Le sue risorse minerarie rischiano di mettere ulteriormente in pericolo l’equilibrio dell’Artico. Già minacciato dal cambiamento climatico, e dal conseguente disgelo, ora il pericolo risiede nelle sue riserve di metano e petrolio. Secondo una ricerca del servizio geologico degli Stati Uniti, il sottosuolo artico potrebbe contenere il 30% delle riserve di metano ancora sconosciute, e il 13% di quelle petrolifere. E sarebbe proprio il nefasto cambiamento climatico a rendere più agevole l’accesso a questi giacimenti e il loro sfruttamento.
La maggior parte dei giacimenti di gas si troverebbe nella zona appartenente alla Russia, mentre il petrolio sarebbe principalmente concentrato in Alaska. “La scoperta dei giacimenti potrebbe cambiare la situazione economica e lo stile di vita delle popolazioni locali”, scrive la rivista americana Science, che mette in guardia dagli effetti negativi che lo sfruttamento dei giacimenti potrebbe avere su un ecosistema attualmente colpito dal ritiro dei ghiacci. Si aggiunga che l’estrazione di gas e petrolio dalle zona artiche potrebbe certamente garantire grossi profitti alle aziende minerarie, ma “non sono probabilmente sufficienti a cambiare gli equilibri mondiali”.
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