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ottobre/2001 - Interviste
Genova DOCET
Rimozioni inopportune
di Antonio Cimmino

Appare strano che per gli eventuali errori di comportamento di un numero ristretto di poliziotti, abbiano pagato uomini di vertice dalla onorata carriera al servizio dello Stato

Una volta, parlando con il prof. Francesco De Martino, all’epoca Segretario del Psi, gli domandai chi sarebbe stato eletto a Presidente della Camera dei Deputati ed egli mi riferì, in anteprima, che il candidato era l’on. Sandro Pertini.
Di Pertini, divenuto poi Presidente della Repubblica, tutti (o quasi) abbiamo avuto grande stima e simpatia. Ma quando vi fu il drammatico terremoto dell’Irpinia egli rimosse il prefetto di Avellino.
Questa vicenda non mi è mai piaciuta. Di fronte ad una tragedia di quella portata, con migliaia di morti ed interi paesi rasi al suolo, cosa avrebbe potuto fare quel prefetto - povera vittima sacrificale - dai limitati mezzi a disposizione e dalla completa imprevedibilità del caso, non è stato mai spiegato.
Ora per i fatti di Genova, a pagare i diffusi errori organizzativi e di strategia sono stati prescelti il questore dott. Francesco Colucci, il Capo dell’antiterrorismo, prefetto Arnaldo La Barbera e il Vice Capo della Polizia Andreassi.
Mi sembra veramente strano che a pagare per i molteplici errori delle Forze dell’ordine, per la guida incerta delle operazioni, per la mancata prevedibilità di tutte le possibili fasi di scatenamento della guerriglia, debbano essere questi superpoliziotti, dalla onorata carriera, per lungo tempo lodati e stimati, mentre la ricerca minuziosa ed oculata di tutte le strategie sbagliate, le intemperanze e l’impiego di giovani poliziotti e carabinieri, gli abusi e le deviazioni nell’uso della forza, andrebbero ricercate in tutte le direzioni.
Certo che le relazioni di servizio su quanto accaduto nella scuola Armando Diaz sono inaudite se dei 93 giovani che la occupavano ben 62 sono stati sottoposti alle cure mediche per le percosse e le lesioni provocate durante la “perquisizione”. Anche i poliziotti sono rimasti contusi e feriti. Sono 17 e di questi 15 appartengono al Reparto Mobile di Roma. Questi elementi posti all’attenzione dell’ispettore Micalizio dimostrano come siano stati gli agenti di Roma, a fare irruzione nella scuola ed a combattere nei giorni di fuoco la guerriglia con i blak bloc.
D’altra parte, dice il questore rimosso, in quei giorni del G8 a Genova vi era tutto lo staff militare e poliziesco dello Stato.
Tagliare così le gambe ad alti funzionari come il questore dott. Francesco Colucci, il Capo dell’antiterrorismo, Arnaldo La Barbera, il Vice Capo della Polizia Andreassi, pregiudicandone l’avvenire e collocandoli in retroguardia, serve solo a diffondere un senso di sfiducia e di incertezza, se non a provocare la fuga o disinteresse di chi constata che, al primo fruscio di vento, si può essere trascinati via come fuscelli, quando la tempesta dovrebbe coinvolgere alte sfere, per un coordinamento insufficiente, nonostante i “sopralluoghi” del Presidente del Consiglio, del ministro Scajola e delle più elevate cariche della Polizia e dei Carabinieri.
Certo che la stampa mondiale ci ha bollati per i riflessi negativi del G8; anche Capi di Stato e di Governo sono insoddisfatti ed hanno praticamente decretato il fallimento di questo grande appuntamento di Genova. Sono insoddisfatti altresì i giovani antiglobal, i pacifisti e tutti quelli che reclamavano dai potenti del mondo un’attenzione diversa per i popoli affamati. Bisognava perciò prevedere che il “popolo di Seattle” stava creando un grande movimento internazionale di opposizione tra i giovani contro i potenti del mondo, il nuovo capitalismo, il militarismo e le grandi concentrazioni economiche e finanziarie. Bisogna essere consapevoli, allora, che al “popolo di Seattle” aderiscono associazioni spontanee, giovani della scuola e dell’Università, quasi sempre fuori dai partiti e dai sindacati.
Insomma sta nascendo un nuovo manifesto; il manifesto mondiale di chi per ragioni religiose, per ragioni ideologiche, di umanità e di solidarietà, sta dalla parte dei deboli e dei morti di fame.
Il G8 che si contesta non è legittimato per la maggioranza dei popoli: meglio l’Onu e la Fao che possono coordinare un governo mondiale dei popoli, ove tutte le popolazioni sono rappresentante, per raccogliere le ansie ed i bisogni ineludibili dei paesi arretrati e non allineati, affinché possano varcare quella soglie che rappresenta il superamento della miseria e della fame, delle diffuse malattie e, quindi, il diritto alla salute ed alla vita, per incamminarsi sulla via della civiltà e del progresso. Il “popolo di Seattle” anela a nuovi modelli di sviluppo, diversi da quelli attuali, certamente più solidali e più rispettosi della natura. In qualche modo si sta realizzando un’aggregazione mondiale di certi movimenti, se si pensa alla crescente simpatia per il Comandante Marcos, capo dei ribelli del Chiapas.
Perciò un gesto nobile, per quanto ingiusto, poteva essere rappresentato dalle dimissioni del ministro Scajola, come fece Cossiga, da ministro dell’Interno, all’epoca dell’uccisione di Aldo Moro, ad opera delle Br, senza far saltare delle teste, visto che per quanto accaduto vi sono responsabilità diffuse.

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