In attesa delle trattative per il rinnovo del contratto di lavoro per i dipendenti del “comparto sicurezza”, si registrano le prese di posizione di alcuni sindacati della categoria, anche alla luce di quanto il governo intende destinare alle Forze di polizia
Nel momento in cui scriviamo non è ancora elaborata la piattaforma rivendicativa che i sindacati di Polizia presenteranno al tavolo delle trattative. Gli incontri in tal senso inizieranno, presumibilmente, sul finire di questo mese o nei primi giorni del prossimo.
La battaglia, se così possiamo chiamarla, avverrà anche alla luce degli stanziamenti che il governo ha previsto nella finanziaria relativa agli anni 2002-2003, per quanto attiene il personale del “comparto sicurezza”.
In proposito riportiamo qui di seguito le prese di posizione di alcuni sindacati dei lavoratori della Polizia, riservandoci un commento adeguato nei prossimi numeri del giornale.
Da premettere che per il biennio 2002-2003 la finanziaria approvata dal Parlamento sul finire dello scorso anno prevede, per il personale del citato “comparto sicurezza”, uno stanziamento di circa due miliardi di euro. Una somma, questa, che non ha soddisfatto il Silp-Cgil che ha rilevato come
• il nuovo contratto avrà validità quadriennale (2002-2005) per gli aspetti normativi e biennali (2002-2003) per quelli economici. Nel disegno di legge finanziaria 2002 (art. 9, comma 2) mancano circa 600 miliardi di lire per garantire la difesa delle retribuzioni tabellari dall’incremento reale del costo della vita. Anche per il trattamento accessorio finalizzato alla produttività (art. 9, comma 4) non viene previsto lo scostamento tra inflazione programmata e reale nel biennio in corso, e, quindi vengono previste sostanzialmente le stesse risorse della finanziaria 2001 (930 miliardi invece di 920).
• Nonostante la legge preveda l’introduzione di una diversa struttura retributiva, fondata sui parametri, al fine di garantire la specificità del personale delle Forze di polizia, il disegno di legge finanziaria 2002 non prevede alcun stanziamento per questo adempimento, segno di scarsa attenzione, al di là di qualche demagogica dichiarazione, alle condizioni retributive del personale.
• Il ritardo nella costituzione dei fondi rappresenta un grave danno per gli operatori, in special modo i più giovani, i quali non hanno ancora la possibilità di costruire una pensione integrativa accanto a quella ordinaria, che verrà calcolata, ormai per molti, secondo il sistema contributivo.
• Nel disegno di legge finanziaria 2002 non si individuano programmi specifici di finanziamento a favore del sistema abitativo e degli alloggi per le Forze di polizia, nonostante la mobilità sia considerata uno strumento strategico di gestione del personale e nonostante la dichiarata intenzione del Dipartimento della Ps di “sfrattare” diverse migliaia di operatori dai loro alloggi collettivi.
• Nella finanziaria 2001 erano previsti: circa 33 miliardi per la dirigenza dei Corpi di Polizia e delle Forze Armate; 240 miliardi, 317 miliardi e 245 miliardi, rispettivamente per il 2001, 2002, 2003, per l’inquadramento dei funzionari, degli agenti-sovrintendenti e ispettori, e per l’allineamento economico del personale all’estero. Nel disegno di legge finanziaria 2002 non sono previste risorse, nonostante la legge di riforma delle carriere consenta l’emanazione di decreti correttivi per tutti i ruoli, e nonostante l’approvazione da parte del Parlamento, nella scorsa legislatura, di un ordine del giorno a favore dell’introduzione di procedure contrattuali per la dirigenza delle Forze di polizia.
Dal suo canto il Siulp, in una nota del Segretario generale Oronzo Cosi, relativa, appunto, al rinnovo del contratto nazionale di lavoro per il quadriennio 2002-2005, così si esprime:
... Da molto tempo abbiamo cercato nelle trattative per il rinnovo, di superare l’antico limite “dell’aumento di stipendio” inteso come risultato di una semplice operazione di matematica: stabilire il giusto “compromesso” tra l’inflazione reale (che è un dato oggettivo) e l’inflazione programmata (che essendo dato soggetto a valutazione assume i connotati di dato soggettivo). Questa esigenza, più volte espressamente riconosciuta e non per ultima con l’attuale contratto di lavoro che ha visto uno sforzo suppletivo da parte del governo del tempo, per reperire ulteriori somme da stanziare sul nostro contratto, è già l’espressione più avanzata dal modo in cui noi intendiamo il riconoscimento della specificità del Comparto Sicurezza.
Una specificità che è apparsa sempre più evidente nelle ultime contrattazioni e che oggi si presenta come motivo per differenziare il Comparto Sicurezza da quello Difesa. Soprattutto con il riconoscimento esplicito, contenuto nel D.p.r. 254/99, di una serie di strumenti, che consentono una retribuzione “accessoria” rispetto a quella stipendiale per l’operatore di Polizia (che quotidianamente svolge la propria attività in condizioni di ulteriore disagio, rischio e pericolo), il problema è drammaticamente esploso, in tutta la sua eccezionale portata.
Un militare dell’Esercito presta un tipo di servizio completamente differente rispetto all’operatore di Polizia, pur essendo il suo profilo professionale teoricamente assimilabile a quello del poliziotto o del carabiniere. Un militare difficilmente lavora con turni in quinta, offre reperibilità, viene impiegato in ordine pubblico; per un poliziotto invece si tratta di prassi pressoché quotidiana. Sarebbe d’altra parte ingiusto destinare fondi comuni per i due Comparti, sapendo che a beneficiare delle somme aggiuntive saranno prevalentemente gli operatori della sicurezza, quindi di uno solo. È il momento quindi, per il Siulp, di portare avanti questa esigenza di differenziazione...
Il Siap, invece, così commenta:
... il comma 4 dell’articolo 11 del capo primo, titolo terzo delle Disposizioni in materia di spesa è stato modificato a danno della sicurezza dei cittadini e dei suoi operatori; al comma è stata apportata una modifica sostanziale sulla distribuzione dei 1.449.986.000 miliardi destinati agli operatori del settore, detta somma deve finanziare anche le operazioni militari finalizzate alla predisposizione di interventi anche in campo internazionale, è palesemente insufficiente per colmare il deficit di finanziamento in materia di sicurezza degli ultimi anni. Tra l’altro è inaccettabile destinare le stesse risorse al personale che “predispone” gli interventi in campo internazionale e al personale che deve garantire la sicurezza dei cittadini...
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