Il 25 marzo 1981 alle ore 20.30, ricevetti una telefonata dal compianto e caro amico Franco Fedeli, nella quale mi comunicava che alle ore 19.15 circa, la Camera dei Deputati aveva definitivamente approvato la legge per la Riforma della Polizia col numero 121/81.
Grandissimo merito lo dovevamo a Franco Fedeli, che con la sua tenacia e validissima professionalità giornalistica, accompagnata da una lunghissima esperienza politica, era riuscito a sensibilizzare la nostra categoria ad iniziare una democratica lotta per la conquista dei sacrosanti diritti come tutti gli altri lavoratori.
Tracciare un bilancio oggi a distanza di 20 anni, per un vecchio “carbonaro” alla soglia degli 80 anni, per quanto è successo mi arreca molto dolore e nostalgia.
Per prima cosa, voglio ricordare ai giovani colleghi, che la lotta è stata lunga, aspra e dura. Molti di noi, hanno pagato in modo diverso il loro impegno. Bisogna riconoscere che, senza il grande appoggio delle forze politiche e sindacali, non avremmo ottenuto niente. Dobbiamo essere fieri per essere riusciti a varare una delle più importanti riforme della Repubblica.
Eravamo riusciti a fondare un Sindacato Unitario, il primo in Italia e nel mondo, avevamo l’ammirazione e l’invidia di tutti in sindacati sia in Italia che all’estero. Il nostro inserimento, nella Federazione Unitaria Cgil-Cisl-Uil ci dava una grandissima forza contrattuale e non sentivamo minimamente la mancanza del diritto di sciopero.
È per me un grande dolore constatare, oggi, che si contano oltre 20 sindacati di Polizia. Il caro Fedeli si sarà rivoltato nella tomba per un cambiamento simile.
Ma ecco gli avvenimenti che maggiormente mi hanno fatto soffrire: la prematura scomparsa del fondatore del Movimento dei poliziotti democratici Franco Fedeli; del dirigente Riccardo Ambrosini, uno dei pochi onesti e sinceri nel portare avanti la nostra lotta; il mancato coordinamento tra le Forze di polizia (e in risposta i Carabinieri sono diventati la Quarta Forza Armata, creando altri 40 generali che rendono poco in un organizzazione di Polizia); un ex segretario generale del Siulp rinviato a giudizio per omicidio; funzionari ed ex ufficiali che avevano aderito alla nostra causa, hanno fatto, tutti, una veloce e brillante carriera, confermando ciò che avevosempre pensato, cioè che erano degli “infiltrati”.
Inoltre, debbo constatare con grande rammarico che, ancora una volta, il padrone è riuscito nel suo storico piano: dividere per comandare meglio ed in modo odioso.
A mio avviso, la controrivoluzione, è iniziata subito con la nascita del Movimento. Il 90% dei funzionari ed Ufficiali, erano creature del Ministero inseriti nelle nostre file per svuotare e controllare il Movimento.
Vorrei consigliare ai segretari dei vari sindacati di Polizia, pur restando nella propria autonomia, che sarebbe molto saggio e valido, per portare avanti con più forza la soluzione dei grossi problemi, creare una Federazione Unitaria con i sindacati di Polizia più rappresentativi.
Per ultimo desidero ricordare ai simpatizzanti di An,che l’allora Msi, non votò la Riforma della Polizia.
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