Gli scienziati del laboratorio di perizie mediche di Svetlost sono riusciti ad isolare il Dna di Nicola II da una camicia che lo zar aveva macchiato di sangue nel 1891: sarà quindi possibile stabilire con certezza se i resti trovati, nel luglio 1991, nei pressi di Iekaterinenburg siano quelli dell’ultimo imperatore di tutte le Russie.
Nicola II, deposto dal trono dalla rivoluzione del febbraio 1917, era prigioniero con la sua famiglia a Iekaterinenburg, dove nel 1918 vennero tutti fucilati. Nel 1991 in un bosco della zona vennero trovati i resti dello zar, della moglie Alessandra (che era stata ardente sostenitrice del monaco Rasputin), delle figlie Olga, Tatiana e Anastasia (quest’ultima da molti ritenuta sfuggita all’esecuzione). Nel luglio del 2007 in un bosco, sempre nei dintorni di Iekaterinenburg, furono rinvenuti i resti del figlio Aleksei, erede al trono, e della sorella Maria.
Il Dna tratto dalla camicia insanguinata dovrà essere ora confrontato con quello dei resti dello zar, che sono sepolti nella fortezza di Pietro e Paolo
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