Una battaglia, quella per una Polizia democratica ed efficiente, certamente sofferta, difficile e dura che sembrava impossibile vincere.
Noi viceversa eravamo convinti di farcela sorretti come eravamo dall’entusiasmo che solo i grandi ideali possono darti e poi avevamo il grande punto di riferimento che era Franco.
Sì, Franco Fedeli con il suo volto che sembrava disegnato nella roccia: sempre abbronzato, sereno, sorridente che ci infondeva sicurezza ed ottimismo. Ricordo ancora il mio stupore davanti all’ottusità dei funzionari di Polizia che ci ostacolavano, quei terrificanti discorsi conformisti ed autoritari, che vedevano e volevano un Paese sempre più arretrato e ci controllavano come se fossimo dei destabilizzatori fanatici o, quantomeno, sciocchi idealisti. Ma poi il tempo e la tenacia ci hanno dato ragione!
Sono passati tanti anni ed oggi ci troviamo con una Polizia in sintonia con un Paese avanzato all’interno di una Europa proiettata verso un futuro sempre più civile e democratica.
Mi sia concesso un ultimo ricordo senza retorica: eravamo arrivati alla fine della battaglia finalmente vincitori; ci trovavamo in un ufficio, se non ricordo male, nel quartiere Prati di Roma e Franco aveva gli occhi lucidi. Tutti noi, sopraffatti dall’emozione, non riuscivamo a parlare; mi feci forza e ruppi il ghiaccio io, allora giovane avvocato, dicendo qualche frase emozionata e felice, sicuramente anche confusa, cui seguì un grande applauso liberatorio. Ci abbracciammo tutti consapevoli di aver contribuito a costruire qualcosa di importante!
Anche per questo Franco è come se non se ne fosse mai andato via.
Avv. Nino Marazzita - Roma
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