Nata dalla Pubblica Sicurezza, con la legge 121/81, fortemente voluta e conquistata dai lavoratori di Polizia, si rifà a valori tanto alti e preziosi che il presidente Pertini ritenne doverli sottolineare fissando per la pubblicazione una data storica: il 25 aprile, in modo che questa nuova tappa di un lungo processo di democratizzazione potesse essere collegata al momento più alto della “liberazione” dalla dittatura.
Nel ricordare l’avvenimento e gli anni che lo hanno preceduto, si affollano alla mente mille episodi e i volti dei protagonisti di una vicenda esaltante, che vide espressa e realizzata la forza trainante dei poliziotti, nella loro veste di lavoratori tra i lavoratori.
Forte è la tentazione di un amarcord, ma ritengo che molto più utile e più attinente alla circostanza, sia guardare al presente e porre le basi per un futuro migliore.
Le conquiste dei poliziotti e delle forze sindacali e sociali che con loro lottarono, sono oggi poste in discussione per una serie di interventi e di provvedimenti che potrebbero snaturarne i principi.
Bisogna che tutte le componenti della Polizia di Stato si rendano conto che nulla è acquisito per sempre e che il loro patrimonio di ideali e di lotte va salvaguardato e difeso quotidianamente.
Per realizzare il sogno di una Polizia democratica e vicina al cittadino (oltre gli slogans) c’è ancora molto da fare.
Non bastano le norme, bisogna verificarne la attuazione; non bastano i sacrifici dei singoli, ci vogliono mobilitazione e consenso generale.
Non servono statistiche più o meno rassicuranti, ma approfondite e serie analisi. Bisogna lavorare, con il contributo di tutti, per un modello di sicurezza di interesse comune.
Si parla tanto del problema sicurezza, si enunciano teoremi, si invoca il parere di esperti, si discute e di dibatte, ma non si approfondiscono i principi sui quali la sicurezza dovrebbe fondarsi.
Personalmente sono convinta che il problema non si potrà risolvere con l’impiego della forza, ma si potranno ottenere risultati positivi soltanto se tutti collaboreranno per un vivere civile, in una società che garantisca sacrosanti diritti di vivibilità e dignitosa convivenza.
Questa è l’esigenza primaria per il prossimo futuro: riaffermare i valori della Riforma che prevedono un grande impegno di tutte le forze politiche e sociali a tutela dei cittadini e dello stato democratico, privilegiando seriamente la prevenzione e la corretta informazione.
Per far questo bisogna riaprire e tenere vivo il dibattito sui temi che interessano tutti: confrontandosi con i cittadini, coinvolgendoli e lavorando con loro, per costruire un futuro migliore.
La ventenne Polizia di Stato può e deve avere ancora un ruolo trainante.
Coloro che ieri vollero la Riforma e che credono fortemente nei suoi valori, augurano ai colleghi della Polizia di oggi, buon lavoro e grandi soddisfazioni e sono loro vicini in ogni momento della loro attività, spiritualmente ed anche materialmente, ove possibile, non per nostalgie del passato, ma perché si conosca la storia della Istituzione, si valorizzino le lotte e i sacrifici di una base fortemente motivata che chiedeva poco per sé e molto per tutti e si tragga dall’esperienza antica un sentimento di orgoglio e la spinta a meglio operare, con dignità professionale, alto senso del dovere e spirito democratico in un’Istituzione a carattere civile, forte del consenso e del sostegno di tutte le forze politiche e sociali.
Un abbraccio ideale a tutti!
Maria Dell’Uva - Napoli
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