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luglio / agosto/2001 - Interviste
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“Coraggio” allo stadio
di

Contrastare la violenza negli stadi con una maggiore sensibilizzazione delle tifoserie contro la violenza, con una più efficiente organizzazione dei servizi di ordine pubblico, con più uomini e una più rispondente dotazione di mezzi, nonché con sanzioni ancora più esemplari per le società sportive.
La cronaca domenicale ci ha abituato alle scene di stupida guerriglia che si scatenano intorno agli stadi di calcio, prima, durante e dopo le competizioni sportive. Come dei guerriglieri, alcuni gruppi di sostenitori delle squadre in competizione incendiano, distruggono, rompono tutto ciò che incontrano e finiscono per offuscare sempre di più l’immagine del gioco del calcio e persino la dignità delle città.
Così il 12 maggio scorso anche nellacittà di Napoli si è consumato un sabato di stupida, violenta follia ai danni dei cittadini inermi e dei lavoratori della Polizia. La pura efficace azione di contrasto delle Forze di polizia a cui era demandata la gestione dell’ordine pubblico è sembrata, ad un certo momento, soccombere e lasciare il posto alla violenza dei tifosi guerriglieri che durante gli scontri con le Forze dell’ordine hanno addirittura tentato di assaltare il commissariato di Polizia.
La decisione dell’equipaggio dell’elicottero della Polizia, che in quel momento sorvolava l’area degli scontri, di intervenire a bassissima quota per disperdere i facinorosi, è servita, con un’audace e coraggiosa manovra, a dare ai poliziotti, impegnati nel mantenere l’ordine pubblico, la possibilità di risolvere a favore della giustizia e dello Stato lo scontro in atto.
Al di là della cronaca giornalistica del giorno seguente agli scontri, la quale metteva in evidenza che “a salvare le Forze dell’ordine, in evidente inferiorità numerica, ci ha pensato l’elicottero della Polizia che è sceso fin dove poteva creando scompiglio con la velocità delle pale e contribuendo a far fuggire i tifosi” (Corriere del Mezzogiorno - domenica 13 maggio 2001), la vicenda impone la necessità di una riflessione: cosa sarebbe accaduto se il coraggio del pilota si fosse scontrato con un’improvvisa ed inaspettata difficoltà tecnica o se un corpo contundente o un mezzo esplodente avesse colpito l’aeromobile?
Abbiamo il dovere di evitare che chi oggi è indicato come un eroe non debba essere additato domani come responsabile di fatti irreparabili che graverebbero esclusivamente sulla sua sfera di responsabilità, dato che l’attività di ordine pubblico con gli elicotteri, in base a precise direttive del Capo della Polizia, sarebbe esclusivamente “finalizzata alla tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, mediante l’osservazione dall’alto, l’informazione ed eventuale coordinamento delle unità operanti a terra, oppure mediante l’impiego di sistemi per teleriprese”.
Nel guardare con rispetto a quanti con queste azioni di coraggio hanno evitato che si verificassero anche gravi fatti di sangue, abbiamo il compito di sottolineare che una più efficiente ed efficace gestione dell’organizzazione dei servizi di ordine e sicurezza pubblica, una più massiccia presenza di poliziotti durante queste manifestazioni sportive, una più rispondente dotazione di mezzi, una maggiore sensibilizzazione delle tifoserie contro la violenza, nonché sanzioni ancora più esemplari per le società di calcio, debbano nel futuro evitare che i poliziotti, indipendentemente se impiegati a terra o a bordo degli elicotteri, vengano costretti a dover, con seppur apprezzabili “atti di coraggio”, spingersi sino ad arrivare o ad oltrepassare la soglia limite delle regole - che in materia di volo non si prestano assolutamente a nessuna elasticità - per sopperire alle altre disfunzioni.
P. Leone - F. Iodice - P. Miggiano
Silp-Cgil - Napoli

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