Sul tema della sicurezza urbana, si vanno delineando nuove strategie e interessanti sinergie finalizzate ad una maggiore tutela dei cittadini. Il capoluogo toscano ha costituito un apposito “Ufficio Operativo”
In tema di sicurezza stiamo assistendo ad una originale ridisegnazione della “cittadinanza”, del ruolo del cittadino in generale dei suoi bisogni e delle sue aspettative.
Ciò comporta una nuova definizione dei tempi della città passando per una riorganizzazione dello spazio urbano, accessibilità dei servizi pubblici, riduzione dei tempi burocratici e inevitabilmente dall’attuazione di una serie di interventi volti ad infondere un maggiore senso di sicurezza al cittadino.
I progetti “ Città Sicura”, ormai sperimentati in diversi realtà urbane, sono la risposta più attinente e concreta per la risoluzione di problemi legati alla sicurezza e soprattutto per ottenere il risultato principe nelle strategie di contrasto all’insicurezza: il progressivo avvicinamento ai cittadini e la presenza nei “suoi” luoghi di vita quotidiana, in modo da rendere loro palese la presenza del Comune e più in generale dello Stato.
Il cambiamento dei sistemi culturali e relazionali di riferimento diminuisce nel cittadino la percezione tradizionale della propria città come spazio rassicurante anche attraverso una crescente difficoltà di comprensione di mutati scenari sociali.
Ed è proprio per questo che occorre radicare le politiche di sicurezza nello spazio di vita dei singoli con un conseguente innalzamento della qualità di vita complessiva.
Da qui l’importanza della sinergia dei due poteri pubblici presenti sul territorio e capaci di interventi direttamente in materia di sicurezza: il governo centrale, rappresentato a livello decentrato dal Prefetto, e quello locale rappresentato dal Sindaco. Ruolo fondamentale per i singoli progetti di città sicure debbono avere le politiche di indirizzo sulle sicurezza elaborati dalle Regioni.
E sulla collaborazione fra governo centrale e governo locale si innestano i Protocolli di intesa o meglio i nuovi contratti di sicurezza. Firenze ha rinnovato il proprio accordo sinallagmatico scaduto lo scorso luglio. Ed in questa sede vogliamo rappresentare la soddisfazione per i risultati che il nuovo Contratto per la Sicurezza ha prodotto, consacrando una permanente collaborazione e scambio di informazioni tra Prefettura e Comune. Nel nuovo contratto sono stati inseriti nuovi strumenti che si affiancano a quelli già esistenti e che permettono al suo comitato di godere dei risultati che pervengono da tavoli permanenti costituiti a livello di quartiere con la partecipazione dei rappresentanti di tutte le istituzioni capaci di fornire qualsiasi contributo in tema di sicurezza.
Tornando ai progetti “Città Sicura” occorre fissare linee guida che (partendo da quella logica di costante avvicinamento al cittadino e di partecipazione alla sua vita quotidiana) permettano interventi ad ampio raggio, privilegiando i settori dell’assistenza alla vittime dei reati, della ricerca scientifica e dunque del monitoraggio e dell’analisi del fenomeno, della mediazione sociale, delle attività di supporto ai compiti delle Forze di polizia operanti sul territorio sollevandole da compiti non propriamente di istituto e più assistenziali.
Firenze, in tal senso, ha fatto una scelta precisa ed innovativa costituendo un Ufficio immediatamente operativo, elastico nei rapporti con i quartieri ma anche con comitati ed associazioni e posto alle dirette dipendenze del sindaco. Circostanza questa che ha permesso una globalità ed intersettorialità di interventi fondamentale in tema di sicurezza.
Tale scelta ha determinato, come ho detto, pur senza escludere ogni intervento nel sociale che viene assicurato dagli assessorati competenti, un taglio operativo dell’ufficio.
I primi mesi di attività dell’Ufficio sono stati dedicati alla individuazione delle necessità più impellenti (anche mediante l’incontro con numerosi comitati ed associazioni, oltre ai continui contatti con i quartieri) in modo da modulare interventi, di pronta realizzazione, ma capaci di incidere sulla percezione di una maggiore sicurezza e di fornire strumenti per l’assistenza alle vittime dei reati.
Da tale attività di analisi sono scaturite molteplici indicazioni utili per la realizzazione di progetti operativi già nel secondo semestre di attività.
Sono stati effettuati diversi interventi in grado di coprire le varie richieste in tema di sicurezza nel rispetto delle competenze dell’Amministrazione comunale e nella logica di quell’avvicinamento al cittadino. Così sono state installate nei parchi cittadini colonnine SOS, in collegamento audio-video con la centrale della Polizia Municipale, il cui bilancio è sinora senz’altro positivo; si è altresì proceduto ad installare un sistema di video sorveglianza attestato presso la Sala Operativa della questura che ha già portato a diversi interventi anche con risultati di Polizia Giudiziaria.
Senza soffermarmi sui singoli progetti, più volte illustrati nel corso di convegni, ricordo l’istituzione dei numeri verdi antritruffa, l’assistenza alle vittime dei reati, l’assicurazione gratuita per i nuclei ultrasettantenni vittime di furto, l’accompagnamento degli anziani a riscuotere la pensione o il contante al bancomat e i progetti di ricerca dell’università. Assieme a questi progetti di ricerca è in via di formazione anche un centro di documentazione, con il nostro patrocinio e curato dal dipartimento di Urbanistica della facoltà di Architettura, finalizzato ad un monitoraggio qualificato che permetta una mappatura della vivibilità nei quartieri mediante l’incrocio, con supporto cartografico, di dati relativi non solo alle statistiche di criminalità e i vittimizzazione ma anche relativi alla urbanistica, illuminazione, servizi ecc.
Sarebbe opportuno e necessario nel prossimo futuro elaborare progetti di mediazione sociale sulla scorta della esperienza già positivamente condotta nei quartieri.
“Città Sicura” è intervenuta inoltre sui sistemi di difesa passiva dei musei comunali. In collaborazione con la Direzione Musei è stato redatto uno studio per l’ottimizzazione dei sistemi di allarme dei musei comunali ove sono custodite opere d’arte per un valore superiore ai duemila miliardi.
È stata dunque intenzione dell’Ufficio intraprendere con decisione un’attività, ulteriore a quella istituzionalmente spettante all’Ente locale, che risulti servente alle competenze più specifiche, in materia di ordine e sicurezza pubblica, delle altre istituzioni pubbliche.
Da tale previsione non poteva sfuggire una attività di informazione e di effettiva collaborazione con l’ufficio del Pubblico Ministero: “Città Sicura” ha segnalato formalmente alla Procura della Repubblica del Tribunale di Firenze una associazione che induceva minori, sotto i quattordici anni, alla commissione di furti e rapine in città. Dalla segnalazione, grazie alla professionalità di un gruppo di lavoro coordinato dal dirigente della Squadra Mobile di Firenze e composto da personale della Polizia di Stato e della Polizia Municipale, è scaturita una brillante operazione che ha portato all’arresto di undici persone ed al sequestro di oltre due miliardi in valuta italiana e straniera e in gioielli.
Nel periodo seguente all’operazione di Polizia, secondi i dati della questura, si è avuto un fortissimo decremento dei furti in città. L’Amministrazione Comunale ha fatto richiesta di costituzione di parte civile nel processo per il danno all’immagine ed allo sviluppo turistico della città provocato dal continuo, massiccio verificarsi di borseggi e rapine ai danni di turisti. Ovviamente la collaborazione offerta dal Comune ha riguardato, oltreché l’intervento operativo della Polizia Municipale appositamente delegata alla indagini, anche l’attività dei Servizi Sociali per la sistemazione dei minori.
Altra segnalazione alla magistratura è stata effettuata per un vasto traffico di stupefacenti nel parco principale della città; nella conseguente operazione di Polizia sono state arrestate circa 30 persone. L’Amministrazione Comunale è immediatamente intervenuta per rendere più agevole il controllo del territorio, nell’immediatezza degli arresti, mediante un aumento dell’illuminazione, un intervento di parziale disboscamento e la chiusura di varchi.
In conclusione è possibile affermare la necessità di un intervento globale, che sia finalizzato alla ottimizzazione di una prevenzione integrata ma che veda l’Amministrazione impegnata su ogni linea, anche operativa, di contrasto a qualsivoglia fenomeno di illegalità.
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