Il ministero dell’Interno ha concesso alla Polizia di inserirsi, senza bisogno di alcun mandato, nei computer di persone sospette di azioni criminali: sotto tiro, attualmente, è soprattutto la pedofilia informatica, ma l’iniziativa è estensibile ad altri soggetti, come le persone sospettate di appartenere a organizzazioni terroriste. Del resto, secondo recenti segnalazioni, alcuni gruppi affiliati a al-Qaeda starebbero utilizzando per comunicare tra loro dei siti di pedofili dotati di particolari sistemi di protezione.
Il metodo di intervento usato dalla Polizia britannica consiste nell’inviare a un determinato computer una e-mail contenente un virus che poi trasmette al team di sorveglianza una serie di dati sulla navigazione e sul contenuto dei messaggi inviati e ricevuti dal computer stesso.
Il piano è stato approvato dal Consiglio dei Ministri, e, mentre se ne stanno definendo i dettagli, sono giunte le proteste delle associazioni che difendono le libertà civili e la privacy. “E’ come sfondare la porta di una casa, frugare tra i documenti del suo abitante e sequestrare il suo computer”, ha dichiarato Shami Chakrabarti, leader di Liberty. D’accordo con lui si è detto il ministro dell’Interno del governo ombra conservatore, Dominic Greve: “L’esercizio di tali poteri intrusi – ha commentato – solleva questioni di privacy molto serie”.
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