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maggio/2001 - Interviste
Cultura
I bambini investigatori
di Marisa Labagnara

Una interessante iniziativa ha portato, in quaranta musei italiani, migliaia di fanciulli che, per l’occasione, si sono trasformati in detective, alla ricerca di una particolare opera d’arte



Il 25 marzo si è svolta la terza edizione di “Bambini al museo. Le domeniche di Art’è”, organizzata dalla Società Art’è in collaborazione con il ministero per i Beni e le Attività Culturali. Visto il successo delle precedenti edizioni, il numero dei musei è stato raddoppiato e in 40 città italiane più di centomila persone hanno partecipato all’iniziativa.

Il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma è stato uno dei luoghi della manifestazione e qui l’invito è stato raccolto da più di cinquemila bambini che, accompagnati dai genitori, sono stati coinvolti in un gioco che li ha portati alla scoperta di un luogo d’arte.

Infatti lo scopo dell’iniziativa era quello di avvicinare i piccoli al mondo dell’arte, trasformando un gioco in strumento di apprendimento per stimolare la loro curiosità e il loro interesse. Proprio per questo, in questa edizione il museo “si tinge di giallo”.

A realizzare il progetto sono stati due autori di romanzi gialli Carlo Lucarelli e Maurizio Matrone (un poliziotto quest’ultimo in servizio alla questura di Bologna); insieme hanno tracciato le linee di un racconto giallo, diverso per ogni museo, e studiato un percorso adatto tra le opere più importanti.

Tutti i piccoli visitatori si sono trasformati in detective per risolvere il “mistero del museo”. All’ingresso i piccoli hanno ricevuto l’occorrente per investigare: un tesserino di riconoscimento, un fascicolo per la raccolta degli indizi, una matita, una lente di ingrandimento e una pianta del Museo.

Nelle vesti di investigatori hanno svolto indagini, raccolto tracce, seguito sospetti, interrogato i presenti e interpretato le indicazioni, sapientemente disseminate tra le opere d’arte, alla ricerca delle “porte” che “permettevano l’ingresso nel nostro mondo agli Etruschi, visitatori di un mondo parallelo”.

Nelle “misteriose” sale del museo, tra i più importanti pezzi etruschi e le ricchissime collezioni di ceramiche e bronzi, ha preso vita un racconto e i bambini ne sono stati i protagonisti.

Nel corso della mattinata è intervenuto il ministro per i Beni e le Attività Culturali Giovanna Melandri, che ha effettuato il percorso insieme a numerosi ospiti.

“Le opere d’arte, i libri, i documenti antichi - ha detto il Ministro - contengono mille e una storia e misteri che cambiano ogni volta che qualcuno si sofferma a indagarli”.

Ad accompagnare i bambini anche l’attrice Simona Marchini che ha animato la giornata insieme a diversi figuranti che opportunamente abbigliati interpretavano i personaggi dei fumetti, dei cartoni animati e della letteratura gialla: Diabolik, Sherlock Holms con il fedele Watson, l’astuto Lupin III sempre inseguito dall’ispettore Zenigata...

In questa atmosfera divertente e misteriosa i bambini hanno scoperto l’arte, hanno guardato, osservato e studiato le opere del museo, ne hanno scoperto i dettagli e senza eccessiva fatica hanno imparato a conoscere statue e reperti archeologici, a scrutare ed a ricordare.

Nelle sale del museo di Villa Giulia (una splendida villa costruita per il papa Giulio III, Del Monte, nel ’500) tutti i bambini erano impegnati a leggere, ad ascoltare, prendevano appunti interessati ai più piccoli dettagli e, avanzando lungo il percorso segnato dalle orme sul pavimento, cresceva in loro l’entusiasmo e il desiderio di andare avanti nella ricerca; si soffermavano davanti alle opere segnalate per gli indizi e senza alcuna fretta ne studiavano scrupolosamente didascalie e particolari: tutto poteva essere utile alla soluzione del “caso”, e ogni scoperta veniva vissuta come una conquista.

“L’arte è testo - sostiene il prof. Marco Dallari, responsabile della Sezione Didattica Art’è - ma soprattutto pretesto per raccontare, scoprire, fare. Sono convinto, come pedagogista, che le forme di apprendimento più profonde e tenaci avvengano in maniera indiretta, quando cioè senza accorgersi di imparare, ci si scopre poi cambiati e arricchiti”.

Forse non tutti i giovani detective sono riusciti a risolvere gli enigmi e a svelare il “mistero del museo” ma, alla fine del percorso, certamente tutti avranno scoperto che le opere d’arte e i musei sono pieni di misteri: misteri da scoprire e interpretare.

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