Accade alla questura di Brescia, Ufficio immigrati. Se volete avere una idea delle bolge dantesche, potete accomodarvi.
In questo settore della Polizia lombarda, le cose assumono un aspetto non proprio idilliaco. Cominciamo a parlare di numeri e fra questi accenniamo al personale addetto: 28 uomini e donne per un carico di lavoro che riguarda 50 mila immigrati quanti ce ne sono a Torino (tanto per fare un esempio) dove però gli addetti sono 60.
Volete sapere di che si occupa l’Ufficio immigrati? È presto detto: delle pratiche relative ai permessi di soggiorno, al rinnovo dei medesimi e, ovviamente, alla perdita degli stessi. Detto così, sembrerebbe uno stanco ufficio di passacarte. Ma la realtà è ben altra. Già, perché in questo ufficio, ogni giorno, sono presenti molte centinaia di immigrati che debbono svolgere le loro pratiche. Senza contare i cosiddetti “ricongiungimenti familiari” che riguardano un minimo di tre persone per ogni immigrato richiedente. E quindi carte, documenti, certificazioni eccetera.
Grazie al nuovo questore della città, l’Ufficio immigrati oggi dispone di un locale certamente più accogliente di quello precedente: 3 metri per 4 con otto persone sedute ai tavoli. Quando qualche poliziotto dovevano andare al bagno, si dovevano alzare dal loro posto tutti gli altri, per consentire il passaggio.
Oggi la situazione è cambiata. Il salone dispone anche di aria condizionata ma il lavoro resta difficile, a volte pericoloso per gli scontri avvenuti fra i richiedenti e il personale della Polizia. Scontri che a volte hanno rischiato di degenerare. “Le minacce si sprecano”, ci ha detto un poliziotto addetto all’ufficio. Senza contare che - forse quale atto di estremo insulto ai poliziotti italiani - alcune volte, alla chiusura dell’ufficio sono stati notati escrementi (umani) “depositati” durante i momenti di massimo affollamento, con la... copertura di altri disperati costretti a fare file estenuanti fuori e dentro la questura. Altri particolari, riguardanti i bagni (a disposizione di tutti, anche dei dipendenti), preferiamo tacerli per ovvi motivi.
Come si vede, il paragone con le bolge infernali, non è poi così peregrino.
Soluzioni? Aumento del personale addetto. Ma questo, come tutti ben sanno, è una chimera.
E. G.
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