I Dirigenti Siulp aderenti al Prc, partecipando a Grottaferrata ad un momento di riflessione della componente “Laboratorio per una Polizia Democratica”, prendendo atto della dichiarazione del ministro Bianco hanno svolto queste considerazioni.
Non bastava il Presidente del Consiglio che, ripudiando la mediazione, invitava i questori alla tolleranza zero in ordine pubblico, salvo poi fare intendere che con tale termine identifica la microdelinquenza, ma sollevando legittime perplessità sull’interpretazione delle sue dichiarazioni. Ora ci si mette anche il ministro Bianco con le sue demagogiche dichiarazioni, con slogan relativi allo svuotamento di uffici già di per se vuoti.
Oltre agli aumenti di organici di tutte le Forze di polizia non sarebbe opportuno riutilizzare nelle proprie naturali funzioni quei colleghi che sono così massicciamente presenti nel “palazzo” dal quale viene il monito di fare uscire tutti per strada?
Ci chiediamo, e chiediamo, a quando la redistribuzione a favore della collettività di quei colleghi delle polizie civili o di quelle militari che fanno da autisti a funzionari o ufficiali, e potentati più o meno noti della politica nazionale, o da attendenti nelle varie anticamere di quello o quell’altro personaggio?
Inoltre non crede il Ministro che sia giunto il momento per una effettiva progettualità che razionalizzi gli impieghi delle numerose Forze dell’ordine attraverso funzionali e singolari determinazioni volte ad evitare duplicazioni, sovrapposizioni di compiti e di poltrone?
Ancora una considerazione, questa di carattere squisitamente personale.
Sono passati 28 anni da quando varcai l’uscio del I° Reparto Mobile, allora Celere, ma quando il portone si chiuse alle mie spalle in un solo attimo i miei sogni di democrazia furono infranti e i dubbi sul perché la Polizia veniva definita fascista fugati.
L’Ufficiale puntualizzò immediatamente che dentro quel corral sarebbero esistiti solo doveri e nessun diritto. Ho varcato nuovamente quella soglia. Ho visto gli alloggi degli agenti non tanto dissimili da allora. Ho visto vecchie e giovani leve che alle 23 ancora non sanno che servizio dovranno espletare il giorno dopo. Ho visto alla cassa di un bar un poliziotto poco più che ventenne. Ho visto un bar che se fosse all’esterno la Asl e i Vigili ne disporrebbero la chiusura. Ho visto il timore e l’ostracismo nel poter organizzare un’assemblea sindacale con i colleghi. Ho visto che è stato reistituito l’Ufficio del Cappellano, ma non quello per i colleghi di religione Ebraica, Buddista, Musulmana, Scintoista e così via, capendo anche perché molti dicono che l’Italia è una provincia del Vaticano. Ho visto quel portone che varcai aperto nella realtà , ma ancora chiuso virtualmente. Ho visto... Ho visto... ma il tempo e lo spazio per raccontare sono tiranni. La strada è lunga ma ci ritornerò!
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