Il 1° aprile 2001 abbiamo festeggiato il ventennale della Riforma che ha fatto nascere la Polizia di Stato: civile, Sindacalizzata, più trasparente ed aperta alle giuste istanze della gente e della Società civile.
A venti anni di distanza è possibile fare un primo bilancio, un consuntivo parziale delle scelte fatte dal Legislatore a ridosso dei difficili ed intricati anni del terrorismo.
Non sono un testimone diretto della Riforma, dato che il mio ingresso nella Polizia di Stato risale al 1983, ma ho cercato, da subito, di capire cosa stava succedendo attorno a me perché vedevo gli strappi, le resistenze, i dubbi, le fughe in avanti di una Amministrazione gigantesca in profonda e sofferta evoluzione.
Proprio questa mia immediata attenzione agli accadimenti che vedevo “prendere” in modo tanto profondo i colleghi più anziani, mi spinse ad entrare da giovanissimo nel Siulp, di cui fui il Segretario Generale Provinciale a Pesaro dal 1987 al 1998 (per qualche tempo addirittura il più giovane d’Italia).
In altri termini, ho avuto a disposizione un punto di osservazione privilegiato, insieme a concomitanti incarichi regionali, nel Direttivo Nazionale, in Commissione Scuole e altro ancora.
Un ricordo commosso mi preme rivolgere al compianto Riccardo Tonelli da Ancona, mentre una menzione particolare rivolgo a Roberto Sgalla e agli inossidabili ed oramai in pensione Mariano Giancarli e Fausto Stefani da Pesaro.
A tutti loro mi legano affetto, amicizia, stima e comuni ideali.
Mi hanno aiutato a crescere, rispettando le mie idee, l’età anagrafica e la mia dignità, mi hanno insegnato tantissimo facendomi comprendere appieno il valore della solidarietà e del sacrificio per la tutela dei colleghi da una Amministrazione sovente prepotente e matrigna.
Con loro ho operato nel Siulp, condividendo iniziative, pagando prezzi e subendo a volte discriminazioni; da parte mia ho lavorato a ritmi sostenuti e con piena lealtà: non rinnego nulla e colgo anzi l’occasione per ringraziarli di cuore.
Venti anni di Polizia di Stato ma anche venti anni di Sindacalizzazione e quindi di Siulp.
Come non ricordare, però, che a fine 1999 si è consumato uno strappo, una lacerazione (fuoriuscita per alcuni, scissione per altri)?
Sicuramente un evento nefasto per tutti i lavoratori di Polizia, per il Paese, per le idealità solidaristiche e confederali che per anni abbiamo tutti professato e praticato. Già nel 1990 la Conferenza Episcopale Italiana evidenziava come “le varie forme particolaristiche insidiano il tessuto sociale e finiscono col trasformare certe diversità in motivi di divisione e di discordia”: che ciò possa valere anche per tutti noi?
Sono convinto, meglio ancora testimone diretto del fatto che qualcosa nel Siulp non funzionava più, o forse più al meglio, sul piano dei rapporti unitari, non ho difficoltà ad ammettere che probabilmente, come sempre avviene, le ragioni e le colpe vanno ripartite fra tutti i soggetti interessati, ma sono altrettanto consapevole (e dopo più di un anno sempre più sicuro) che l’alternativa creata è sicuramente peggiore del “male” che voleva sanare.
I lavoratori di Polizia, della Penitenziaria e dei Forestali ed anche quelli delle Polizie militari hanno grande necessità di un soggetto Unitario, l’unico capace (e venti anni di storia lo dimostrano) di fare entrare (peraltro con non poche difficoltà) valori quali la solidarietà, la trasparenza, la confederalità nei complicati, incomprensibili e a volte inspiegabili meandri dell’Apparato Sicurezza.
Sono sempre più convinto, l’ho sempre detto e ho anche “pagato” i miei prezzi per tali idee, che l’obiettivo è l’unitarietà e quindi l’attuale assetto Sindacale di Cgil Cisl Uil e Siulp nel Comparto Sicurezza deve essere quanto prima riveduto, corretto, riadattato.
Nelle relazioni provinciali, regionali e nazionali dei quattro congressi della storia del Siulp l’abbiamo sempre scritto tutti e con convinzione: il Siulp era un laboratorio unitario fragile e delicato che andava salvaguardato e che doveva anzi essere preso come esempio per fare compiere percorsi unificanti anche alle altre categorie confederali.
Così, da fine 1999 ad oggi, non è più; ed allora, con il cuore in mano, rivolgo un appello a Cgil-Cisl-Uil (a me piace indicarle ancora con i trattini): non so se le forme nel futuro potranno tornare ad essere (come auspico) quelle del passato, sono però assolutamente convinto che, ai 23 e più Sindacati presenti in Polizia, le Confederazioni debbano replicare facendo una grande, coraggiosa, nobile e lungimirante assunzione di responsabilità.
Riunite, saldate, incollate, non manteneteci separati: questo sarebbe il più bel regalo per il nostro ventesimo compleanno.
Paolo Molinelli
(Componente Siulp Commissione Istituti di Istruzione e Segretario Regionale Siulp Marche)
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