La mostra centrale ubicata a Roma si apre con una immensa cronologia - corredata da immagini, animazioni video e oggetti significativi - dei principali eventi relativi all'evoluzione delle scienze e delle tecniche in Italia dall'anno 1000 al 2000. Diverse stazioni multimediali consentono di esplorare figure e scoperte fondamentali del Millennio e, attraverso efficaci e suggestive sintesi corredate di documenti, oggetti e prodotti multimediali, costituiscono una efficace rappresentazione delle mostre correlate che sono organizzate e distribuite in modo coordinato nelle diverse città italiane che hanno dato u grosso contributo all’evoluzione della scienza.
La preziosa cronolgia che apre l’esposizione all’Eur si dipana sul piano inclinato a 45 gradi di uno sterminato leggio posto ad altezza d’occhio del visitatore. La sua estensione è di oltre venti metri. Questo maxi espositore presenta in una sorta di tavola sinottica la strabiliante evoluzione di quei dieci secoli che vanno dall’anno 1000 al 2000 , un intero millennio. La tavola, elencando sistematicamente gli eventi anche attraverso un centinaio di fotografie corredate da approfondite didasacalie, scandisce le date fondamentali per la storia della scienza con le scoperte e i nomi dei diversi scopritori. In definitiva riassume il progresso della scienza così come é stato sostenuto dal lavoro, dal genio, degli scienziati italiani. Dall’anno 1003, quando muore Papa Silvestro II (Gerberto di Aurillac), matematico, costruttore di globi celesti e terrestri, al 2000, anno in cui si ottiene la trasformazione di cellule staminali neurali in cellule muscolari (negli esperimenti di Angelo Vescovi che suscitano nuove aspettative per terapie basate sui trapianti cellulari), tutto è registrato con dovizia di particolari anche arricchiti tanti di quegli affascinanti ‘reperti’ che hanno scandito nel millennio che si è appena concluso la storia del progresso dell’umanità.
L’esposizione dell’Eur costituisce un vero e proprio nodo di scambio centrale per via informatica con le altre città collegate via Internet, ma non solo: nella stessa sede espositiva dei “mille anni” si può visitare anche una seconda esposizione dedicata ad Enrico Fermi, lo scienziato di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita. Ancora a Roma una terza mostra, ma decentrata, la "Fabrica della medicina", aperta anch’essa in contemporanea in un’altra sede, al Museo storico dell’arte sanitaria che si trova nei locali dell’ospedale di Santo Spirito nelle sale della antica Biblioteca Lancisiana.
Il percorso espositivo della mostra all’Eur, ideato dall’architetto Stefano Gris che assieme al suo giovanissimo staff opera dalla citta di Padova, valorizza i non facili dettagli espositivi presentandoli in immensi spazi gravidi di misteriose ed enigmatiche ombre, qua e là squarciae oda vividi e vibranti pannelli dipinti in quei colori cosiddetti ‘acidi’ che vanno dal rosso, al verde, il giallo o il violetto. Per lo sgomento visitatore tutto il fascino e il mistero della scienza sono immersi in un ambiente dalle pareti altissime, soffitto nero quasi impercettibile. Sulle paererti di questo immenso ‘contenitore’ - anch’esse dipinte di nero - come dal profondo emergono misteriosi ritratti di alcuni dei grandi nomi della scienza italiana del secolo, quasi dei Numi tutelari di questa grandiosa evoluzione storica: Leonardo Da Vinci, Galileo Galilei, Alessandro Volta e Guglielmo Marconi. Questi volti, enigmatici nella loro risoluzione in pellicola negativa, suscitano ricordi che arrivano fino ai tempi alla scuola riportando alla mente le loro sembianze così li abbiamo visti su tanti libri di storia. Queste immense gigantografie che spiccano nel buio, sono parcellizzate in una miriade di misteriosi retini che rendono loro quasi un effetto tridimensionale. Lo stesso ritratto di Galileo, inoltre, lo si ritrova anche al centro del percorso cronologico alla data del 12 marzo del 1610, quando pubblicò il Sidereus Nuncius nel quale registrò le sue scoperte legate all’uso del canocchiale (i particolari morfologici della faccia della Luna, la Via Lattea costituita da uno sciame di stelle, i satelliti di Giove e di altri astri invisibili a occhio nudo); ricerche ‘pericxolose’, queste, perché lo portarono fino alla sua condanna da parte del Sant’Uffizio nel 1633. Il verdetto fu comminato a Galileo quando scrisse la sua opera fondamentale a sostegno del sistema copernicano, il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo. Il seicento é stato anche il secolo di Evangelista Torricell che nel 1644 mise in evidenza gli effetti della pressione atmosferica e della resistenza del vuoto.
Un altro settore della mostra ricorda la "Fabrica di medicina", fondata da Giovanni Maria Lancisi nel 1711 e inaugurata nel 1714, con la "Libreria Medica", oggi Biblioteca Lancisiana (cui è dedicata la documentazione espositiva all’ospedale di Santo Spirito). In quel secolo non esistevano ancora biblioteche pubbliche con testi scientifici di medicina e quando il Cardinal Lancisi la organizzò scrisse “... conoscendo la necessita che hanno i medici di ogni genere di Istromenti anatomici, geografici, ottici e meccanici, a questo fine, oltre a una copiosa suppellettile di ciascuno di questi, io feci fabbricare in Siena e condurre in Roma...”.
Ecco poi una gigantografia di un giovanissimo Guglielmo Marconi in atteggiamento assorto davanti alla sua invenzione, la radio. Era infatti il 12 dicembre 1901 quando lo scienziato trasmise un segnale attraverso le onde radio che partì dalla Cornovaglia per arrivare fino in Terranova e segnò la nascita della telegrafia senza fili. Una scoperta che varrà a Marconi il Nobel per la fisica nel 1909.
Al terzo degli italiani raffigurati in gigantografia, Alessandro Volta, si deve la scoperta della pila elettrica, realizzata nel 1800, un avvenimento che è anche al centro della mostra della settimana scientifica nella città di Pavia dove Volta operava. Accanto a questi ‘numi’, immense ‘lavagne’ graffite da poderosi o labili segni in gessetto, consegnao alla storia le importanti formule di fisica, equazioni matematiche, numeri, lettere, incognite, quasi come quadri metafisici. Questi graffiti sono una piccola rappresentazione del lavoro di ricerca di Enrico fermi e dei suoi compagni di ‘via Panisperna’, la vecchia strada romana dove il gruppo aveva iniziato a lavorare oer gli studi sulla scissione dell’atomo.
Per i riconoscimenti mondiali al genio italiano, tanti altri i premi Nobel: la mostra ricorda quello conferito nel 1963 a Giulio Natta per la chimica con le sue ricerche sulla polimerizzazione che erano state avviate già dal 1954. Il prezioso riconoscimento del Nobel é stato ancora assegnato più tardi, nel 1975 per la medicina a Renato Dulbecco, per i suoi studi sull’interazione tra virus tumorali e materiale genetico delle cellule, a Carlo Rubbia, per la fisica, nel 1984 (per esperimenti sul rilevamento dei bosoni (particelle intermedie delle interazioni nucleari deboli); a Rita Levi Montalcini, nel 1986, Premio Nobel per la medicina. La scienziata, sin dal 1951 aveva iniziato all’università di Saint Louis gli studi che le fecero scoprire il fattore di crescita nervosa.
Fra le curiosita della mostra ci sono documenti e reperti originali. Un complicato strumento, per esempio, per lo studio delle protuberanze solari nel corso utilizzato nel 1874 nel corso di una spedizione scientifica italiana in India che permise osservare il passaggio di Venere sul Sole, oppure una “sfera armillare” del 1600 - originale di un "catalogo stellare" del 1803, un sofisticato strumento meccanico, in ottone, che serviva per delineare le posizioni di 6.748 stelle e la scoperta del primo asteroide, chiamato Cerere.
Accanto a questi numi, immense ‘lavagne’ graffite da poderosi o labili segni in gessetto, consegnao alla storia importanti formule di fisica, equazioni matematiche, numeri, lettere, incognite, quasi come quadri metafisici.
All’organizzazione della mostra, ideata e coordinata dall’Istituto e Museo di Storia della Scienza a Firenze hanno lavorato Bruno Civello, Luciano Cupelli, Carmine Marinucci, Ida Mercuri (per il Murst). Il coordinamento é stato di Marco Ciardi, in collaborazione con Valeria Babini, Michele Camerota, Mauro Capocci, Paolo del Santo, Enrico Antonio Giannetto, Franco Giudice, Sandra Linguerri, Lorella Mangani, Filippo Nieddu, Giulio Peruzzi, Francesco Santi, Marta Stefani, Giorgio Strano, Ezio Vaccari.
Il sito web è stato organizzato da Marco Berni, Rita Nuccio, mentre il progetto grafico di allestimento è dello Studio Gris di Padova, diretto da Stefano Gris. L’allestimento, infine, realizzato dalla Opera Laboratori Fiorentini, si é sviluppato con l’organizzazione di Laura Manetti ed Elena Montali con la collaborazione di Sara Bonechi, Francesco Cocchi, Angela Saviori.
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