Pochissimi avranno letto un mio articolo. Non amo molto scrivere, anche se siamo in un momento che molti analfabeti lo fanno.
In compenso amo molto leggere e altrettanto parlare, anche se a vanvera, qualche volta.
Dopo l’invito del dott. Andruccioli, direttore dello storico ed eroico giornale fondato da Franco Fedeli, a scrivere qualche cosa, come “vecchio combattente”, in occasione del ventennale della Riforma di Polizia, mi sono sentito molto onorato di aderire alla sua richiesta.
Dovrò dire qualcosa sulla Riforma e sulle lunghe ed estenuanti battaglie per ottenerla?
Ma a chi può interessare?
Una parte di coloro che l’hanno voluta, non ci sono più; noi che restiamo, conserviamo nelle nostre menti il lungo tragitto e le grandi sofferenze affrontate per ottenere una Riforma al di sotto di quella che avevamo auspicata e, quelli che ne fruiscono non hanno interesse a conoscere come e da dove è venuta.
Questi ultimi probabilmente staranno già pensando ad una “loro” Riforma.
Quindi, caro direttore, a che prò?
Ringrazio e saluto tutti i vecchi amici della redazione di “Polizia e Democrazia” che si ricordano ancora di me; a tutti i vecchi combattenti dico che sono sempre pronto per altre battaglie giuste. Basta chiamarmi, io sono ancora vivo e vegeto. Fraternamente.
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