasti e lamentele delle Forze dell’ordine ai cittadini, che erano molto sfiduciati. Si veda in proposito il libro scritto dal dr Mario Battaglia, v. questore, primo dirigente, oggi giudice di Pace e persona stimatissima.
Sono andato nelle case, negli uffici, nelle scuole di ogni ordine e grado di Ancona, Macerata e Perugia. Fui sospeso dal servizio e poi riammesso con l’entrata in vigore della legge di Riforma e con qualifica superiore, poi congedato d’Ufficio all’età di 56 anni. Nonostante il sindacato vada, a volte, contro i miei interessi, dico a voi giovani poliziotti, abbiate fiducia nel vostro sindacato e nelle vostre idee; non distruggete quello che avete ereditato dai vostri predecessori, continuate a migliorare il vostro futuro, fate le cose con amore, onestà e sincerità verso la collettività.
Solo se si lavora e si opera nel modo giusto si possono raccogliere i buoni frutti che seminate.
Un saluto a tutti i colleghi in servizio e un saluto affettuoso alla famiglia di Franco Fedeli e a tutti i collaboratori di questa rivista.
Angelo Buccella - Ancona
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