Come ferroviere, Personale Viaggiante di Milano, militante nello Sfi-Cgil poi Filt-Cgil, la mia attività era rivolta in particolare alla Polfer.
Il ricordo parte dalla “carboneria”. Si doveva operare di nascosto e in silenzio. Così era chiamato il Movimento dei poliziotti. Non era permesso ai lavoratori di Polizia avere una organizzazione sindacale ne partecipare a riunioni. Repressioni, discriminazioni. Riunioni nei luoghi più impensati, molte a casa mia, per evitare inconvenienti. Con il tempo però, il numero degli interessati al sindacato aumentava.
Poi ci fu l’incontro con Franco Fedeli a Milano. Gli consegnammo una copia del giornaletto, un ciclostilato, Polfer Milano, nel 1978. Il suo sorriso nel leggere le poche pagine, l’invito a continuare, Fedeli era un punto di riferimento, e il giornale che allora dirigeva era il simbolo del Movimento. Lo è ancora. La storia scritta di quell’epoca, di quello che accadeva, le speranze e le soddisfazioni, un collegamento con le altre Forze di polizia (Guardia di Finanza, Carabinieri). Anche Fedeli dovette subire le ritorsioni da chi avversava questa lotta. Il momento difficile veniva superato dall’operare insieme dei “civili” e dei “poliziotti”, dall’unità del Movimento, dall’attenzione delle Confederazioni Sindacali Unitarie.
Voglio ricordare i nomi (tanti) che sono scritti nelle pagine della Storia del Movimento; un ricordo in particolare a chi non c’è più, ma vive nel cuore e nella mente di ognuno.
La carboneria finì, iniziarono gli incontri con i lavoratori nelle fabbriche, la partecipazione alle minifestazioni del 25 aprile e al corteo del 1º maggio, le Assemblee. Milano 10 marzo nel 1978 (se non erro) al teatro “Odeon”, sempre a Milano al “Nuovo” il 19 novembre 1978. Assemblee in tutte le Regioni. E a Roma il 1º luglio 1979 e la più importante a Roma al teatro Adriano. Poi la “costituente” del Siulp il 4 maggio 1980. Il sindacato di Polizia era argomento sui quotidiani più importanti e se ne interessavano molti politici.
Il 10 aprile 1981 sulla Gazzetta Ufficiale, la pubblicazione della legge n. 121 del 1º aprile 1981 (Nuovo Ordinamento dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza).
Oggi penso al tempo dedicato al sindacato di Polizia, una parte della mia vita sindacale e politica e rifarei tutto. Le piccole conquiste di allora: Polfer Milano, le ricetrasmittenti, l’abolizione del cappotto, la nuova caserma di Milano Greco; la soddisfazione di avere lavorato per il diritto di altri lavoratori per la loro organizzazione sindacale, che leggi assurde negavano.
Sono stati anni anche difficili, la storia sindacale lo testimonia. Diverse le idee sulla rinuncia politica al diritto si sciopero, con confronti anche aspri, ma tutti uniti nell’ideale comune di una scelta di vita: il Sindacato.
Alle nuove leve della Polizia di Stato dico di non dimenticare mai ciò che altri lavoratori di Polizia, molti ancora in servizio, hanno fatto e dato della loro vita. Si può criticare, certo, ma mai per demolire, bensì per costruire e aiutare chi opera nel sindacato, che è un lavoro non facile. È la nostra organizzazione, simbolo di democrazia.
La storia del sindacato di Polizia si rilegge sempre con attenzione, come oggi si legge, in particolare, la rivista “Polizia e Democrazia”, a cui sono abbonato. È stata una parentesi della mia vita, come tanti altri, un augurio per i prossimi venti anni.
Giuseppe Ferrero - Milano
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