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luglio / agosto/2001 - Interviste
Premio Franco Fedeli
La motivazione del Premio
di

Ecco la motivazione con la quale la giuria del “Premio Franco Fedeli”, ha ritenuto di dover premiare il libro di Perissinotto

“Perissinotto costruisce le vicende di questo romanzo giallo-storico con una elegante essenzialità. L’ambientazione storico-antropologica è accurata, ma i personaggi principali, tutti complessi e interessanti, come Colombano Romean (l’epico minatore che scava da solo la galleria della Thullie), l’inquietante Uomo Selvatico, il cinico Prevosto, tengono la scena muovendosi all’interno di pochi avvenimenti e in un ambiente fisico magico e rarefatto.
In un clima narrativo sospeso fra medioevo fantastico e modernità razionalistica, che in certi momenti richiama la leggenda di Sleepy Hollow, la trama si sviluppa intorno a una duplice indagine: quella del narratore, uno studioso contemporaneo di tradizioni alpine, volta a ricostruire il senso di un’antica ballata; e quella del protagonista, un giudice canonico del Cinquecento, alle prese con una strage dalla dinamica apparentemente inspiegabile.
Ippolito Berthe, giudice esecutore, è a dire il vero una figura di investigatore ben lontana da un poliziotto dei nostri giorni, se non altro perché nel suo tempo non esiste una polizia nel senso moderno del termine. Difatti egli appare piuttosto come una combinazione di pubblico ministero e poliziotto, condividendo i problemi di entrambi i ruoli. In un’epoca nella quale non c’è separazione fra potere esecutivo e giudiziario, ed è ancora incerta anche la distinzione fra autorità civile e religiosa, egli si trova sottoposto a uno stringente controllo politico, che allontana la verità e finisce per rendere ambigua ogni sua mossa.
Il contrasto latente tra l’ossequio al potere costituito e la ricerca della verità scavalca le contingenze storiche e culturali, rendendo il passato vivo e attuale. I lettori – e soprattutto gli operatori della giustizia e dell’ordine pubblico - possono perciò immedesimarsi nelle difficoltà e nei conflitti interiori del protagonista. Né la fedeltà feudale, né la religione, né il sapere scientifico basteranno ad orientarne le scelte, fornendogli una soluzione che soddisfi il suo senso della giustizia”.


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