Nel 2009 dovrà essere ridiscusso il Trattato Antartico, firmato a Washingtomn nel 1959 fra dodici Paesi, e si avanzano varie ipotesi su come saranno stabiliti eventuali diritti di sfruttamento sia del Polo Sud, sia dei fondali marini che lo circondano. Secondo alcune fonti argentine, vi sarebbe la possibilità che la Gran Bretagna richieda la sovranità sul fondale oceanico di oltre un milione di chilometri quadrati compreso tra le isole Falkland (Malvinas per gli argentini), la Georgia del Sud e le terre antartiche. E in proposito - sottolineando il fatto che tra Argentina, Cile e Gran Bretagna la sovranità di alcune zone è ancora un capitolo aperto -, si ricorda appunto l’esperienza della guerra delle Falkland: un paragone che però il quotidiano Clarin giudica improprio, dato che per le Falkland si trattava di un contenzioso bilaterale – risolto dal premier britannico Margaret Thatcher con un deciso intervento militare -, mentre per il Polo Sud e dintorni le trattative si svolgeranno tra più Paesi.
Comunque da un paio d’anni la Gran Bretagna ha manifestato il suo interesse ad assicurarsi i diritti di esplorazione sottomarina nella zona antartica, alla ricerca di giacimenti di petrolio, gas, e minerali vari. Al di là delle prevedibili discussioni sui diritti di sfruttamento, resta il problema che queste risorse sono situate a grandi profondità, che ne rendono molto difficile, e costosa, l’estrazione con gli strumenti attualmente disponibili. Ma gli esperti ritengono che in futuro - fra dieci o venti anni - nuove tecnologie renderanno possibile il loro sfruttamento. Una prospettiva che, a seconda dei punti di vista, può essere diversamente valutata.
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