Una spedizione scientifica formata da diciotto ricercatori australiani, neozelandesi e francesi, a bordo della “Tangaroa” sta eseguendo una serie di studi sulle abitudini alimentari e o comportamenti delle balene, prelevando inoltre il loro Dna con delle freccette che non mettono in pericolo la loro vita. I risultati di questa ricerca, inserita nel progetto Southern Ocean Research Partnership, saranno presentati a maggio al prossimo meeting della Commissione internazionale per la caccia alle balene. Questa spedizione vuole essere anche una sfida al Giappone che continua a pescare oltre mille balene l’anno in nome della ricerca scientifica.
Tangaroa è il nome della Dea del Mare in lingua maori, e la nave così battezzata, presa in affitto da una società neozelandese, è attrezzata con cinque laboratori, uno dei quali a temperatura costante fra 5° e +5°, zone di ricerca al computer, sistemi di conservazione per i campioni rilevati. La stessa nave nel 2000 ha iperato per l’Osservatorio Geofisico Sperimentale di Trieste nei ghiacchi dell’Antartide fra Dibble e Ninnis.
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