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settembre/2001 - Interviste
Contributi
Un appello ai colleghi
di Ennio Di Francesco

Non sfugge a nessuno come i rapidi mutamenti sullo scenario internazionale e nazionale (globalizzazione anche della criminalità organizzata, problematiche migratorie, processi di decentramento regionale, evoluzioni comunitarie, coinvolgimento sempre maggiore della società civile...) stiano portando a una profonda rivisitazione del concetto stesso di sicurezza pubblica nei suoi variegati e interonnessi aspetti sociali, preventivi, di ordine pubblico, processuali, repressivi... nonché del concetto stesso di servizio professionale che gli operatori di Polizia debbono assicurare con cultura, modernità, efficacia, sensibilità e lungimiranza, nell’interesse della collettività e delle Istituzioni democratiche.
Compete certo al governo ed al Parlamento affrontare le problematiche squisitamente politiche. Tuttavia perché ciò avvenga nella maniera più informata e costruttiva possibile, è doveroso fornire alle forze politiche, nella loro più alta funzione di rappresentanza democratica, elementi di conoscenza e di riflessione scaturenti dall’esperienza professionale di servitori dello Stato che parlano con la memoria dei propri caduti e la fierezza dei risultati conseguiti nella lotta contro la criminalità.
Fu questo, d’altro canto, il modo di partecipazione democratica attraverso cui, nei tremendi anni di piombo di aggressione criminale e terroristica, i poliziotti seppero dare contributi importanti perché si addivenisse alla legge 121/81 che, pur superata in talune parti e colpevolmente disapplicata in tante altre, resta il caposaldo fondamentale del magnifico processo culturale e democratico avvenuto nel Sistema Sicurezza. Basta rivivere questi concetti con la memoria e col cuore di quando terrore, stragi, violenze e deviazioni, insaguinavano l’Italia mettendo in pericolo la sua stessa democrazia.
In questo senso, pensando alla stragrande maggioranza dei poliziotti che quotidianamente tra rischi, difficoltà e umiliazioni, continuano a fare il proprio dovere con professionalità e abnegazione, sento doveroso rivolgere un appello, con animo pieno di amarezza per la violenza che sta avvenendo dei valori della legge 121/81 e la conseguente mortificazione della Polizia di Stato.
Un appello a tutti i poliziotti, a tutti i livelli, specie ai più alti, alle loro associazioni rappresentative, affinché oltre ogni particolarismo, si esprimano proposte costruttive per tornare realmente allo spirito della 121/81, evitando processi involutici, nell’interesse del Paese ad avere un Sistema Sicurezza sempre più democratico, moderno, lungimirante, efficace sul piano nazionale ed internazionale.
È un dovere di tutti verso le Istituzioni e i cittadini di questa nostra spesso tormentata ma sempre splendida Italia.
I poliziotti, nel senso più nobile del termine, lo debbono ancor più ai tanti colleghi, Annarumma, Boris Giuliano, Cassarà, Donadoni, Loi.. e alla lunga schiera di eroi senza medaglie sacrificatisi per questa Polizia ideale.
Io resto a disposizione.
Ennio Di Francesco

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