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ottobre/2001 - Laboratorio
Laboratorio
I ruoli dei Direttivi e Dirigenti
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In data 18 luglio 2000, dopo un iter travagliato, il governo Amato ha trasmesso alle Commissioni Parlamentari, il tanto atteso Schema di Decreto Legislativo recante il ‘Riordino dei ruoli del personale Direttivo e Dirigenti della Polizia di Stato’. L’atto in questione, ha sortito sul territorio un effetto sconcertante, per alcune sue previsioni, scatenando un malcontento generale ed un malessere complessivo, in quanto lo stesso non risponde alle legittime aspettative dei poliziotti.
Ispirarsi ad un modello militare, quale l’Arma dei Carabinieri, per riformare la Polizia di Stato, che sulla smilitarizzazione, ha costruito il modello civile di sicurezza democrativa al servizio dei cittadini, costituisce un arretramento culturale, storico e civile.
Riformare la legge 121/81, scegliendo il percorso di amalgama con l’Arma, copiandone i gradi ed il numero dei Generali, istituire il nuovo ruolo speciale dei Commissari, nuovo fiore all’occhiello della Polizia, ha significato semplicemente bluffare spudoratamente e ritornare indietro di un ventennio.
Che senso ha, infatti l’istituzione del Ruolo Speciale in cui, a regime, confluiranno 1000 Ispettori Superiori, in possesso del Diploma di Scuola Media Superiore, dopo aver superato anche una duplice prova scritta? Perché mortificare gratuitamente 6.000 Ispettori Superiori della Polizia? Il passaggio dal Ruolo Speciale al Ruolo Ordinario con specifico concorso, non significa forse che il nuovo ruolo è un ruolo di concetto?
Ma la figura dell’Ispettore, non era nata come intermedia tra il ruolo dei Direttivi e quello degli esecutivi e pertanto già collocata in ruolo speciale di concetto? Nel corso degli anni abbiamo già assistito a selvaggi scavalcamenti per finire con il riordino del 1995, con il quale gli Ispettori venivano ulteriormente declassati dal ruolo di concetto a ruolo esecutivo, con il relativo appiattimento e la totale perdita dell’esperienza acquisita, come diretto collaboratore del Dirigente. Il bluff che l’Amministrazione ha posto in essere per l’ennesima volta, in buova sostanza, e senza mezzi termini, è dovuto al fatto che il nuovo ruolo speciale altro non è che il ripristino della figura dell’Ispettore della legge 121/81, con una mano di vernice fresca e qualche migliaio di posti in meno. È chiara e lampante la mortificazione di chi deve andare a cimentarsi in un concorso pubblico ed alla frequenza di un corso per ritornare ad essere quello che già era e per ritornare forse a vincere, dopo anni di esperienza professionale sul campo, un teorico concorso che aveva già vinto.
L’Ispettore Superiore che non partecipi o non superi il concorso, con il nuovo ruolo, verrebbe schiacciato ulteriormente verso il basso, da un Ruolo Speciale dove egli all’inizio idealmente già stava.
In definitiva gli Ispettori della 121, non solo hanno sempre avuto negata la possibilità di progredire in carriera, ma la creazione di un ulteriore ruolo, superiore gerarchicamente agli stessi, di fatto penalizza non solo la dignità professionale, ma anche quella umana e di relazione. Nel riordino poi del Ruolo già Direttivo, appare macroscopicamente stridente, il cul de sac, l’ammasso di tutti i Vice Questori Aggiunti, senza neppure prevedere una norma finanziariamente neutra, a costo zero, almeno per tutti coloro i quali già percepiscono lo stipendio di 1° Dirigente. Qual è la ratio del passaggio in altre Amministrazioni, se poi contemporaneamente, si penalizza l’interessato, danneggiandolo economicamente nel futuro? Risulta chiaro che quel nuovo Decreto, invero ha avuto l’accortezza di scontentare tutti i poliziotti, con grave nocumento per l’equilibrio e l’assetto dei ruoli interni, nonché della serenità personale di ognuno.
Né si può sottacere che un riordino complessivo dei ruoli della Polizia di Stato, dovrebbe essere affrontato globalmente, tenendo conto delle peculiarità di ogni categoria e di ogni legittima aspirazione dei lavoratori ed in modo particolare a chi, dall’Agente al Funzionario, è demandato a svolgere compiti di pubblica sicurezza.
A nome di tutti gli associati sul territorio Palermitano, il Siulp ha espresso, a suo tempo, il proprio vivo rammarico e la propria indicibile delusione per un inutile, dannoso ed iniquo provvedimento che finisce per alimentare ulteriormente il crescente malcontento all’interno della categoria.

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