I cittadini sono ormai coscienti che il benessere, la sicurezza e la prosperità sono comuni denominatori di un unico grande obiettivo: l’efficienza.
Gli Stati esteri che hanno applicato l’efficienza quale obiettivo dell’organizzazione istituzionale, hanno raggiunto grandi traguardi in termini di qualità dei servizi resi ai cittadini e quindi di ricchezza (Prodotto interno lordo) il tutto con effetti positivi sulla qualità della vita.
La spesa per una sicurezza efficiente garantisce sviluppo, specialmente nel Sud del nostro paese.
Tale breve premessa, a noi pare sia necessaria per introdurre alcuni punti di vista e perplessità che accomunano molti iscritti al Siulp ma che soprattutto rendono concorde la stragrande maggioranza dei colleghi non iscritti ai sindacati.
Dagli anni in cui il Siulp si costituì e portò avanti grandi battaglie per il sostanziale miglioramento della categoria raggiungendo nel 1981 la smilitarizzazione e la riorganizzazione della Polizia di Stato, ad oggi, sembra di non aver più a che fare con lo stesso soggetto sindacale.
Soprattutto in questo ultimo decennio, i famigerati Anni 90, gran parte della classe dirigente del Siulp, a noi pare, non abbia saputo farsi interprete delle istanze della categoria né con le istituzioni né con la società civile.
Anche le organizzazioni sindacali confederali, hanno mostrato difficoltà di dialogo con quei fermenti sociali che stimolano il cambiamento, rimanendo arroccate in formule giurassiche di conservazione dello status quo sindacale.
Questo scenario ha generato e genera danno proprio ai lavoratori che dovrebbero essere tutelati.
Gli ideali della grande tradizione sindacale italiana possono essere ancora validi se riescono ad entrare in simbiosi costruttiva con i mutamenti socio economici.
Tornando alla categoria ed al Siulp, si è verificato un appiattimento ideologico ed organizzativo sulle tesi delle organizzazioni confederali di riferimento (Cgil, Cisl e Uil) senza avere la forza di onorare ciò che è sancito nello Statuto del Siulp stesso, ovvero che esso si ispira agli ideali delle confederazioni sindacali mantenendo la propria autonomia!
Tutto questo ha generato la nascita di innumerevoli organizzazioni sindacali cosiddette autonome (ad oggi più di venti) le quali fortemente motivate all’inizio della loro attività, si sono poco per volta ritagliate il loro spazio nell’immenso mare della tranquillità. Il silenzio quasi assoluto è tuttavia ogni tanto rotto dal vociare chiassoso e spesso volgare di qualche segreteria in deficit di adesioni.
Ancora qualche riflessione.
- La fuoriuscita di molti aderenti e la costituzione di due ulteriori soggetti sindacali, sono la prova della sudditanza ideologico-organizzativa nei confronti dei confederali e nel contempo di incapacità unitaria.
- La linea morbida del Siulp con il Dipartimento della Ps e con i governi che hanno palesemente avuto il supporto dei confederali è abbastanza eloquente.
- Qualche perplessità suscita anche, in termini di azione sindacale, il tanto decantato Accordo Nazionale Quadro, formidabile gingillo giuridico per impegnare le energie dell’organizzazione sindacale e distrarla dal perseguimento dei veri obiettivi di tutela della categoria (sostegno e vigilanza sul progetto riformatore, retribuzione adeguata, tutela della professionalità che viene depauperata dai continui revisionismi delle carriere, messa in discussione del regolamento di servizio e di disciplina).
- Il pericoloso appiattimento del Siulp sulle dinamiche sviluppate dagli accordi del luglio 93 e la completa sottomissione culturale alle logiche delle leggi 195 e 196 del Maggio 1995 hanno generato “un appiattimento retributivo”. Quello che ci chiediamo è: le disagevoli condizioni di servizio e le innumerevoli responsabilità di carattere penale, civile, amministrativo e disciplinare, erano da accodare al concetto generico di impiego pubblico?
- Che fine ha fatto il riconoscimento della professione di operatore di polizia tra le categorie usuranti ai fini dei benefici pensionistici?
- Approfondire e prendere posizione sui temi dell’ordine pubblico, della microcriminalità e dei rapporti di questi ultimi fenomeni con la immigrazione clandestina è compito di una organizzazione sindacale che mira all’interesse, in termini di professionalità, di tutti gli operatori di polizia che ogni giorno si scontrano con tali realtà? Prima di esternare tali posizioni, sono stati interpellati i dirigenti e gli operatori degli uffici preposti al controllo e trattamento di tali fenomeni?
- Esiste un vero dialogo con la base?
Ma la vera grande perplessità o meglio il grande preoccupante stupore riguarda la volontà già tristemente nota di fare del Siulp un organismo sindacale che abbia come unico referente la Cisl.
Citiamo il punto 6) di Siulp Flash del 27/4/2001 “Il Siulp e il mondo confederale: È tuttavia necessario recuperare e rafforzare il rapporto con il mondo confederale, soprattutto per evitare il rischio di andare alla deriva dell’autonomia intesa come separatezza dal mondo del lavoro. Pertanto è essenziale che il Siulp si affilii, come organizzazione, alla Cisl, l’unica confederazione che allo stato intende mantenere e proseguire i rapporti con il Siulp”.
Riteniamo necessaria, una rivisitazione della gestione democratica ed unitaria dell’organizzazione a tutti i livelli, valorizzando in particolare il rapporto dell’organizzazione con tutti i posti di lavoro.
A nostro modesto avviso, il Siulp costituisce un pezzo importante della nostra storia sindacale che non può essere ceduto al miglior offerente, ancor più se l’organizzazione sindacale di riferimento cui si vorrebbe legarlo, ha espresso un movimento politico.
Il Siulp può ancora una volta tornare ad essere valido strumento di conquista di quei diritti e di quelle lecite gratificazioni professionali che ancor oggi ci sono negate, da governi sovente miopi verso i concreti problemi della gente.
Il Siulp è di tutti gli operatori di Polizia che credono nella democrazia, nella legalità, nel dialogo con l’Amministrazione e nel rapporto aperto e continuo con la società civile nel suo complesso, senza affiliazioni totalizzanti!
Forse è tempo di camminare con le nostre gambe, dipende solo da noi!
Se riforma statutaria deve essere fatta, riteniamo che essa debba essere orientata verso l’apertura del Siulp in senso libertario!
Apertura totale dunque, ad ogni idealità: politica, sindacale, associazionistica ma in piena, assoluta, sacrosanta autonomia!
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