La guerra fredda è finita da un pezzo, il Kgb non esiste più (anche se a comandare è rimasto uno dei suoi capi), ma per James Bond la situazione non è migliorata. Il numero delle spie russe (non più sovietiche) in Gran Bretagna non è diminuito, anzi sembra essersi accresciuto. Gli 007 al servizio di Sua Maestà sono obbligati a concentrare talmente i loro effettivi per controllarle da essere costretti a trascurare il pericolo sempre imminente del terrorismo islamico. Lo riferiscono fonti di Whitehall, spiegando perché la Russia di Putin e Medvedev sia stata recentemente indicata come la terza principale minaccia per la Gran Bretagna, dopo al-Qaeda e l’Iran. Il governo di Londra si è lamentato di questa situazione con il Cremlino, ma senza ottenere risultati. “Il governo ha parlato con Mosca, ma la risposta è stata ‘tutti spiano tutti’”.
Insomma, un problema serio con risvolti da commedia. “Le risorse dell’MI5 – ha spiegato la fonte della sicurezza britannica – sono state impiegate fino al limite negli ultimi anni contro il terrorismo islamico, e a volte siamo rimasti senza niente nell’armadio, con tutti i nostri apparati impiegati su una sola operazione. Ma nello stesso tempo abbiamo dovuto affrontare la minaccia concreta rappresentata dai russi. La Russia è un Paese sospettato di aver compiuto un omicidio nelle strade del Regno Unito, e bisogna credere che se lo ha fatto una volta può anche rifarlo”.
Si attende ora che le autorità di Mosca aprano a loro volta il dossier dello spionaggio britannico in Russia.
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